L’iniziativa delle adozioni a distanza non incontri alcuna barriera
Di Nicola Sajeva
L’estate è terminata e anche quest’anno puntuali dietro l’angolo ritroviamo, nonostante il Covid-19: rincari autunnali, stress da ripresa lavorativa, buoni propositi di smaltire i chili di troppo, voglia di testare alcune diete per scegliere poi quella a noi più adatta, possibilità economiche permettendo.
Questi sono i problemi che affliggono quel terzo dell’umanità che costituisce il Nord del Mondo dove tutti possono coniugare facilmente il verbo mangiare e dove le difficoltà le ritroviamo nella scelta della qualità del cibo perché vi sono sempre in agguato le cosiddette malattie del benessere: obesità, diabete, colesterolo che fa capolino, trigliceridi in libera uscita.
Se apriamo una finestra sugli altri due terzi dell’umanità, convenzionalmente definiti Sud del Mondo, prenderemo consapevolezza di quanti problemi comporta la coniugazione del verbo mangiare. L’invito ad aprire questa finestra è per tutti: credenti e non credenti.
I credenti dovrebbero sentire maggiormente l’urgenza di rimuovere dal loro cuore tutto ciò che inibisce all’altruismo di spiccare il volo, di liberare la fantasia per proporre soluzioni, di riconoscere in ogni uomo un fratello da amare. Non possono infatti eludere il primo e il più importante comandamento che parla di un amore senza frontiere, libero dalle pastoie della convenienza e del calcolo, deciso a non effettuare sconti, pronto infine ad evolvere naturalmente nella compassione e nella misericordia. Due parole queste ultime da molti lette come termini di un melenso pietismo considerato il piatto forte del bigotto ma che invece, risalendo al vero significato, esprimono un amore pronto alla vera, completa condivisione e decisamente proteso a mettere in cantiere tutte le soluzioni possibili. Condivisione e sinceri disinteressati gesti d’amore non creano distacco, posizione non egualitarie, dipendenza psicologica, lesione dell’altrui dignità personale. Nessuno è escluso dall’accedere a queste oasi di convivialità, nessuno è escluso dal vivere momenti di reciproca gratificazione che come pioggia benefica scendono nel cuore dell’uomo.
Io mangio, tu mangi, egli mangia… Rendere possibile questa coniugazione a tutte le latitudini, convivere con una coscienza che non ci rimprovera alcuna omissione, regalare speranza, costruire ponti dove possa transitare una capacità d’amare che non è solo patrimonio di quanti riescono a credere in un Dio creatore di ogni cosa, rappresenta per tutti una possibilità, una occasione di sentirsi protagonisti attivi e responsabili nel processo evolutivo della convivenza umana.
Egli mangia? Stacchiamo e localizziamo nei contesti del nostro mondo di benessere la prima e la seconda persona e lasciamo che la terza persona rimanga a dibattersi nell’incertezza di ogni domanda. Rendere positiva o negativa la risposta dipende da noi, dipende dalla maturazione del nostro cristianesimo, dipende dalla crescita umanitaria del mondo laico.
L’iniziativa dell’adozione a distanza non incontra alcuna barriera: trova risposta sia nel mondo intellettuale o facoltoso che nella famiglia dove la ricchezza dei valori soffia il tepore della serenità anche in situazioni economiche non proprio fiorenti; trova risposta all’interno delle aule scolastiche e nel bilancio della vecchietta che vive solo di pensione.
Io mangio, tu mangi, egli mangia. Rendiamo possibile questa coniugazione in ogni angolo della terra, in ogni angolo di questo villaggio globale che ci rende tutti vicini, uno accanto all’altro.