Io Ti lodo Dio, Ti benedico e Ti ringrazio
di Antonella Paniccia
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LA FEDE CATTOLICA E’ VITA CHE RINNOVA LA VITA, E’ UN DONO CHE RICEVI E TI ILLUMINA. E’ LINFA VITALE CHE SCORRE DENTRO TE
Vorrei che questo fosse il più bel Te Deum della mia vita.
Fino a ieri mi sono chiesta di cosa avrei potuto ringraziare il Signore, quest’anno, per quanto mi aveva dato: era una giornata triste e mi sentivo angosciata, chiusa in casa mi pareva d’esser prigioniera.
Capita di avere giornate buie e di vedere la propria vita svolgersi al contrario, come quando si srotolano i rullini delle vecchie fotografie in bianco e nero e le immagini appaiono al negativo.
E poiché la natura umana è fragile, ed è tentata, se lasci uno spiraglio aperto all’insoddisfazione subito ti assalgono i ricordi che pensavi di aver sapientemente rimosso: offese ricevute, ingiustizie subite, delusioni, incomprensioni.
Tutti graffi dell’anima che paiono rimarginati ma riaffiorano quando le umane debolezze ti spingono a volgere lo sguardo indietro verso ciò che avresti voluto dimenticare.
Ma capita anche che ti svegli il mattino successivo e, come un prodigio, vedi il primo raggio di sole che filtra attraverso la finestra della tua camera: la apri e ti lasci affascinare dalla luce che prepotente entra e ti rigenera.
Capisci allora che è vita che rinnova la tua vita, è un dono che ricevi e ti illumina lo sguardo. Ti accorgi di essere viva, e gioisci, mentre una nuova linfa vitale scorre dentro di te.
Ed ecco, improvvisamente io sento di dover ringraziare Dio per tutto ciò che vive dentro di me, per la gioia segreta che mi invade ogni volta che salgo su un monte alle prime luci dell’alba, oppure mentre ammiro la bellezza del tramonto, il fascino dell’arcobaleno, le onde del mare, i colori dei fiori, l’armonia della musica; quando gioisco degli amici veri, dei pensieri belli, dei sentimenti di segreta gratitudine per ogni parola buona ricevuta, per ogni consolazione inattesa, per ogni affetto che mi è stato donato.
Ma, più di ogni cosa, sento di dover ringraziare per qualcosa di speciale che, per la verità, io non ho chiesto e forse neanche meritato, ma che ho ricevuto solo per Sua grazia, non perché fossi più brava di qualcun altro, né più degna ma, semplicemente, perché Dio è immensamente grande, è generoso e imprevedibile, e dona largamente a tutti: il dono della fede.
Qualcuno forse chiederà: e se la fede non ce l’hai in dono? Bene – risponderò – sappi che la fede puoi sempre chiederla perché così è scritto: “Chiedete e vi sarà dato…”. Ma bisogna chiederla in preghiera però, con un atto di fiducia piena in Dio!
Così scoprirete che è quella compagna meravigliosa che non vi permette di annegare quando i flutti vogliono travolgervi, quando il maligno ripetutamente vi sferza con i dolori e vuole fiaccarvi, quando le prove si fanno più ardue.
Quante volte, senza la fede, io sarei precipitata nell’abisso più buio ogni volta che la vita mi ha colpita, e duramente, nelle parti vitali: affetti, salute, lavoro?
Quante volte mi sono rialzata più forte di prima? Ve l’assicuro: la fede è un magnifico antidoto, è lo Xanax della vostra anima: vi placa, vi ricarica, vi fa tornare a sorridere.
Ma potreste anche perderla, per questo ha bisogno di essere alimentata con la preghiera e con la frequenza ai sacramenti, due alleati che, soli, vi permettono di respingere quei dardi infuocati che il maligno vi scaglia.
Sono consapevole che oggi, scrivere queste cose, sicuramente susciterà il sorriso ironico di quanti considerano i cristiani ingenui, medievali o bigotti. Sono le stesse persone che, quando vengono colpiti dalle sofferenze della vita, domandano: “Dov’è Dio?” e poi chiedono ad altri di pregarLo perché le aiuti a superare il loro dolore. Magari, una volta esauditi, non sentono neanche il bisogno di andare a ringraziare.
Gesù, non a caso, aveva detto a Santa Faustina Kowalska: ”Sappi, bambina Mia, che per riguardo a te concedo grazie a tutto il territorio circostante, ma tu devi ringraziarMi per loro, poiché essi non Mi ringraziano per i benefici che concedo loro. In base alla tua riconoscenza, continuerò a benedirli”.
Non ho mai chiesto a Dio dove fosse il giorno che è volata via mia madre: l’ho solo ringraziato per essermi stato accanto a consolarmi, giorno dopo giorno, fino a farmi accettare questa mancanza. Non gli ho chiesto perché fosse capitato proprio a me quel tale intervento, ma gli ho chiesto di assistermi perché andasse tutto bene. Mi sono poi inginocchiata a ringraziarlo per la guarigione che mi aveva concesso.
Vi dirò, carissimi tutti, che se questo per voi significa essere bigotti, io sì, ne sono umilmente fiera! Mille altri episodi potrei citare, ma sono talmente intimi che resteranno segregati fra le pieghe del mio cuore… per ognuno di essi, però, oggi voglio ringraziare, ringraziare, e ringraziare così: “Io Ti lodo Dio, Ti benedico e Ti ringrazio, per la mia stessa vita, per tutto il mio passato perché mi ha resa ciò che oggi sono, per quanto mi concedi di vivere ora, nel mio presente, e per ciò che sarà nel mio futuro, nella certezza che esso già Ti appartiene. Affido nelle Tue mani quanto è parte della mia vita, perché tutto Tu protegga e custodisca da ogni male. E così sia.”