Molte eredità che ci ha lasciato il Cristianesimo sono sconosciute ai più, come la Carta di Carità

Molte eredità che ci ha lasciato il Cristianesimo sono sconosciute ai più, come la Carta di Carità

di Andrea Sarra

MOLTE DELLE SCOPERTE, DELLE INVENZIONI E DEGLI STILI DI VITA CONTEMPORANEI (LO STESSO VIVERE CIVILE E DEMOCRATICO) LI DOBBIAMO ALLA CHIESA

Da alcuni anni assistiamo sistematicamente all’incessante attacco alla Chiesa Cattolica, assalti a volte anche cruenti come mai, forse, è avvenuto a partire dai giorni della Rivoluzione francese.

Non parliamo soltanto di attacchi materiali, con vandalismi di ogni tipo (nella sola Francia negli ultimi quattro anni se ne contano oltre 3000), ma del fatto che, in tutto il mondo, quasi ogni giorno decine di chiese vengono prese di mira e spesso distrutte: e ciò avviene in Cina, India, Pakistan, Sudan, Niger, Nigeria, Burkina Faso, Sri Lanka, Corea del Nord, Siria, Camerun, Iraq, Indonesia, Myanmar (in molti di questi paesi si registrano persecuzioni ai cristiani che, talvolta, sono massacrati e uccisi (si stima che il numero dei cristiani uccisi per motivi religiosi negli ultimi 100 anni sia di gran lunga superiore a quelli uccisi in 1900 anni di Cristianesimo).

A tali gravissimi eventi di intolleranza religiosa, si potrebbero aggiungere le accuse, le calunnie, le falsificazioni di molti avvenimenti che riguardano la storia e la vita stessa della Chiesa o del clero, fra le ultime la vicenda del cardinale australiano George Pell.

La scelta delle accuse per la Chiesa è amplissima: oscurantista, retrograda, bigotta, sessista, schiavista, omofoba, solo per citarne alcune. Fermo restando che, per quanto riguarda alcune accuse, la Chiesa stessa sta facendo luce e trasparenza sui responsabili, viene da chiedersi: ma è possibile che tutte le affermazioni contro la Chiesa siano vere?

Ci sarebbe davvero da interrogarsi parecchio prima di affidarsi a estemporanei commenti di persone “saccenti”, politicizzate e, in realtà, storicamente disinformate.

Basterebbe rivolgere uno sguardo serio e attento alle fonti storiche autentiche, non manipolate, per accorgersi che, infatti, molte delle scoperte, delle invenzioni e degli stili di vita (lo stesso vivere civile e democratico) possono essere attribuite proprio alla cristianità ed alla Chiesa: basterebbe citare gli ospedali, le scuole, le innumerevoli opere d’arte, la bellezza indiscutibile e lo splendore delle costruzioni del Medioevo.

A proposito degli ospedali va ricordato come essi sorsero proprio ad opera del Cristianesimo che, per primo, diffuse sentimenti di pietà, accoglienza, misericordia, fratellanza, umanità. Già gli ordini monastici, a partire dal IV secolo, promossero i “primi ospedali”, una forma “organizzata” di assistenza, spesso finanziata con la beneficenza di ricchi e nobili persone (spesso allo scopo di acquistarsi perdono e indulgenze per l’aldilà).

Per tutto il Medioevo, a partire dal Concilio di Nicea (325 d.C.) e con il Concilio di Aquisgrana (816-17 d.C), si consolidarono le forme assistenziali e caritatevoli integrate con quelle proprie delle comunità religiose. Infatti, con tali Concili fu stabilito di realizzare nelle città che erano sedi di cattedrale, appositi spazi riservati all’accoglienza. Fu così che, a causa delle epidemie, pestilenze, malattie di sifilide, vaiolo, lebbra (quest’ultima a partire dalle crociate) che ciclicamente colpivano l’Europa ogni 30-50 anni per tutto il Medioevo, i luoghi di culto cristiani – oltre a curare l’anima – si occuparono anche della salute e della cura del corpo delle persone malate e bisognose.

Successivamente, il luogo di ospitalità divenne luogo di cura. La distinzione tra le due funzioni, ospitalità e culto, può datarsi all’incirca dalla metà del XIV secolo, dopo la peste bubbonica del 1347-48. E’ in questo periodo che furono eretti “ospedali” la cui forma era ispirata dai monasteri, a pianta quadrata con cortile interno, oppure a croce greca, e si iniziò a separare gli spazi maschili da quelli femminili ed a distinguere tra malati acuti, cronici e quelli portatori di infezioni. Spesso queste strutture erano fondate da Santi ed avevano nomi ispirati dal cristianesimo oppure nomi di Santi: es. Ospedale Maggiore dell’Aquila, fondato nel 1450 circa da S. Giovanni da Capestrano, Lo Spedale degli innocenti – Firenze circa 1420/1444, Albergo dei poveri – Genova 1654, Nuovo Conservatorio dei Poveri – Napoli seconda metà 1700, Casa Sollievo della Sofferenza Bambino Gesù fondato da Padre Pio a metà del 1900, S. Antonio, S. Camillo, S. Giacomo, S. Giovanni Bosco, S. Giuliano, S. Maria Della Pietà, S. Maria Delle Grazie, S. Paolo, S. Pio X, S. Raffaele, S. Spirito, San Carlo, San Filippo Neri, San Gallicano, San Giovanni Addolorata, San Giovanni Battista, San Pietro-Fatebenefratelli, San Raffaele, Sant’Andrea, Sant’Eugenio, Santa Scolastica, SS. Trinità… giusto per citarne alcuni…

Se poi volgiamo lo sguardo alle opere d’arte non sarà difficile constatare che la maggior parte di esse possono essere ammirate proprio nelle chiese, custodi di veri e propri tesori di bellezza.

