Le 3 fasi per compiere in noi il piano divino di salvezza

Le 3 fasi per compiere in noi il piano divino di salvezza

di Padre Giuseppe Tagliareni

CONVERSIONE, SANTIFICAZIONE E GLORIFICAZIONE

Il Padre dei cieli ci ha creati per renderci simili a Suo Figlio e partecipi della sua gloria eterna. Il peccato non ha fatto cambiare il Suo obiettivo, ma ha richiesto l’opera della Redenzione degli uomini, fatta mediante la Croce di Gesù. L’offerta del Sacrificio di Cristo sul Calvario quale Vittima per tutti i peccati del mondo, ci ha ottenuto la “Grazia” che è vita divina e la realizzazione del piano divino di Salvezza, opera delle Tre Persone divine.

Questo avviene in tre fasi:

a) conversione; b) santificazione; c) glorificazione. La prima avviene sulla terra; la seconda in parte nella vita presente e se necessario in nel Purgatorio; la terza nel Cielo. In tutte e tre le fasi, l’agente divino principale è lo Spirito Santo. Il Figlio è il modello e la causa esemplare: suo è il merito e il Regno. Il Padre è la Potenza che a tutti dà l’essere. Se nella creazione si vede il Suo amore, ancor di più questo si vede nella comunicazione delle Sue perfezioni e della Sua santità. Egli ci ama tanto da darci non solo l’esistenza ma anche Se stesso!

La conversione

L’uomo nasce nel peccato e vive da peccatore. Anche se battezzato, di solito presto perde la Grazia di Dio, si allontana dai Sacramenti e non rispetta i Comandamenti di Dio. Così vive in peccato: la sua anima è morta alla Grazia; si carica di vizi e di peccati; merita la divina condanna e l’Inferno. Sono la gran parte dei cristiani che vivono così nella colpevole lontananza dalla Chiesa.

La conversione è un dono grandissimo di Dio. Inizia quando l’uomo riceve la luce dello Spirito Santo e comincia a vedere la sua misera condizione di lontananza da Dio, di vuoto esistenziale, di paura e angoscia per il futuro; le sue innumerevoli colpe gli danno rimorso e pena; gli sorge forte la voglia di tornare a Dio, nella sua casa, nella comunione col Padre come il figliol prodigo della parabola (cfr. Lc 15,11-32). È Dio Padre che chiama il peccatore ad uscire dalla miseria e tornare a casa.

Inizia allora un movimento di “ritorno”: il figlio scopre la presenza benevola di Dio, che lo abbraccia e perdona pienamente; sente il cuore alleggerirsi delle tante colpe passate e riempirsi di gioia crescente; gli viene dato un “cuore nuovo” e “uno spirito nuovo” (cfr. Ez 11,19): si scioglie in lacrime, sente la gioia di vivere, gusta le cose di Dio, ritorna a pregare con fervore, vede il mondo con occhi nuovi, desidera conoscere sempre più la Parola di Dio e il Cielo promesso.

Il convertito è un “uomo nuovo” (Ef 4,24), che vede tutto con occhi nuovi e scopre che l’amore è l’unica cosa che conta, il vero impegno di vita, la più vera offerta da fare a Dio e il più grande dono da fare al prossimo. Zaccheo una volta convertito, diede metà dei suoi beni ai poveri: non come un’elemosina o risarcimento, ma come un espandersi della sua gioia per aver ritrovato Dio e se stesso in Dio, amato e ricercato da Lui. La conversione è ciò che più consola il cuore di Dio.

La santificazione

Con il perdono sacramentale della Confessione ritorna la vita di grazia e va accrescendosi ogni giorno di più con gli altri mezzi della grazia: la preghiera costante, l’Eucaristia frequente, il compi-mento esatto dei propri doveri, le opere di carità e di misericordia. Occorre che si sviluppi nell’anima l’organismo soprannaturale, tutto un corredo di virtù teologali e morali, di doni di Spirito Santo che facciano sempre meglio rassomigliare a Cristo.

