La fede parolaia

La fede parolaia

di don Ruggero Gorletti 

GIOVEDÌ DELLA PRIMA SETTIMANA DI AVVENTO 

Dal vangelo secondo Matteo 7,21.24-27

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

COMMENTO

Poche pagine evangeliche come quella della parabola della casa sulla roccia sanno rendere con forza l’idea di quanto sia inutile una fede fatta solo di parole. Una fede che si nutre di parole, di sentimenti, di emozioni, ma che non diventa concreta, che non modifica il modo di pensare e di agire, che non incide nella vita quotidiana, che non è rilevante nelle piccole e grandi scelte dell’esistenza, è una fede vuota. Una fede simile è inutile, e porta alla rovina della vita: «la sua rovina fu grande». Chiediamo al Signore di aiutarci a mettere in pratica le parole del Signore: spesso questo richiede sforzo, sacrificio, rinuncia, ma non dobbiamo temere, quando cerchiamo di fare la sua volontà, l’aiuto di Dio non ci può mancare!

 

Foto di lisa runnels da Pixabay

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