No alla prima comunione senza tampone. Don Iapicca: “folle dittatura che avanza”
A cura della Redazione
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ACCADE ANCHE QUESTO…
“Purtroppo non è un incubo, è la realtà. Non giudichiamo le persone, non trovandoci in una situazione analoga non possiamo giudicare. Ma registrare una folle dittatura che avanza e prende possesso delle nostre vite, delle nostre liturgie, delle nostre comunità, lo dobbiamo fare”.
Così don Antonello Iapicca ha commentato su Facebook la notizia di una sindaca, Elisa Deo, prima cittadina di Galeata, paese di poco più di 2.500 abitanti in provincia di Forlì, che ha comunicato ai suoi concittadini la decisione di non fare dare (il parroco sarebbe d’accordo) il sacramento della prima comunione ai bambini che non hanno fatto il tampone.
“Dittatura subdola e strisciante che si insinua per dividerci, per renderci nemici armati gli uni contro gli altri. Non ci rendiamo conto di quello che sta succedendo?”, ha commentato don Iapicca.
“Una foto come quella che vediamo nell’articolo è agghiacciante, il segno di una resa incondizionata alla dittatura e al terrorismo (tra l’altro i guanti non servono a nulla…). Non possiamo permettere che il demonio riesca a dividerci. E c’è un solo modo perché ciò non avvenga, ravvivare, ridestare, seminare, fortificare, gestare e far maturare la fede. La crisi evidenziata dal covid è solo una grandissima crisi di fede, e ci sgomenta come nessuno o quasi ne parli. La paura ci tiene schiavi e sotto ricatto dell’ideologia dominante. Certo, è una crisi che viene da lontano, ma ora esplosa in tutta la sua drammaticità. Se la paura fa trangugiare ogni follia e sopruso ( il martirio non c’entra nulla), allora vuol dire che la fede è evaporata. O torniamo alla fede o saranno sofferenze inenarrabili, quelle degli apostati”, ha rilevato il missionario.
“Catechesi, catechismo, liturgie, dobbiamo difendere le fonti della vita e della fede con tutto noi stessi. Il demonio ha capito che se riesce ad impadronirsi della fonte di acqua viva per le nostre anime, a gestirla lui in nome di un buonismo e ‘altruisismo’ sanitario, ha vinto. Mentre noi sappiamo che ha già vinto Cristo, e ci offre anche in questo tempo la sua vittoria. Preghiamo per non cadere in tentazione, e per difendere la fede e non farci tamponare l’anima con i sensi di colpa, per vedere se siamo buoni, altruisti, tolleranti e con una fede cieca nella narrativa di regime. Abbiamo fede solo in Dio, perché lo sappiamo vero? tutto il resto è vanità e un inseguire il vento”, ha concluso don Iapicca.