“Mi vaccinerò ma assolutamente non a gennaio”. L’allarme della virologa Gismondo

“Mi vaccinerò ma assolutamente non a gennaio”. L’allarme della virologa Gismondo

Di Emanuela Maccarrone

Nonostante l’ottimismo di Speranza, il ministro della Salute, che ha assicurato che le prime somministrazioni del vaccino cominceranno a partire da gennaio, c’è qualcuno che ha un’opinione diversa sull’immunizzazione. Si tratta della virologa Gismondo, intervistata recentemente da ‘AffariItaliani’.

La dottoressa  Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bio-emergenze del Polo Universitario Ospedale Sacco di Milano, riguardo al vaccino a gennaio ha chiaramente affermato di essere: “abbastanza stupita”.

“Mi auguro che Speranza sia consapevole di che cosa significhi una vaccinazione gestita a livello regionale, che tenga presente che avendo scelto la Pfizer”, l’azienda più costosa, il vaccino “deve essere mantenuto a meno 70 gradi e solo qualche giorno fa molte regioni hanno dichiarato di non avere abbastanza freezer”.

Secondo la Gismondo, le informazioni scientifiche attualmente disponibili riguardano: “solo comunicati stampa, aspettiamo altro. Ben altro”.

La stessa dottoressa ha dichiarato di essere disposta al vaccino, ma solo quando questo sarà scientificamente valido. “Mi vaccinerò sicuramente ma quando ci sarà un vaccino che riterrò sicuro. Assolutamente non a gennaio, a meno che in venti giorni venga fuori il mondo in termini di dati scientifici. Ma dubito fortemente che ciò possa accadere, visto che si parla di sperimentazioni e valutazioni fatte in tre settimane. Gennaio è davvero prematuro”.

Intanto, la Congregazione per la Dottrina della Fede  e la  Pontificia Accademia per la Vita sono stati chiamati in causa per quanto riguarda il vaccino della Astra Zeneca, poiché sviluppato da linee cellulari originate dalle cellule di un feto abortito nel 1983.

Attraverso un comunicato i vescovi hanno rassicurato i fedeli, moralmente contrari, sostenendo l’assenza di peccato in quanto “si può in buona coscienza e per una grave ragione ricevere un vaccino ottenuto in questo modo,  purché vi sia una sufficiente distanza morale tra l’attuale amministrazione di il vaccino e l’azione illecita originale”.

Da quanto emerge, sussistono molti dubbi e incertezze in merito alla vaccinazione. In effetti, si continua ad assicurare i cittadini sulla validità di questi vaccini quando, considerando le dichiarazioni della dottoressa Gismondo e i dubbi morali sollevati dai fedeli inglesi, sembrano sussistere diverse perplessità. Ovviamente il senso civico degli italiani non mancherà, ma è diritto del cittadino avere le necessarie garanzie relative alle prestazioni che riguardano la propria salute. L’art. 32 della Costituzione italiana, infatti, tutela l’integrità psico-fisica dell’individuo che non deve essere compromessa né dagli altri né dallo Stato.

 

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