Tutto questo non si ottiene in poco tempo. Bisogna liberarsi non solo dei peccati commessi, ma anche delle loro radici, delle male tendenze, delle cattive abitudini contratte e colmare le numerose lacune nella vita spirituale, istruendosi soprattutto sulla Bibbia e sulla dottrina cattolica, che tanti Santi ha fatto nella storia. È questo un lavoro che deve continuare tutta la vita.

Dio ci vuole santi come Gesù, ma questo non si può ottenere se non c’è l’azione segreta dello Spirito Santo, stabilmente operante nell’anima come Suo tabernacolo; gli sforzi umani non bastano. Per questo solo i cristiani possono farsi santi, cioè fare regnare la grazia nei loro cuori, mentre tutti gli uomini di buona volontà possono essere giusti e onesti.

Ciò che più ci santifica è fare la volontà di Dio ogni istante, imitando Gesù e la Vergine Maria e ciò anche nei momenti dolorosi e di passione. Il dolore fu da loro accettato come mezzo di redenzione offerto a Dio. Per noi peccatori convertiti il dolore è mezzo di purificazione e di salvezza, è il modo più concreto di seguire Gesù Cristo portando la propria croce quotidiana e non per rassegnazione ma per amore spinto fino al sacrificio di sé.

La glorificazione

Siamo destinati al Cielo, a vedere Dio e partecipare alla Sua Gloria. Egli non è geloso delle Sue prerogative, ma ha gioia nel donarsi, nel rendere perfette e sante le Sue creature fatte a Sua immagine e somiglianza. Gli esempi eccelsi sono Gesù e Maria, il nuovo Adamo e la nova Eva; essi partecipano in modo diverso ed eccelso la santità di Dio, sia nell’anima che nel corpo ormai risorto e vivente in eterno.

Trasfigurato sul monte Tabor, Gesù fece vedere per un attimo la sua gloria ai tre Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni: il suo volto divenne splendente come il sole e le sue vesti candidissime e luminose, brillanti di luce divina. Fu un assaggio di Cielo, di quella condizione che è riservata ai figli di Dio che sono giudicati degni di vederlo e di possederlo.

“Dio è luce” (1 Gv 1,5): quelli che gli si avvicinano diventano un pò come Lui. La Sua luce li invade dal di dentro, dall’anima, e trasfigura il corpo di vita divina. Con la luce Dio comunica agli eletti le Sue prerogative di potenza, sapienza e amore, la Sua beatitudine, l’immortalità, la piena comunione con Lui (Trinità) e con tutti i Beati del Cielo. E questa condizione durerà in eterno.

La gloria dei Beati è partecipazione alla Gloria di Dio, Signore di tutte le cose visibili ed invisibili. Nulla potrà mai danneggiarla o diminuirla, né si potrà perderla. Confermati in grazia, essi non potranno più peccare né morire né decadere dal loro stato di felicità piena ed eterna. Al paragone, tutta la gloria terrena (potenza, denaro, successo, ricchezze, fasto, etc.) è solo vanità, vera spazzatura, destinata a sparire molto presto, come la storia dimostra.

Ai Suoi eletti Dio farà giustizia: ricompenserà le loro fatiche fatte per il Regno dei Cieli, riconoscerà i loro sforzi contro il male e l’impero di Satana, farà cadere le calunnie e le falsità dei loro nemici, manifesterà il loro grande amore per Dio e per il prossimo, li glorificherà davanti ai Suoi Angeli, li gratificherà con la Sua vita divina, consegnerà loro la nuova dimora eterna nel Suo Regno.

Anche la Chiesa sarà glorificata come Sposa immacolata dell’Agnello, in un banchetto nuziale degno di Dio. A questa somma felicità si aggiungerà la gioia della salvezza dei propri cari e la Comunione con tutti i Santi per godere Dio in un giorno senza fine.

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