La religione nel tempo del Grande Fratello: da Soloviev a Giacomo Biffi
Di Diego Torre
Sulle orme di Soloviev ha fatto le sue riflessioni anche un grande cardinale, di notevole cultura e proverbiale umorismo, Giacomo Biffi (ritornato al Signore nel 2015), cogliendone l’attualità.
“La militanza di fede ridotta ad azione umanitaria e genericamente culturale; il messaggio evangelico identificato nel confronto irenico con tutte le filosofie e con tutte le religioni; la Chiesa di Dio scambiata per un’organizzazione di promozione sociale: siamo sicuri che Soloviev non abbia davvero previsto ciò che è effettivamente avvenuto, e che non sia proprio questa oggi l’insidia più pericolosa per la “nazione santa” redenta dal sangue di Cristo?” (Convegno “Lapassione per l’unità, 4.3.2000).
La paura del virus sta accentuando tale tendenza, utile ad un nuovo ordine mondiale di cui chiese-placebo, con un deismo vago, siano il supporto psicologico.
Il card. Biffi ritiene Soloviev “Appassionato difensore dell’uomo e allergico a ogni filantropia; apostolo infaticabile della pace e avversario del pacifismo; propugnatore dell’unità tra i cristiani e critico di ogni irenismo; innamorato della natura e lontanissimo dalle odierne infatuazioni ecologiche: in una parola, amico della verità e nemico dell’ideologia. Proprio di guide come lui abbiamo oggi un estremo bisogno”, per ritrovare autenticità e trascendenza che diano senso alla vita e alla morte, che ridiano sapore al sale evangelico e che aiutino a guardare alle prove della storia con gli occhiali giusti.
Altrimenti è il non-senso e la disperazione per l’uomo e l’inutilità della chiesa; come il sale insipido. E’ la tentazione di allinearsi al conformismo del politicamente corretto, che garantisce tranquillità ed i favori del potere. Ma Gesù Cristo fece una scelta diversa; e con Lui i martiri che lo seguirono e che lo seguono.