Ma l’eredità del cristianesimo forse ai più sconosciuta è quella forma di governo del popolo che va sotto il nome di democrazia, democrazia di cui spesso oggi si avverte la mancanza, specie in quei paesi in cui il cristianesimo è bandito. Come ebbe origine?

Nei libri di testo la democrazia spesso viene fatta risalire alla data del 1215, anno in cui fu firmata la Magna Carta.

Chi ha avuto modo di andare a Londra e visitare il British Museum a metà degli anni ’70, con molta probabilità, tra i tantissimi oggetti custoditi ed esposti nel museo avrà anche posato lo sguardo su una pergamena molto antica: la “Magna Carta”. Oggi tale documento viene custodito alla British Library.

Gli studenti delle scuole conoscono la Magna Carta perché viene citata spesso nei corsi di storia e di letteratura inglese ed è conosciuta in tutto il mondo quale esempio di prima Costituzione. Anche molti film, nel corso dei decenni, hanno ricostruito le circostanze che hanno portato alla redazione di tale documento.

In sintesi la sua storia può così essere riassunta. Giovanni d’Inghilterra (soprannominato “Senza Terra”) aveva usurpato il trono di suo fratello Riccardo Cuor di Leone mentre costui era partito per partecipare alla III crociata per la liberazione di Gerusalemme. Riccardo, tornato in patria riuscì a sedare la “rivolta” ma, circa 5 anni dopo, nel 1199 morì. Giovanni quindi divenne re ma, tuttavia, era mal visto non solo dal popolo ma anche dai baroni: aveva violato i principi degli accordi feudali imponendo tasse molto pesanti ai sudditi per far fronte alla guerra contro il re di Francia. Con la perdita della Normandia, i rapporti con i baroni si erano poi ulteriormente incrinati. La controversia fu tacitata grazie all’intermediazione dell’arcivescovo di Canterbury che stese il documento sottoscritto da Giovanni nel giugno 1215 a Runnymede, nei pressi di Windsor, alla presenza del rappresentante papale, del clero, dei baroni ed altri, come può intuirsi nella prefazione: “Giovanni, per grazia di Dio re d’Inghilterra, signore d’Irlanda, duca di Normandia ed Aquitania, conte d’Angiò, saluta gli arcivescovi, i vescovi, gli abati, i conti, i baroni, i giudici, le guardie forestali, gli sceriffi…”.

Il documento, nel corso degli anni successivi, fu modificato più di una volta e gli articoli dagli originali 63 divennero 47. Ora, pur riconoscendo il valore della Magna Carta (in quanto poneva dei limiti al re riconoscendo dei diritti ai sudditi, ma soprattutto ai baroni), non può essa essere definita la prima Costituzione, cioè quel documento che, come prima legge di ogni Stato civile, deve garantire il principio della legalità e della giustizia.

In questo caso si può dire che essa era in realtà una codificazione dei rapporti feudali con gli annessi privilegi. In ogni caso, nell’Europa di quel periodo, la Magna Carta era, dopo il diritto romano ed il diritto canonico, il terzo sistema giuridico.

Cosa c’entra la Chiesa in tutto ciò?

Va rilevato che i testi scolastici spesso ignorano il fatto che, circa cento anni prima della redazione della Magna Carta, fu redatto un documento che può ben fregiarsi del titolo di “prima Costituzione”.

Infatti, nel 1112 circa, S. Bernardo di Chiaravalle, poco più che ventenne, con una trentina di altri giovani bussò alla porta nell’abbazia Cistercense di Citeaux (fondata poco più di 10 anni prima). Come dice Guglielmo di Saint Thierry “A cominciare da codesto giorno, Dio benedisse talmente Citeaux, che questa vite del Signore portò i suoi frutti ed estese i suoi tralci fino al mare ed oltre“. Ed infatti, negli anni successivi, furono realizzate altre abbazie: La Fertè (1113), di Pontigny (1114), di Clairvaux e di Morimond (1115). Queste poi divennero le case madri di altre abbazie cistercensi.

Per ovviare a problemi legati ai rapporti con il vescovo, alla garanzia dell’autonomia delle singole abbazie, mantenendo nel contempo unite le abbazie dell’Ordine Circestense sparse nelle varie parti del mondo, Santo Stefano Harding predispose la Carta di Carità, prezioso documento che il papa Callisto II approvò nel dicembre 1119, a Saulieu, con la bolla “Ad hoc in“.

Come riferisce il sociologo e scrittore belga Léo Moulin (1906-1996) “un secolo prima della Magna Charta d’Inghilterra, esisteva il Capitolo generale di Citeaux: sono stati i monaci, insomma, ad aver inventato, gettato le basi dello spirito democratico“.

Tra le tante innovazioni/scoperte della Chiesa quindi, può annoverarsi anche quella della prima costituzione, o quanto meno, quella di aver predisposto le basi necessarie per la democrazia ed aver mostrato, nei fatti, che la carità è alla base della vita democratica.

In ogni caso, anche se qualcuno volesse ancora attribuire il primato alla Magna Carta, va evidenziato che, sicuramente, essa è stata influenzata dalla Carta Caritatis proprio in virtù del fatto che l’arcivescovo di Canterbury autore del documento (la Magna Carta), aveva certamente conosciuto tale documento.

Oggi il cristianesimo viene continuamente attaccato e sbeffeggiato da più fronti, sempre con maggiore veemenza, e ad ogni occasione lo si vuole ridurre a qualcosa di privato e personale, a una fede quasi da nascondere o della quale addirittura vergognarsi.

Duemila anni fa Gesù diceva che “la verità vi farà liberi”. Probabilmente la ragione dell’assalto al cristianesimo è proprio questo: privarci della libertà e della democrazia.

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