La vita domestica della Santa Famiglia di Nazareth
Informazione Cattolica vi offre una pagina al giorno (in una nostra versione nell’italiano odierno) del libro scritto da San Giovanni Bosco, nel lontano 1867, ma tuttora attuale, sulla VITA DI SAN GIUSEPPE SPOSO DI MARIA SANTISSIMA «PADRE PUTATIVO DI GESÙ CRISTO».
“Et erat subditus illis” (“E Gesù era ad essi ubbidiente”, Lc II,51).
Il santo Vangelo dopo aver raccontato i principali tratti della vita di Gesù fino all’età di dodici anni, giunto a questo punto racchiude tutta la vita privata di Gesù fino a trent’anni in queste brevi parole: “Gesù era obbediente a Maria ed a Giuseppe”.
Queste parole, mentre nascondono ai nostri sguardi la gloria di Gesù, rivelano in magnifico aspetto la grandezza di Giuseppe.
Se l’educatore d’un principe occupa una dignità onorifica nello stato, quale deve essere la dignità di Giuseppe, mentre fu incaricato della educazione del Figlio di Dio!
Gesù, cui le forze erano cresciute con gli anni, diventò l’allievo di Giuseppe. Egli lo seguiva nelle sue giornate di lavoro, e sotto la sua direzione apprese il mestiere del falegname.
San Cipriano, vescovo di Cartagine, scriveva circa nell’anno 250 dell’era cristiana, che si conservavano ancora con venerazione aratri fatti dalla mano del Salvatore. Era senza dubbio Giuseppe che ne aveva dato il modello e che aveva diretto nella sua bottega la mano del Creatore di ogni cosa.
Gesù voleva dare agli uomini l’esempio dell’obbedienza anche nelle più piccole circostanze della vita. Così si fa vedere ancora presso di Nazareth un pozzo, cui Giuseppe mandava il divino fanciullo ad attingere l’acqua per i bisogni della famiglia.
Ci mancano i particolari circa questi anni laboriosi che Giuseppe passò a Nazareth con Gesù e Maria. Ciò che possiamo dire senza timore di ingannarci è che Giuseppe lavorava senza tregua per guadagnare il pane quotidiano. La sola distrazione che si permetteva era di conversare bene e spesso col Salvatore, le cui parole rimanevano profondamente scolpite nel suo cuore.
Agli occhi degli uomini Gesù passava per figlio di Giuseppe. E questi, la cui umiltà era tanto grande quanto l’obbedienza, serbava entro se stesso il mistero che era incaricato di proteggere con la sua presenza.
“Giuseppe, dice Bossuet, vedeva Gesù e taceva; egli lo gustava e non ne parlava; si contentava di Dio solo senza dividere con gli uomini la sua gloria. Compiva la sua vocazione, perché come gli apostoli erano ministri di Gesù Cristo conosciuto, Giuseppe era il ministro ed il compagno della sua vita nascosta”.