Shemà. Commento al Vangelo del 21 ottobre della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà. Commento al Vangelo del 21 ottobre della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

 

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO di mercoledì 21 ottobre 2020

Nel vangelo di oggi Gesù ci invita ancora alla vigilanza, raccontando una parabola che suscita subito l’intervento di Pietro. E subito comprendiamo che in effetti quello che noi abbiamo identificato come il “capo degli apostoli” è, in realtà,  il personaggio del Vangelo che ci assomiglia un pò tutti perché è quasi sempre lui che cerca chiarimenti da Gesù e ci dà l’occasione di capire meglio: “Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?“, chiede Pietro. Ecco,  spesso anche noi pensiamo che certi richiami di Gesù non riguardino proprio noi che ogni giorno cerchiamo di ascoltare la Parola di Dio, certe volte pensiamo che i richiami di Gesù servano soprattutto a chi è ancora in ricerca o a quelli che tengono Dio lontano. Potrebbe poi avvenire anche il contrario: se uno è neofita nella fede pensa che tutti i richiami di Gesù siano per lui, mentre con quelli che sono più avanti nel cammino Gesù sia più amabile, più dolce, secondo quello che noi intendiamo per dolcezza e amabilità. E invece il Vangelo oggi, grazie a Dio, ci fa capire che le parole di Gesù sono per tutti. Anzi, percepiamo, nella risposta di Gesù a Pietro, che più uno è amico di Gesù, più Gesù affida. C’è un’aspettativa maggiore di Gesù su chi lo ama. Santa Teresa d’Avila, che da poco abbiamo festeggiato, diceva spesso quando si trovava nelle difficoltà: “Bene, Signore, ora ho capito perché hai così pochi amici”. In modo molto ironico, era una donna molto simpatica, Teresa di Gesù aveva capito che il Signore ha delle aspettative su di noi. Allora questa parabola di oggi, è proprio per me e per te, per tutti noi che abbiamo avuto la grazia di incontrare Gesù e di credere in Lui. Perché siamo noi, che sentiamo l’urgenza di lasciarci lavorare dentro dal Signore, di convertirci, perché possiamo essere sempre più leggeri, freschi, entusiasti della nostra fede. Il Signore desidera che noi siamo senza durezze, senza rigidità, ma che viviamo con rigore le esigenze della nostra fede, perché senza rigore potremmo adagiarci o irrigidirci nelle nostre abitudini. Gesù allora oggi ci avverte: “A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più”.  Il Signore non sopporta che ci adagiamo! Il suo desiderio è che ciascuno di noi possa dare del suo meglio, perchè la nostra felicità sia piena. Notiamo allora che sono un pò di giorni che il Vangelo ci mostra questa urgenza di vigilare, di restare svegli, attenti. Preghiamo per saper rispondere a questa aspettativa di Gesù su di noi! Ricordiamoci della fiducia che ci fa il Signore lungo tutto questo giorno. Custodiamo nel cuore le parole del Santo Padre papa Francesco con le quali concludo questa mia breve meditazione del vangelo di oggi: “Gesù vuole che la nostra esistenza sia laboriosa, che non abbassiamo mai la guardia, per accogliere con gratitudine e stupore ogni nuovo giorno donatoci da Dio. Ogni mattina è una pagina bianca che il cristiano incomincia a scrivere con le opere di bene” E poi aggiunge “Nessuna notte è così lunga da far dimenticare la gioia dell’aurora. Nella monotonia di certi giorni sempre uguali è nascosto un mistero di grazia…Se rimaniamo uniti a Gesù, il freddo dei momenti difficili – ha continuato il Papa – non ci paralizza; e se anche il mondo intero predicasse contro la speranza, se dicesse che il futuro porterà solo nubi oscure, il cristiano sa che in quello stesso futuro c’è il ritorno di Cristo“. Buona giornata!

Lc 12,39-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire” e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.  A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

 

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