In Pakistan la conversione forzata è diventata uno strumento per perseguitare i cristiani e le minoranze
Di Emanuela Maccarrone
Tra gli usi e costumi consolidati in Pakistan, ne spicca uno in particolare che riguarda le minoranze religiose presenti nel paese.
E’ frequente che ragazze minorenni appartenenti ad altre religioni, come quella cristiana, siano costrette a contrarre matrimonio con uomini musulmani e a convertirsi all’islam. E’ quanto emerge da un recente articolo di VaticanNews.
Un caso recente riguarda un’adolescente cristiana di 13 anni rapita mentre giocava in prossimità della sua casa, a Karachi. I genitori, che al momento del fatto non erano presenti, hanno contattato un commissariato locale ricevendo, invece dell’aiuto, dei documenti che attestano non solo la libera volontà della ragazza a contrarre il matrimonio, ma anche la conversione all’Islam e la maggiore età della tredicenne.
In Pakistan, infatti, i sequestri di persona sono punibili anche con la pena di morte e i matrimoni contratti con i minori di 18 anni sono illegali.
I genitori della ragazza, a questo punto, hanno richiesto l’aiuto delle autorità ecclesiastiche locali trovando un supporto nella Commissione nazionale per la giustizia e la pace, al momento disponibile per avviare le procedure legali.
Questa ‘uso locale’, purtroppo, sembra non trovare un ostacolo in Pakistan. La stessa Commissione per i diritti umani del Pakistan ha affermato: “La dura realtà è che non sono considerate un reato, tanto meno come un problema che dovrebbe interessare l’opinione pubblica”. Anche il presidente del National Christian Party, Shabbir Shafqat, ha aggiunto: “In Pakistan la conversione forzata è diventata uno strumento per perseguitare i cristiani e le minoranze”.
Inutili gli sforzi delle minoranze religiose nel chiedere una tutela da parte delle autorità governative. Un recente tentativo di introdurre una legge in questo senso, “Protection of Rights of Minorities Bill 2020” presentato dal membro della Lega Musulmana del Pakistan (N), il senatore Javed Abbasi, è stata respinta dalla Commissione per gli affari religiosi del Senato.
In base a quanto sostiene il cristiano pakistano Aftab Alexander Mughal, direttore della rivista “Minority concern”, neanche l’impegno del Primo Ministro Imran Khan riesce a impedire le discriminazioni contro le minoranze religiose che si manifestano con attacchi presso i luoghi di culto o con atti di blasfemia.