Shemà: “Dobbiamo risorgere ogni giorno come corpo spirituale”
Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.
Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
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IL COMMENTO TESTUALE
Sabato 19 settembre 2020
C’è un’azione che torna nella liturgia di oggi, sia nella prima che nella seconda lettura, un’azione che dà senso a questo giorno, giorno di sabato, ma un pò a ciascun giorno della nostra vita. L’azione è quella del seminare. Ricorre nella prima Lettura (1Cor 15,35-37.42-49), dove San Paolo scrive:”Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore. Quanto a ciò che semini, non semini il corpo che nascerà, ma un semplice chicco di grano o di altro genere. Così anche la risurrezione dei morti: è seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità; è seminato nella miseria, risorge nella gloria; è seminato nella debolezza, risorge nella potenza; è seminato corpo animale, risorge corpo spirituale.” L’azione del seminare, quì è ripresa da San Paolo come atto simbolico della risurrezione.
Nel Vangelo Gesù racconta una parabola che illustra e specifica l’azione del seminare, affermando lui stesso che chi semina è colui che getta il seme della Parola di Dio, che, secondo la cultura del tempo, non indica solo la parola in sé, ma l’azione, la vita che ha generato quella parola. Il seme della Parola di Dio, allora, non è semplicemente il fonema, il suono della parola, ma la vita di Colui che la porta! Ecco perché l’azione del seminare è letta nella fede delle comunità cristiane, come ci mostra Paolo, nel senso di morire e risorgere, cioè del passaggio, o dei numerosi passaggi, che siamo chiamati a vivere per l’eternità.
Comprendiamo allora che Gesù oggi ci chiede di accogliere il seme della vita eterna per custodirla e produrre frutto, con perseveranza, cioè risorgendo ogni giorno di più come corpo spirituale.
Per questo oggi lodiamo insieme il Signore e ripetiamo nel cuore il ritornello del Sal 55 che sarà proclamato in questa liturgia di oggi: “Camminerò davanti a Dio nella luce dei viventi. Si ritireranno i miei nemici, nel giorno in cui ti avrò invocato; questo io so: che Dio è per me. In Dio, di cui lodo la parola, nel Signore, di cui lodo la parola, in Dio confido, non avrò timore: che cosa potrà farmi un uomo? Manterrò, o Dio, i voti che ti ho fatto: ti renderò azioni di grazie, perché hai liberato la mia vita dalla morte, i miei piedi dalla caduta.”
IL COMMENTO IN VIDEO: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos
GIULIVA DI BERARDINO*
* Giuliva Di Berardino, laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la “Licenza ad docendum” in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Dopo aver vissuto alcuni anni in Francia,insegna danza di lode e di adorazione. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia” (ed. dell’Immacolata), in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. Insegnante Religione Cattolica nella scuola pubblica ed è Pedagogista del movimento e liturgista.