Scontro sul Si e il No al referendum di due giuristi

Scontro sul Si e il No al referendum di due giuristi

di Daniele Trabucco

GLI INTERESSI POLITICI IN CAMPO

Ne “Il Fatto Quotidiano” del 30 agosto 2020, diretto dal dott. Marco Travaglio, é stata riportata un’intervista della prof. ssa Lorenza Carlassare, Emerita di Diritto Costituzionale presso la Scuola di Giurisprudenza dell’Universitá degli Studi di Padova. Nulla da eccepire sull’autorevolezza e sull’innegabile contributo scientifico della costituzionalista, tuttavia le argomentazioni riportate a favore del sí al referendum oppositivo fissato per i giorni 20/21 settembre 2020 non mi sembrano affatto convincenti.

Dichiara la Carlassare: 1) se vincesse il No, il Testo costituzionale vigente non sarebbe piú cambiato. Un’affermazione priva di fondamento giuridico. Che cosa vieta a future maggioranze parlamentari di procedere ad una revisione parziale o totale della “anfibologica” Costituzione repubblicana secondo la procedura rinforzata dell’art. 138, fatti salvi ovviamente i due limiti: espresso ex art. 139 e tacito (i principi supremi dell’ordinamento costituzionale secondo la nota e storica sentenza n. 1146/1988 della Corte costituzionale)?; 2) Non conta tanto il numero dei parlamentari, quanto il loro rapporto con gli elettori. Di conseguenza, un Parlamento ridotto a 600 membri non significa che sia meno rappresentativo. Mi pare, invece, esattamente il contrario: proprio in virtù della riduzione si allarga il rapporto/relazione tra elettori ed eletti e se i primi oggi sono poco noti, domani lo saranno ancora meno con conseguente difficoltá di selezionare adeguatamente gli interessi politici in campo.

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