Elton John: “No alla Cannabis, crea dipendenza”
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IL CANTANTE CONTRARIO ALLA LEGALIZZAZIONE DELLA MARIJUANA
“La marijuana dà dipendenza e porta a altre droghe. La legalizzazione della marijuana in America e in Canada è uno dei più grandi errori di tutti i tempi. Quando sei fatto, e io sono stato fatto, non pensi normalmente”.
A dirlo è il cantante britannico Elton John. Intervistato da Time magazine si schiera contro la legalizzazione della cannabis. Evidentemente ha capito i rischi legati alla legalizzazione della cannabis, i danni fisici, psicologici e sociali che la sostanza comporta.
La cannabis, purtroppo, è uno dei temi più discussi degli ultimi anni, con una crescente pressione da parte di alcuni gruppi politici e sociali per promuoverne la legalizzazione. Questo movimento, purtroppo, non solo ignora le prove scientifiche sui danni fisici e psicologici della sostanza, ma tende anche a romanticizzare un fenomeno che può avere conseguenze devastanti per la salute pubblica, la sicurezza e il benessere sociale.
La cannabis, infatti, non è una sostanza innocua e la sua legalizzazione non è una panacea per i problemi legati al mercato nero o alla criminalità. Al contrario, comporterebbe un aggravamento dei danni fisici, psicologici e sociali. Le evidenze scientifiche dimostrano chiaramente che la cannabis è una sostanza che danneggia la salute e la qualità della vita, provocando danni irreversibili a milioni di persone in tutto il mondo. La legalizzazione della cannabis non dovrebbe essere vista come un passo verso la libertà, ma come una pericolosa illusione che minaccia la nostra salute, la nostra sicurezza e la nostra società.
Uno degli argomenti più frequentemente sottovalutati dai sostenitori della legalizzazione è il potenziale dannoso per la salute fisica causato dall’uso della cannabis. La cannabis, infatti, non è una sostanza innocua: contiene numerosi composti chimici che interagiscono con il nostro organismo e che possono provocare danni sia a breve che a lungo termine. In primo luogo, va sottolineato che il consumo di cannabis può avere gravi effetti sul sistema respiratorio. Fumare cannabis, sebbene spesso minimizzato rispetto al fumo di sigarette, comporta l’inalazione di sostanze chimiche dannose, come il monossido di carbonio, il catrame e altri composti tossici che compromettono la funzionalità polmonare. Studi epidemiologici hanno dimostrato che i consumatori regolari di cannabis hanno una probabilità significativamente maggiore di sviluppare bronchiti croniche, difficoltà respiratorie e, in alcuni casi, anche tumori polmonari. Questo rischio è amplificato dall’aumento del contenuto di THC nelle varietà moderne di cannabis, che portano gli utenti ad assumerne quantità più elevate rispetto al passato.
Oltre agli effetti sul sistema respiratorio, la cannabis ha anche implicazioni negative sul sistema cardiovascolare. Numerosi studi hanno evidenziato come l’uso regolare di cannabis possa aumentare il rischio di infarti e ictus, in particolare tra i giovani e coloro che già presentano fattori di rischio cardiovascolare. Il consumo di cannabis aumenta infatti la frequenza cardiaca, abbassa la pressione arteriosa e può alterare il ritmo cardiaco, creando una situazione di stress per il cuore.
I danni psicologici associati al consumo di cannabis sono, forse, l’aspetto più preoccupante in assoluto. La cannabis è stata riconosciuta come una sostanza psicotropa in grado di alterare in modo significativo le funzioni cerebrali, modificando le percezioni sensoriali, la memoria e l’umore. Uno dei principali problemi legati al consumo di cannabis è il rischio di sviluppare disturbi psichiatrici, soprattutto tra i soggetti vulnerabili. L’uso prolungato di cannabis è stato associato a un incremento del rischio di sviluppare psicosi, in particolare nei giovani. Studi hanno dimostrato che le persone che consumano cannabis in età adolescenziale sono più suscettibili a sviluppare schizofrenia e altre forme di psicosi. L’alterazione dei circuiti cerebrali causata dal THC – il principale composto psicoattivo della cannabis – interferisce con il normale sviluppo del cervello, che continua a maturare fino alla fine dell’adolescenza e nei primi anni di età adulta. L’esposizione precoce al THC aumenta il rischio di disturbi psicotici in età adulta, con conseguenze devastanti sulla vita delle persone e delle loro famiglie.
