Una delle principali figure che caratterizzano il tempo liturgico dell’Avvento
di Giuliva Di Berardino
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COMMENTO AL VANGELO DEL GIORNO A CURA DI UNA TEOLOGA LITURGISTA
II DOMENICA DI AVVENTO
Mc 1, 1-8
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
In questa seconda domenica di Avvento la liturgia ci presenta un modello di attesa del Signore che viene a salvarci: Giovanni il Battista. Domenica scorsa siamo stati introdotti allo spirito di questo tempo liturgico che è caratterizzato dall’attesa e dalla vigilanza, oggi incontriamo concretamente una persona che ci può aiutare a vivere questo cammino di attesa nel modo in cui il Signore desidera.
La figura di Giovanni il Battista è una delle figure che caratterizzano il tempo liturgico dell’Avvento, per questo oggi lo contempliamo con lo sguardo specifico del Vangelo secondo Marco, mentre la prossima settimana la liturgia ci proporrà la particolare descrizione del Vangelo secondo Giovanni, sempre di questo personaggio così significativo.
Ma perchè questa insistenza sul personaggio di Giovanni il Battista? Innanzi tutto perché Giovanni è l’ultimo dei profeti e quindi un profeta particolare: ultimo di quelli precedenti, ma ultimo anche per quelli successivi, per i quali Giovanni è il Precursore. Con Giovanni la profezia messianica viene a concentrarsi su tutto il popolo di Dio che viene preparato ad accogliere il Messia.
Ecco allora che Giovanni è anche il testimone autorevole, l’uomo scelto da Dio, fin dal seno della madre, che, dopo aver accolto la maternità per grazia, accolse anche la “piena di grazia“, Maria. Il testo inizia con la parola “inizio“, che in greco si dice αρχη che, come l’ebraico “bereshit“, prima parola della Genesi e di tutta la Bibbia, significa non solo inizio dal punto di vista temporale, ma anche dal punto di vista esistenziale.
Il testo allora esordisce non solo illustrando l’inizio, ma il fondamento! Fondamento di cosa? del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Compare la parola vangelo (dal greco ευαγγελιον, buona notizia) che nel testo non indica tanto l’opera di Marco in sé, ma l’annuncio degli apostoli e poi della comunità cristiana, fonte di quella gioia che ci porta la salvezza di Dio nella persona del Messia: Gesù, Yeshua, la salvezza di Dio. Gesù è quindi identificato come Messia (Cristo) e Figlio di Dio, due titoli che ritorneranno spesso nel vangelo di Marco, perché lo scopo di questo suo Vangelo è proprio quello di far nascere nei cuori la fede in Gesù Messia.
Il Vangelo, allora, non può fare a meno di Giovanni Precursore, perché la sua presenza compie la profezia messianica di Isaia secondo la quale il Messia doveva essere preceduto da un messaggero. E Giovanni non solo è il profeta che grida nel deserto, non solo compie la profezia, ma si immette nella novità che egli stesso annuncia e abbonda, aggiunge qualcosa di nuovo, che i profeti precedenti non avevano profetizzato: Giovanni battezza, cioè immerge tutto il popolo col rito di purificazione, che in genere si faceva solo per alcuni e non per tutti.
Giovanni, come Dio, elargisce la grazia che è stata fatta a lui, anche perché il suo nome significa “Dio fa grazia, usa misericordia“. Ecco la grandezza di questo personaggio che oggi contempliamo, che ci invita a elargire anche noi la grazia del perdono e della misericordia per tutti, perché tutti possano convertirsi, cambiare il cuore e la vita, e preghiamo oggi gli uni per gli altri, sentiamoci in comunione con tutti i credenti, perché tutti noi, come Giovanni, possiamo essere un invito, un grido che sveglia le coscienze in questo mondo di desetri di solitudine e di distanziamenti forzati.
Preghiamo insieme in questa domenica, perché tanti possano essere pronti ad accogliere il battesimo nello Spirito Santo, cioè l’immersione nella vita stessa di Dio che oggi il Vangelo ci promette attraverso le parole del profeta Precursore. Preghiamo che tutti possiamo trovarci a vivere sempre di più e sempre meglio, in questo Natale a cui ci stiamo preparando, la continua relazione di amore con Dio che questa liturgia ci promette.