L’Italia, il presepe e la memoria corta…
di Angelica La Rosa
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PRESEPE A SCUOLA: IL DIBATTITO, STERILE, SI RIACCENDE
Come ogni anno, in prossimità del Santo Natale viene accesa, ad arte, la sterile polemica di qualche presepe allestito nelle scuole pubbliche.
In questo 2024 ad innescare il dibattito è stato un pessimo articolo pubblicato su un altrettanto pessimo quotidiano, Il Domani (edito da Carlo De Benedetti, e basterebbe questo per non leggerlo!), giornale che si contraddistingue per le sue posizioni fortemente anticristiane.
Una madre si è interrogata sull’opportunità di allestire un presepe nell’atrio della scuola primaria frequentata da suo figlio. La domanda che si pone è: “Perché c’è ancora un presepe nella nostra scuola?”, sempre più frequentata – è il leit motiv del testo – da bambini di origine straniera, appartenenti a religioni diverse dal cristianesimo.
La madre racconta di aver sollevato la questione nella chat del comitato genitori, chiedendo chi avesse deciso di allestire il presepe e, vista la giusta risposta di molti genitori che si sono espressi per la difesa di questo simbolo tradizionale italiano, non trovato di meglio da fare che parlare di atteggiamento radicato di esclusione e razzismo da parte degli italiani.
Ricordiamo a questa mamma, e a coloro che hanno cavalcato la sterile polemica, che il presepe è una delle tradizioni più care e radicate nella cultura italiana, un simbolo che attraversa secoli di storia e che oggi è conosciuto in tutto il mondo. La sua origine, sebbene legata alla celebrazione del Natale, affonda le sue radici nel Medioevo, e da allora il presepe italiano ha avuto un impatto significativo sia sul piano religioso che sul piano artistico e culturale, diventando nel corso dei secoli una tradizione condivisa da nord a sud del Paese, con diverse varianti che riflettono la ricchezza delle tradizioni locali.
La sua origine, sebbene profondamente cristiana, è anche legata ad una visione che affonda nella cultura popolare, arricchendosi di una dimensione visiva e narrativa che ha avuto e continua ad avere un forte impatto sulla società. Il primo vero esempio di rappresentazione della Natività risale al XIII secolo, quando San Francesco d’Assisi, nella piccola città di Greccio, decise di allestire una rappresentazione vivente della nascita di Cristo. Fu un atto di grande significato religioso, volto a rendere la storia della Natività più accessibile e vicina alla gente, soprattutto alla popolazione che non era in grado di leggere i testi sacri.
San Francesco, infatti, pur essendo un uomo di fede profonda, comprendeva l’importanza di un linguaggio visivo che potesse comunicare il messaggio evangelico in modo diretto e comprensibile. La rappresentazione vivente di Greccio fu la prima forma di quello che oggi chiamiamo presepe. Questo evento segnò l’inizio di una tradizione che avrebbe rapidamente preso piede in tutta Italia, e in seguito in tutto il mondo, trasformandosi in una delle tradizioni natalizie più popolari.
Nel corso dei secoli, il presepe subì un’evoluzione artistica che lo trasformò da semplice rappresentazione della Natività a una vera e propria scena di vita quotidiana. La città di Napoli, in particolare, divenne il centro di questa trasformazione. Già nel XVII secolo, i maestri artigiani napoletani iniziarono a creare presepi che non solo riproducevano la nascita di Gesù, ma arricchivano la scena con una serie di personaggi che rappresentavano la vita quotidiana dell’epoca.
Questo tipo di presepe, noto come “presepe napoletano”, è famoso per la sua ricchezza di dettagli, la sua complessità e l’abilità artigianale con cui vengono realizzati i personaggi. I maestri artigiani napoletani erano esperti nel modellare figure di terracotta e nel dipingere i volti e gli abiti con grande realismo. I presepi napoletani includono una vasta gamma di personaggi, dai pastori ai contadini, dai mercanti ai nobili, che rappresentano una scena vivente della vita popolare dell’epoca.
Questa evoluzione non è solo un fenomeno estetico, ma anche culturale. Il presepe napoletano riflette infatti un’idea di sacralità che non si limita alla Natività, ma che abbraccia tutto l’universo umano. Gesù bambino è posto al centro di una scena che non solo racconta la sua nascita, ma che allo stesso tempo include tutte le sfaccettature della vita quotidiana, creando un legame tra il sacro e il profano, tra la divinità e l’umanità.
Se Napoli rappresenta l’apice dell’evoluzione artistica del presepe, le varianti regionali italiane sono altrettanto significative e interessanti. Ogni regione d’Italia ha sviluppato il proprio stile di presepe, riflettendo la storia, le tradizioni e le peculiarità culturali del territorio. In Lombardia, ad esempio, i presepi sono spesso più sobri e centrati sulla rappresentazione della scena della Natività, con figure più stilizzate e meno dettagliate rispetto ai presepi napoletani. Al contrario, in Sicilia, i presepi riflettono l’influenza della cultura araba e normanna, con scene che evocano atmosfere più orientali e esotiche.
In altre regioni, come la Toscana o l’Emilia-Romagna, i presepi sono spesso caratterizzati da una forte componente religiosa, con scene che enfatizzano la sacralità dell’evento della Natività. In queste tradizioni, il presepe è meno un elemento di spettacolo artistico e più un mezzo per educare e trasmettere valori spirituali.
Il presepe, pur avendo origini religiose, ha sempre avuto anche una forte componente comunitaria. In molte città e paesi italiani, la costruzione del presepe è un’attività che coinvolge l’intera comunità, unendo persone di diverse età e provenienze sociali. Durante il periodo natalizio, le piazze e le chiese si riempiono di presepi, alcuni dei quali sono veri e propri capolavori d’arte, realizzati con materiali pregiati e con una meticolosa attenzione ai dettagli. Il presepe diventa così non solo un elemento di riflessione religiosa, ma anche un’opportunità per esprimere l’identità culturale e artistica di una comunità.
Le mostre di presepi, che si tengono ogni anno in molte città italiane, sono occasioni di incontro e di scambio, dove visitatori da tutto il mondo possono ammirare la varietà e la bellezza delle tradizioni italiane legate al presepe. Queste manifestazioni sono anche una testimonianza della vitalità della tradizione, che continua a essere viva e dinamica, in grado di rinnovarsi pur rimanendo fedele alle sue radici.
Questa mamma deve rassegnarsi al fatto che il presepe italiano continua a essere una tradizione viva e ampiamente diffusa. La sua evoluzione non si è fermata al XIX secolo, ma ha visto anche l’introduzione di nuove forme e nuovi materiali. In molte case, il presepe è ancora costruito con le mani, ma oggi si possono trovare anche presepi elettronici, presepi animati, e persino presepi virtuali, che permettono di vivere l’esperienza del Natale in modo innovativo.
Nonostante queste innovazioni, il cuore del presepe resta invariato: rappresentare la nascita di Gesù e raccontare una storia che parla di speranza, di pace e di amore. Il presepe, infatti, non è solo un’opera d’arte, ma anche un veicolo di valori universali che continuano a parlare a persone di ogni cultura e religione.
Ma questo le persone con la memoria corta lo dimenticano.