Mons. Maniago e l’anno Pastorale dell’Arcidiocesi di Crotone-Santa Severina

Mons. Maniago e l’anno Pastorale dell’Arcidiocesi di Crotone-Santa Severina

di Salvatore Barresi

“IN ATTESA OPEROSA”

L’Arcivescovo Mons. Claudio Maniago, amministratore apostolico dell’Arcidiocesi di Crotone-Santa Severina, ha inaugurato l’anno Pastorale 2024/2025 alla presenza dei sacerdoti, dei diaconi, dei religiosi, delle consacrate e del popolo di Dio. Un momento solenne che ha segnato l’avvio di un nuovo cammino di chiesa locale, che seppur, ad oggi è ancora senza il Vescovo Ordinario, la Chiesa di Crotone rimane un’istituzione viva e intelligente e sa leggere i segni dei tempi. Una comunità in cammino verso il futuro, come ha affermato l’Arcivescovo Maniago nel suo messaggio per l’anno pastorale 2025, intitolato “in attesa operosa”, la Chiesa di Crotone ha registrato, in questo anno che si conclude, un grande fermento e la voglia di rispondere in maniera adeguata e consapevole alle sfide che l’epoca contemporanea ci pone. Anche se ci potrebbe essere una tentazione di vivere questo tempo come un momento di sospensione o di attesa passiva del nuovo pastore che il Santo Padre designerà per la Chiesa di Crotone-S. Severina, questo è il tempo favorevole nel quale lo Spirito Santo chiama tutta la comunità diocesana a crescere nella realizzazione della “fase profetica” del Cammino Sinodale delle Chiese in Italia e all’avvio del Giubileo del 2025, venticinquesimo giubileo universale ordinario della storia della Chiesa cattolica.

La Chiesa di Crotone, perseverante e concorde nella preghiera, è in attesa del dono dello Spirito, attendendo il nuovo Vescovo quale segno sacramentale della cura di Dio verso questa terra martoriata e abbandonata, piena di problemi sociali, economici e ambientali. Un territorio che deve riflettere sui processi attraverso i quali la Chiesa si trasforma, e sui percorsi che dobbiamo intraprendere. Mons. Maniago, nel messaggio per l’anno pastorale 2025, con un forte monito di incoraggiamento, ha sottolineato come sia importante, nella fase profetica del cammino sinodale, portare a maturazione quelle scelte, collegate alla propria realtà, che possono già essere decise e messe in atto nella Chiesa locale, richiamando, in questo tempo di attesa e di speranza, l’attenzione sul centro della fede cristiana, Gesù morto e risorto, definendolo la via e la ragione del cammino ecclesiale, che continua a plasmare la nostra Chiesa. Anche se, nella chiesa locale crotonese, accade che la maggior parte dei cattolici vive la religiosità in modo individualista, lontani dalla Chiesa perché non valorizza i laici in gamba, come evidenzia una recente ricerca del Censis: “l’annotazione che nella Chiesa i cristiani di valore, intraprendenti, non trovino posto”.

Mons. Maniago, continuando nella sua riflessione, ispirandosi alle parole di San Paolo: «La speranza non delude», ha delineato tre dimensioni fondamentali che segneranno il cammino dell’Arcidiocesi: l’attesa del nuovo Pastore, la fase profetica del Cammino Sinodale e il Giubileo della Speranza del 2025. È vero che dobbiamo prepararci ad accogliere il nuovo Vescovo, che sarà designato da Papa Francesco, ma è anche vero che dobbiamo vivere questo tempo con spirito di preghiera e corresponsabilità, prendendosi cura della Chiesa locale e facendo memoria del bene ricevuto nel cammino sinodale. Il mio pensiero, nell’attesa del nuovo Vescovo, è che la Chiesa non può che mettersi in ascolto, offrendo ai crotonesi non solo una serie di proposte ma il coinvolgimento nella vita comunitaria, per farli sentire a casa.

Il Cammino Sinodale Diocesano, con tutti i limiti possibili e immaginabili, ha aiutato a cogliere una Chiesa di Crotone che si mette in gioco, che cerca, che non si limita ad aspettare. La fase profetica, terza e ultima fase del Cammino sinodale diocesano, che si svilupperà nel 2025, in contemporanea con l’Anno Santo, ha il compito di deliberare per giungere attraverso decisioni condivise, a un consensus fidelium, cioè il consenso dei fedeli cristiani per l’applicazione di eventuali innovazioni nella vita pastorale della comunità dell’Arcidiocesi di Crotone-Santa Severina. Infine, siamo agli sgoccioli del Giubileo 2025, di cui il motto ufficiale, scelto personalmente dal pontefice, è “Pellegrini di speranza”.

La Chiesa locale di Crotone dovrà vivere l’Anno Giubilare come un’opportunità per rinnovare la vita di fede attraverso il cammino penitenziale, il pellegrinaggio e l’indulgenza plenaria, riscoprire la dimensione comunitaria delle fede, l’impegno per la giustizia e la pace e non ultima la cura della casa comune, ascoltando “il grido della terra e il grido dei poveri” come recita la Lettera Enciclica Laudato si del Santo Padre Francesco. Il mio pensiero è che la chiesa di Crotone deve affrontare e vincere le sfide che la contemporaneità le presenta quando è unita a Gesù e quando agisce in modo comunitario. Nessuno basta a se stesso e la missione evangelizzatrice si compie solo se tutte le membra restano legate al corpo unico della Chiesa.

Infine, quale membro dell’équipe diocesana del Cammino Sinodale, sono convinto che il servizio che il Sinodo diocesano è chiamato a rendere al nuovo Vescovo che verrà, non è quello di sostenerlo nel suo giudizio sulle cose da fare o da non fare, ma di esprimergli le attese del popolo di Dio, soprattutto quelle più innovative, che gli richiedono un’incessante opera di discernimento per il bene della Chiesa crotonese, da inseguire di tempo in tempo con un’attenta lettura dei «segni dei tempi».

 

* Diacono

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