Stop ai bloccanti della pubertà
A cura della Redazione
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DAL REGNO UNITO È ARRIVATO UNO STORICO STOP A BLOCCANTI PUBERALI PER MINORI. ORA ANCHE L’ITALIA SI ADEGUI
La decisione del Regno Unito di vietare a tempo indeterminato la somministrazione di farmaci ormonali per bloccare lo sviluppo puberale dei minori di 18 anni incerti sulla loro identità sessuale è una svolta storica, dopo che la Commissione di esperti indipendenti ha evidenziato l’esistenza di “un rischio inaccettabile per la sicurezza nella prescrizione continuata di bloccanti della pubertà ai minori”.
Il Regno Unito aveva già iniziato lo stop dei bloccanti a marzo. Successivamente a maggio il governo aveva introdotto un altro divieto d’emergenza, impedendo la prescrizione dei farmaci da parte di medici europei o privati, infine lo scorso novembre aveva esteso il divieto – allora solo temporaneo – di somministrazione di ormoni che sopprimono la pubertà.
Ora auspichiamo che anche in Italia le società scientifiche e le autorità sanitarie si adeguino il prima possibile a quelli che si stanno consolidando come i nuovi standard internazionali sul trattamento della presunta disforia di genere nei minori, impedendo ai centri ospedalieri che attualmente trattano tali problematiche di continuare a somministrare farmaci come la Triptorelina in pazienti giovanissimi in base al cosiddetto “approccio affermativo”, che tratta la presunta disforia come una “varianza” naturale da assecondare anche clinicamente.
La svolta britannica conferma ancora di più quanto sia assurdo e dannoso che le scuole italiane stiano consentendo ad alunni e studenti di scegliere se essere trattati come maschi o femmine con la “Carriera Alias”, un regolamento totalmente illegittimo in voga negli istituti che rischia di rafforzare nei minori l’assurda idea di essere “nati nel corpo sbagliato” sulla base di sensazioni anche momentanee spesso dovute a problematiche o disagi personali del tutto distanti dalla disforia di genere.
* Portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus