Storie di mobbing nella scuola
A cura della Redazione
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ARRIVA L’AUDIOLIBRO DI “USI E ABUSI DEL POTERE”
Quando si pensa al mobbing nella scuola, si pensa al bullismo e alle prepotenze tra ragazzi, dimenticando gli insegnanti. Per meglio dire, si pensa anche agli insegnanti in termini degli abusi che questi sopportano da parte degli alunni stessi. Invero, anche la scuola è un ambiente di lavoro e, come in molti altri luoghi, i conflitti fra colleghi e con i superiori non sono sempre intonati al quieto vivere ed alla collaborazione.
Nel libro “Usi e abusi del potere – Storie di mobbing nella scuola”, Olga Serina racconta in prima persona le sue esperienze negative che le è capitato di vivere nel corso della sua carriera scolastica. È un’opera meritoria, in quanto mette in luce i caratteri, le invidie, le incomprensioni che si celano dietro le quinte e che non contribuiscono di sicuro alla serenità che gli educatori dovrebbero avere o mostrare davanti agli alunni. Il libro è scritto bene, con un crescendo di avvenimenti che crea una certa suspense e che coinvolge il lettore, tanto da farlo parteggiare per l’una o l’altra parte.
Nella seconda parte del libro, si parla della buona scuola e l’autrice si sofferma ad esaminare gli inconvenienti che si riscontrano, dispensando consigli e pareri sui comportamenti da adottare. Sembrerebbero suggerimenti scontati, la normalità, ma evidentemente così non è, come altri episodi ci insegnano. In essi si scorge una buona dose di saggezza e di obiettività e c’è da augurarsi che essi vengano letti e fatti propri dagli insegnanti o da chi sulla scuola deve sorvegliare, come per esempio nell’intelligente capitolo sulla videosorveglianza nelle aule. Serina conclude con un episodio finale che potrebbe stare nella prima parte, trattando ancora delle angherie cui a volte si è sottoposti da supponenti e disonesti superiori. In questo racconto possiamo intravvedere un riassunto dei capitoli precedenti e l’autrice ammonisce a mantenere la guardia alta, se veramente si vuole orientare la scuola verso una “Buona Scuola”.
Il libro si suddivide in due parti: – la prima riguarda storie di mobbing nella scuola, vissute in prima persona; – la seconda parte si riferisce a diverse riflessioni in merito a questo fenomeno, alla “Buona Scuola” e in particolare al mal costume nell’ambiente scolastico.
Il contenuto di queste pagine è come una continuazione del precedente libro: SOS SCUOLA (pubblicato nel 2013) con la differenza che in quello l’autrice ha voluto raccogliere tante testimonianze da parte di operatori scolastici, in particolare di docenti, dal Nord al Sud dell’Italia, in merito a fatti incresciosi e ingiustizie, dovuti ad abusi e a comportamenti palesemente scorretti. In questo libro, invece, ha affrontato prevalentemente fatti vissuti in prima persona, senza nominare ovviamente persone o luoghi in cui sono avvenuti i fatti. Entrambe le opere sono accomunate da un unico filo conduttore e l’autrice ha voluto evidenziare come la storia si ripeta e come esistano le stesse dinamiche che destabilizzano il sereno svolgimento delle proprie mansioni nell’ambiente di lavoro.
“Il libro è dedicato a tutti i colleghi e agli operatori scolastici che hanno dato e continuano a dare un contributo alla Scuola Pubblica e in particolare a chi nel corso della propria carriera, dovendosi confrontare con questo increscioso fenomeno, non si è arreso e pur dovendo lottare, ha continuato a svolgere il proprio dovere”, ha dichiarato Olga Serina.
Nella presentazione del libro Silvio Sgamma ha scritto:
Ancora un libro di notevole interesse, “che mi onoro venire a presentare” ci viene offerto dalla eclettica artista Olga Serina, che intende darci con questo suo nuovo capolavoro: l’opportunità, il piacere di leggere, apprendere e commentare. Il tema attuale, riguarda in linea di massima la scuola, in rapporto al comportamento dei dirigenti, degli educatori, dei genitori e naturalmente degli apprendisti futuri adulti. La chiave di lettura che in questo caso Olga ci propone, potrebbe facilmente prestarsi a equivoci di sorta, per cui mi premuro precisare che le negative critiche tra le righe espresse, soprattutto al riguardo comportamentale “poco lineare e talvolta propendente verso l’illecito anche penale” di certi addetti ai lavori, non sono volte tanto ad incolpare quei protagonisti che nell’area scolastica comunque bene o male continuano a operare e tirare la carretta, quanto invece a metterne in evidenza le lacune spiacevoli e dannose che infestano i campi, seminando zizzania. Lo scopo dello scritto è chiaramente quello di migliorare le strutture portanti della nostra società, renderle maggiormente funzionali e corrette ed in questo caso, ovviamente il racconto della scrittrice si allaccia alla struttura educativa scolastica, dove tra l’altro, serpeggia purtroppo il tanto deplorevole offensivo e dannoso mobbing. Ciò che la scrittrice tra gli incisi intende cautamente sottolineare, è palese e facilmente comprensibile. È più che logico che culli ella stessa il sogno e la bramosia di onestà, coerenza e trasparenza, con cui vorrebbe che i nostri comunitari istituti poggiassero su solide durature fondamenta. Naturalmente, Olga si rivolge al complesso scolastico, ove presta servizio in qualità d’insegnante, ove ha trascorso per lunghi anni le funzioni di precaria e dove finalmente oggi è insegnante di ruolo. Ora per arrivare alla vittoria finale e perché la nostra società guarisca dal progressivo sgretolante morbo e soprattutto della sfrenata ambizione d’arrivismo di taluni contendenti, la strada è lunga, erta e faticosa, fa capo all’utopia forse più fantasiosa e come Olga sempre tra le righe ci vuole comunicare: “Non si vincono le battaglie con la sola forza della speranza, ma lottando strenuamente con l’animo onesto, senza paure, sotterfugi e sfuggevoli subdoli inganni”.