Spagna, il Tribunal Supremo rifiuta di registrare i bimbi nati da utero in affitto all’estero

Spagna, il Tribunal Supremo rifiuta di registrare i bimbi nati da utero in affitto all’estero

di Angelica La Rosa 

NONOSTANTE L’ILLEGALITÀ DELLA MATERNITÀ SURROGATA, MOLTE COPPIE SPAGNOLE SI RIVOLGONO A PAESI COME GLI STATI UNITI, IL MESSICO O L’UCRAINA, DOVE QUESTA PRATICA È CONSENTITA, PER POI CERCARE DI REGOLARIZZARE LA SITUAZIONE DEI FIGLI NEL territorio SPAGNOLO

La Corte Suprema spagnola, il Tribunal Supremo, si rifiuta di registrare i bambini nati tramite maternità surrogata all’estero, definendo questa pratica come sfruttamento delle donne e violazione della dignità umana.

Più precisamente secondo l’Alta Corte questo tipo di contratti “implicano lo sfruttamento delle donne” e trasformano i bambini in “semplici merci”.

Il caso analizzato dalla Corte riguarda una coppia che, sulla base di una sentenza di un tribunale statunitense, ha cercato di registrare i loro due figli nati in Texas (USA). La sentenza del tribunale nordamericano ha obbligato la madre surrogata a consegnare i bambini dopo il parto, eliminando ogni possibilità di rifiuto.

La Corte Suprema spagnola ha indicato che la pratica della maternità surrogata viola l’integrità morale della donna incinta e del minore. Inoltre, mette in guardia sui rischi per la salute delle donne sottoposte a trattamenti ormonali aggressivi e sottolinea l’assenza di un controllo adeguato sull’idoneità dei futuri genitori.

Nella loro risoluzione, gli alti magistrati spagnoli sottolineano che “il consenso della donna incinta si ottiene mediante pagamento o compenso”, il che costituisce una frode nel quadro giuridico spagnolo. Sottolineano, inoltre, che la realizzazione dell’interesse superiore del minore non può essere definita in base alla volontà degli aspiranti genitori.

Questa decisione è in linea con le precedenti sentenze che hanno respinto tentativi simili. Nonostante l’illegalità della maternità surrogata in Spagna, molte coppie spagnole si rivolgono a paesi come gli Stati Uniti, il Messico o l’Ucraina, dove questa pratica è consentita, per poi cercare di regolarizzare la situazione dei figli nel territorio spagnolo.

La Corte Suprema ha sottolineato che negli Stati Uniti la maternità surrogata è diventata un “enorme business”, con prezzi che superano i 120.000 euro, secondo i dati dell’agenzia Gestlife. Una parte di questo importo è destinata alle madri incinte, ma la corte ritiene che questo pagamento implichi l’oggettificazione sia delle donne che dei bambini.

La sentenza conclude invocando la tutela dei diritti fondamentali delle madri incinte e dei minori, avvertendo sulle possibili conseguenze della convalida di questo tipo di contratti in Spagna. “Altrimenti, si incentiverebbe l’attività delle agenzie intermediarie, garantendo loro una garanzia legale per attirare futuri clienti, a scapito dei diritti delle donne e dei bambini”, ha stabilito la Corte.

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