Gli astri predispongono, non determinano

Gli astri predispongono, non determinano

di Alvise Parolini

ASTROLOGIA NATURALE E ANGELOMACHIA IN OBBEDIENZA AL MAGISTERO ECCLESIALE

Spesso oggi parlare di astrologia rimanda immediatamente a quelle dinamiche fatalistiche e scaramantiche che il mondo dello spettacolo e del gossip ci propone in televisione oppure evoca scenari di rituali magici ed occulti del grande calderone dello spiritualismo esoterico. L’impressione generale è che si tratti di questioni sgradite allo Spirito Santo.

Tale prima impressione è innegabilmente corretta, dal momento che sebbene le informazioni desunte dalle analisi di un Paolo Fox o dalla praticante di wiccan della porta accanto possano spesso centrare il segno, nondimeno esse minano al senso di ecclesialità ed all’alleanza del credente col Dio Salvatore, Gesù Cristo, che diede al Suo Pietro la facoltà di sciogliere e legare sulla Terra ciò che corrispondentemente viene sciolto e legato in Cielo (Matteo 16,19).

“Il fatto che gli astrologi spesso predichino il vero può essere spiegato in due modi. Primo, perché la massa degli uomini segue le passioni corporali, e quindi i loro atti per lo più seguono l‘inclinazione dei corpi celesti; mentre sono pochi, cioè i saggi soltanto, che pensano a governare con la ragione queste inclinazioni. Perciò gli astrologi in molti casi predicono il vero; e specialmente a proposito degli avvenimenti pubblici, che dipendono dalla moltitudine. Secondo, per un intervento diabolico” (Summa Theologiae, parte II-II, questione 95, articolo 5).

Nonostante queste doverose premesse, è bene ricordare che nella Summa, il Dottore Angelico aveva anche spiegato il principio di sovranità del libero arbitrio rispetto alle masse planetarie nei seguenti termini: “Quindi i corpi celesti non possono essere la causa diretta degli atti del libero arbitrio. Tuttavia essi possono inclinare ad agire in un dato senso come predisposizioni: poiché influiscono sul corpo umano, e quindi sulle facoltà sensitive le quali, attuandosi in organi corporei, influiscono come inclinazioni sugli atti umani. Siccome però le potenze sensitive ubbidiscono alla ragione, come insegna il Filosofo [l. cit. 3, 11; Ethic. 1, 13], questa inclinazione non impone alcuna necessità al libero arbitrio, ma l‘uomo può agire contro l’inclinazione dei corpi celesti.” (Summa Theologia, ibidem).

“Astra inclinant non determinant”, ovvero gli astri muovono gli organi corporei e le passioni umane, ma l’ultima parola spetta alla volontà, che può assecondarle esercitando realmente la propria libertà. Da notare che anche sottomettere abitualmente la ragione alle passioni, è esercitare un atto di libertà, sebbene vizioso.

Detto ciò si potrebbe subito concludere: A cosa giova per un anima credente approfondire ulteriormente un argomento sul quale ha già dato una risposta soddisfacente Tommaso, col rischio poi di finire sui sentieri pericolosi già condannati dal Magistero ecclesiastico?

Tale conclusione, per il teologo e lo studioso, risulta a dir poco affrettata e rifugge il rigore di un’analisi ragionata. Importante è infatti capire da un lato cosa la Chiesa abbia condannato del macroargomento “scienza degli astri”, da un altro bisogna specificare il ruolo degli angeli nella dinamica degli influssi planetari ed infine l’utilità che ne può derivare dall’applicazione di questo sapere nell’ambito delle relazioni sociali e, dunque, della pastorale diocesana ed universale della Chiesa, punto – quest’ultimo – che magari affronteremo in un altro articolo.

Nel 1586 il “Coeli et Terrae Creator” di Papa Sisto V e nel 1631 la bolla “Inscrutabilis Judiciorum Dei Altitudo” di Papa Urbano VIII (in base alla testimonianza dello stesso Fra Tommaso Campanella, scopriamo che il papa fu purtroppo ipocrita nella vita privata), segnano la definitiva condanna dell’astrologia giudiziaria.

Sisto V, in particolare, è molto chiaro a specificare l’oggetto della condanna: “[Dio] riserbò a sé solo la scienza delle cose c’hanno a venire e la cognizione delle future. […] Per antivedere i futuri avvenimenti e futuri casi – eccettuando quelli che da le cause naturali necessariamente o per il più sogliono nascere, quali non appartengono alla divinazione – non si hanno alcune arti o scienze; ma solo fallaci e vane, per astutia d’uomini scelerati et fraudi de’ demoni introdotte”.

