Shemà. I demoni si sottomettono ai discepoli ma Gesù alza il tiro

Shemà. I demoni si sottomettono ai discepoli ma Gesù alza il tiro

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

 

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IL COMMENTO TESTUALE

Sabato 3 ottobre 2020

Rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli“. Soffermiamoci oggi su questa meravigliosa espressione di Gesù. I discepoli tornano contenti dalla missione, entusasti perché i demoni si sottomettono a loro e Gesù, con lo stile di un Rabbi e la delicatezza di Dio, sposta l’attenzione dei discepoli, e la nostra, oltre le nostre glorie, i nostri traguardi che agli occhi di Dio sono così poco, e ci porta a guardare sempre più in profondità: la gioia profonda del discepolo inviato ad annunciare l’amore di Dio, non è quella di aver fatto tante cose per il Signore, non è aver superato dei traguardi nel nostro percorso, ma aver sperimentato quanto siamo amati, tutti! Dalle parole di questo Vangelo comprendiamo, allora, che tutto nella vita, anche i nostri successi, in realtà non dipendono da noi, ma dall’amore che Dio Padre ha avuto per noi chiamandoci semplicemente a vivere, a esistere! Se siamo davvero cristiani, ci dovrebbe bastare questo per essere felici, perché sia che viviamo dei successi, sia che subiamo delle sconfitte, il nostro sguardo non si abbasserà a vedere le cose della terra, ma si innalzerà a contemplare il cielo, lì dove, ci assicura Gesù, sono scritti i nostri nomi, cioè, secondo la Bibbia, la nostra vera realizzazione. Anche la prima lettura, tratta dal Libro di Giobbe al capitolo 42, ci ricorda questa verità: “Davvero ho esposto cose che non capisco, cose troppo meravigliose per me, che non comprendo. Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto.“, afferma Giobbe, dopo aver vissuto tanto dolore, a dire che l’esistenza stessa, contemplata con gli occhi di chi desidera conoscere Dio, ci apre inevitabilmente a una nuova visione e quindi a una nuova conoscenza di Dio. E’ per questo che Gesù dice ai discepoli “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete“. Se impariamo a gioire delle piccole cose della vita, a essere felici per la semplice esistenza, apriremo gli occhi e saremo beati, Gesù stesso chiama “beati” le persone che aprono gli occhi e li alzano al cielo, senza cercare le glorie inutili e vane degli uomini. Allora oggi chiediamo allo Sprito Santo di darci la beatitudine che promette oggi Gesù in questo Vangelo: una gioia più grande dei nostri meriti, più grande dei nostri successi, la gioia di poter aprire gli occhi alla luce, che ci faccia risplendere della vera Luce e ci riempia il cuore di felicità. Buona giornata! 

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

 

LE LETTURE DEL GIORNO

Prima Lettura

Gb 42,1-3.5-6.12-16

Dal libro di Giobbe
Giobbe prese a dire al Signore:
«Comprendo che tu puoi tutto
e che nessun progetto per te è impossibile.
Chi è colui che, da ignorante,
può oscurare il tuo piano?
Davvero ho esposto cose che non capisco,
cose troppo meravigliose per me, che non comprendo.
Io ti conoscevo solo per sentito dire,
ma ora i miei occhi ti hanno veduto.
Perciò mi ricredo e mi pento
sopra polvere e cenere».
Il Signore benedisse il futuro di Giobbe più del suo passato. Così possedette quattordicimila pecore e seimila cammelli, mille paia di buoi e mille asine. Ebbe anche sette figli e tre figlie. Alla prima mise nome Colomba, alla seconda Cassia e alla terza Argentea. In tutta la terra non si trovarono donne così belle come le figlie di Giobbe e il loro padre le mise a parte dell’eredità insieme con i loro fratelli.
Dopo tutto questo, Giobbe visse ancora centoquarant’anni e vide figli e nipoti per quattro generazioni. Poi Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni.

Salmo Responsoriale 118

RIT: Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo, Signore.

Insegnami il gusto del bene e la conoscenza,
perché ho fiducia nei tuoi comandi.
Bene per me se sono stato umiliato,
perché impari i tuoi decreti.

Signore, io so che i tuoi giudizi sono giusti
e con ragione mi hai umiliato.
Per i tuoi giudizi tutto è stabile fino ad oggi,
perché ogni cosa è al tuo servizio.

Io sono tuo servo: fammi comprendere
e conoscerò i tuoi insegnamenti.
La rivelazione delle tue parole illumina,
dona intelligenza ai semplici.

Vangelo

Lc 10, 17-24
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

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