Ricerca del potere, mormorazioni e litigi sono segni che si è perduto di vista Gesù
di Padre Giuseppe Tagliareni
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RIFLETTIAMO
“Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso” (Fil 2,3). I litigi nelle comunità sono inevitabili e portano rottura dell’unità e perdita della carità. Il rimedio è l’umiltà e lo sforzo continuo di avere “gli stessi sentimenti di Cristo Gesù” (v. 5). Egli pur essendo Dio, si abbassò fino a noi e si svuotò della sua gloria; “umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce” (v. 8). Solo dopo tanta umiliazione egli fu esaltato da Dio e ricevette la signoria su tutte le cose. Tutti siamo nulla; solo Dio ci dà di essere qualcosa, al servizio del suo Regno.
Chi pretende posti e onori, suscita inevitabilmente mormorazioni e litigi, come ben si vede in tutti gli ambiti della società. Queste cose, non dovrebbero esistere dentro la Chiesa! Se avvengono, è segno che si è perduto di vista Gesù Cristo e si ritorna ad essere come quelli del mondo. Allora la comunità perde il suo mordente e dà cattivo esempio, che allontana la gente dalla Chiesa.
Dio prepara un grande banchetto, ma molti invitati declinano l’invito con mille scuse: hanno altre cose da fare, per loro più importanti. Così europei e americani, ebrei e cristiani. Egli, offeso, dichiara: “nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena” e si rivolge ai pagani: africani, indiani, cinesi, gente che non sa nulla di Cristo. Questi entreranno al banchetto di Dio!