Per Sisto V il rischio è che questi astrologi giudiziari: “[…] temerariamente presumono di antivedere, giudicare ed affermare dello stato di ciascun uomo, condizione, corso di vita, onori, ricchezze, prole, salute, morte, viaggi, combattimenti, inimicizie, carceri, occisioni, vari pericoli, ed altri casi ed eventi prosperi ed avversi, non senza gran pericolo d’errore ed infedeltà”.

Più recentemente, il catechismo romano al paragrafo 2116, conferma la condanna anche della scienza astrologica intesa come forma di divinazione e di manipolazione: “Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che a torto si ritiene che “svelino” l’avvenire [cfr. Dt 18,10; Ger 29,8]. La consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium occultano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l’onore e il rispetto, congiunto a timore amante, che dobbiamo a Dio solo”.

Ora che abbiamo mostrato come è attualmente normata la disciplina astrologica – permettendo quella naturale (come anche testimonia l’erezione della relativa cattedra alla pontificia università La Sapienza da parte di Papa Leone X) e condannando quella predittiva -, passiamo ora a spiegare come si inseriscano gli angeli in questo discorso.

Dice sempre San Tommaso: “Oltre a quelli che dipendono dalle forme, esistono nei corpi altri moti locali: così il moto dell’alta e bassa marea non dipende dalla forma sostanziale dell’acqua marina, ma dall’influsso della luna. A più forte ragione, dunque, alcuni moti locali possono dipendere dall’influsso di sostanze spirituali. Gli angeli, causando per primo il moto locale, possono per mezzo di esso causare altri moti, servendosi cioè di agenti corporei per produrre tali effetti; come un fabbro che usa il fuoco per rendere malleabile il ferro” (Summa Theologiae, parte I-I, questione 110, articolo 3).

Dal momento che l’universo, in tutta la sua concreta ampiezza e nelle sue varie dimensioni verso la trascendenza o verso l’immanenza, è quel campo di battaglia tra il bene e il male né stoico (atarassico) e né manicheo (senza vincitori), ecco che chiaramente è lecito ipotizzare chissà quante “angelomachie” in ogni parte dell’universo affinché tutto, pianeta dopo pianeta, galassia dopo galassia, sia sottomesso a Cristo Re dell’Universo.

Dunque trovandoci concretamente ad analizzare un tema natale zodiacale (la composizione del cielo fisico nell’istante di nascita di un uomo o una donna), è necessario tenere in conto che quello “screenshot cosmico” è la fotografia degli influssi planetari sulla città di nascita dove un neonato ha appena respirato – e così portato nel suo circolo sanguigno – l’aria così caratterizzata.

La prima ore di vita extrauterina diventa così la prima ora di “corrazzamento” dagli influssi non più mediati dalla madre, ora che per tutta la vita costituirà il fondo dell’anima, ovvero l’anima sensitiva (che sta sotto l’anima spirituale e quella razionale), quel luogo dove secondo molti teologi e mistici – come Meister Eckhart – “Dio abita”.

Noi al momento non sappiamo se gli angeli siano impegnati in una guerra di trincea o fredda tra i pianeti del sistema solare oppure se e come essi combattano attivamente su Orione, oppure presso il sistema della Lira o nell’ammasso delle Pleiadi, ma possiamo comunque dire che la dinamica complessiva di quello che succede lassù arriva quaggiù alla velocità della luce (tenendo conto che ogni sistema planetario ha una diversa distanza dalla Terra e pianeti limitrofi), intrecciandosi con le influenze massive dei pianeti e satelliti vicini su di noi – ovvero Mercurio, Venere, Luna, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone – e finendo per costituire quella materia o dinamica sulla quale opera la forma o energia degli atti di volontà dell’uomo, il tutto sotto la conduzione provvidente del Dio Crocifisso Trionfante e degli angeli che custodiscono in loco l’umanità.

In un prossimo articolo approfondiremo le possibili applicazioni pratiche di tali influenze energetico-massive nella nostra vita sociale e religiosa, specificatamente in ottica sia vocazionale che escatologica, esaltando quanto già l’opera della Redenzione abbia concesso di ottenere da vocazioni apparentemente “sbagliate” miracoli di genio, maestria o santità, in forza del sacrificio di adattamento tra dovere ed inclinazione.

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