La cannabis è anche una sostanza altamente dipendenza, che porta a un fenomeno di tolleranza (ossia la necessità di consumare quantità sempre maggiori per ottenere lo stesso effetto) e di astinenza. Sebbene meno visibile rispetto ad altre droghe, la dipendenza da cannabis è una realtà concreta che colpisce milioni di persone. La sintomatologia da astinenza include ansia, irritabilità, insonnia e depressione, con un impatto negativo sulla qualità della vita e sul funzionamento sociale e lavorativo. Un altro problema correlato al consumo di cannabis è la difficoltà di concentrarsi e di prendere decisioni. L’uso regolare della sostanza, infatti, compromette la memoria a breve termine e le funzioni esecutive, che sono fondamentali per il normale svolgimento delle attività quotidiane. Gli studenti, ad esempio, che consumano cannabis frequentemente hanno risultati scolastici più bassi, un minor livello di motivazione e una tendenza ad abbandonare gli studi. Questo comportamento è in parte legato all’effetto “amotivazionale” che la cannabis ha su molte persone, una condizione in cui l’individuo perde interesse per le attività che richiedono impegno e responsabilità.
Al di là degli effetti individuali sulla salute, la legalizzazione della cannabis comporta anche gravi ripercussioni sociali. Il consumo di cannabis, infatti, non è un’attività privata che riguarda solo l’individuo: ha un impatto diretto sulla collettività, sulla sicurezza stradale, sulla produttività e sul benessere generale della società.
In primo luogo, la legalizzazione della cannabis aumenterebbe il numero di consumatori, specialmente tra i giovani. L’accesso legale e facilitato alla sostanza farebbe diminuire la percezione del rischio legato al suo consumo, inducendo più persone, in particolare adolescenti e giovani adulti, a sperimentarla. Questo fenomeno sarebbe particolarmente pericoloso in un periodo cruciale della vita, quando il cervello è ancora in fase di sviluppo e particolarmente vulnerabile agli effetti nocivi della sostanza.
In secondo luogo, l’uso di cannabis è strettamente legato a un incremento degli incidenti stradali. Numerosi studi hanno evidenziato come il consumo di cannabis alteri le capacità motorie e cognitive, riducendo la capacità di concentrazione, di giudizio e di reazione in situazioni di emergenza. La guida sotto l’effetto della cannabis aumenta significativamente il rischio di incidenti, mettendo a repentaglio non solo la vita del conducente, ma anche quella degli altri utenti della strada.
La legalizzazione potrebbe anche incentivare la diffusione della cannabis tra le persone vulnerabili, come quelle con disabilità psicologiche o fisiche, e aumentare il carico sulle strutture sanitarie e sociali. Il trattamento dei disturbi causati dal consumo di cannabis, compresa la dipendenza e i problemi psichiatrici, comporterebbe un ulteriore onere per il sistema sanitario, che già fatica a far fronte alle malattie causate da altre sostanze.
Molti sostenitori della legalizzazione della cannabis ritengono che l’accesso regolamentato a questa sostanza ridurrebbe i rischi legati al consumo illecito, alla criminalità e alla qualità del prodotto. Tuttavia, questo approccio non solo è miope, ma dimostra anche una totale mancanza di comprensione delle reali problematiche sociali e sanitarie legate alla droga.
L’illusione di un “mercato sicuro” non elimina i danni reali che la cannabis provoca. Non c’è mai un modo sicuro di consumare una sostanza che agisce sul cervello e sul corpo umano, alterando la percezione, il comportamento e la capacità di prendere decisioni razionali. Legalizzare la cannabis non significa semplicemente “controllare” la sostanza, ma normalizzare un comportamento che ha effetti devastanti, sia sulla salute mentale che fisica, in modo inaccettabile per la nostra società.
L’effetto di normalizzazione del consumo di cannabis potrebbe, inoltre, aprire la strada alla legalizzazione di altre sostanze ancora più pericolose, creando una spirale di liberalizzazione che finirebbe per minare il tessuto sociale. La legalizzazione della cannabis rappresenta, quindi, una sconfitta delle politiche di prevenzione e del principio di responsabilità collettiva.