L’UNIFIL e le violenze di Hezbollah
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LA DIFFICOLTA’ DI RAGGIUNGERE UNA PACE STABILE IN LIBANO
In Libano, dopo due mesi di scontri violentissimi, alle 4 (ora locale) del mattino di mercoledì 27 novembre 2024 è iniziato il cessate il fuoco tra Israele e Libano (anche se lo Stato ebraico è in guerra con Hezbollah). Il governo libanese si è fatto garante del cessate il fuoco da parte di Hezbollah. Formalmente, l’accordo di cessate il fuoco ha una durata di 60 giorni. Potrebbe, però, finire prima in caso di violazione da una delle due parti. Se resisterà per tutti i due mesi, fino al prossimo 27 gennaio, si dovrà poi fare i conti con Donald Trump alla Casa Bianca, a quella data già insediato.
Il cessate il fuoco interessa anche l’Italia. In che modo? Per via della missione delle Nazioni Unite in Libano, conosciuta come UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon), che è stata istituita nel 1978, con l’intento di mantenere la pace e la stabilità lungo la zona di confine tra Libano e Israele, dopo l’invasione israeliana del sud del paese.
Nel corso degli anni, UNIFIL ha avuto un ruolo importante nel tentativo di evitare l’escalation del conflitto tra i gruppi armati libanesi, in particolare Hezbollah, e le forze israeliane. Tuttavia, nonostante gli sforzi della missione di mantenere l’ordine e prevenire violenze, la violenza che è stata perpetrata e continua ad essere messa in atto da Hezbollah, rappresenta una delle principali minacce alla sicurezza e alla pace. Con il passare degli anni, UNIFIL ha svolto un ruolo fondamentale nel disarmo delle milizie e nel monitoraggio delle attività di Hezbollah, un gruppo armato sciita che ha guadagnato influenza nel paese. Tuttavia, UNIFIL ha incontrato numerosi ostacoli nella realizzazione della sua missione. Una delle principali difficoltà è stata la mancanza di cooperazione da parte delle autorità libanesi e delle forze politiche interne. Mentre Hezbollah, che è anche un partito politico, ha costruito una forte rete di potere nel paese, riuscendo a esercitare una significativa influenza sull’armamento e sulle operazioni militari, UNIFIL ha faticato a contrastare la sua espansione e le sue attività. Inoltre, nonostante la presenza di 15.000 soldati di pace provenienti da diversi paesi, la missione a guida italiana non ha avuto la capacità di smantellare effettivamente le forze armate di Hezbollah, che è riuscita a mantenere il suo arsenale e a crescere in potenza, grazie anche al supporto da parte dell’Iran e di altre forze regionali.
Hezbollah è nato negli anni ’80 come un movimento di resistenza contro l’occupazione israeliana del sud del Libano. Ma negli anni si è evoluta da una milizia locale a una potente organizzazione paramilitare con legami stretti con l’Iran e la Siria. Mentre parte della sua ideologia si concentra sulla liberazione del Libano dall’influenza occidentale e israeliana, Hezbollah ha espanso le sue ambizioni politiche e militari, diventando un attore centrale nel conflitto siriano e assumendo un ruolo destabilizzante in tutta la regione.
Nel corso degli anni, Hezbollah ha acquisito capacità militari sofisticate, tra cui missili a lungo raggio, droni e sistemi di difesa avanzati. Nonostante le risoluzioni ONU e le pressioni internazionali, il gruppo ha continuato a violare le disposizioni che vietano il suo riarmo, non solo lungo il confine israeliano-libanese, ma anche in altre aree del paese, come la capitale Beirut e la valle della Bekaa. Il suo arsenale e la sua crescita come forza armata parallela all’esercito libanese rappresentano una minaccia diretta per la stabilità del Libano e per la pace in tutto in Medio Oriente.
La violenza perpetrata da Hezbollah non si limita solo alle operazioni contro Israele. Il gruppo ha anche condotto attacchi contro le forze armate libanesi e ha perseguito attività terroristiche al di fuori del Libano, come nel caso dell’attentato alla bomba contro la comunità israeliana in Bulgaria nel 2012, e ha supportato milizie filo-iraniane in Siria. La sua retorica e le sue azioni hanno alimentato tensioni settarie e violenza in Libano, con ripercussioni devastanti sul piano sociale e politico.
Le violenze legate a Hezbollah hanno avuto un impatto diretto sulla missione di UNIFIL. Il gruppo ha usato il sud del Libano come una zona di operazioni per condurre attività militari, tra cui il lancio di razzi contro Israele. Questo ha posto UNIFIL in una posizione difficile, poiché le forze di pace non sono state in grado di fermare i lanci di razzi, né hanno potuto smantellare le infrastrutture di Hezbollah, a causa della natura clandestina delle sue operazioni.
Hezbollah, consapevole della presenza di UNIFIL, ha spesso sfruttato la missione come strumento di propaganda, accusando le forze di pace di complicità con Israele o di non fare abbastanza per difendere i libanesi contro le incursioni israeliane. Questa situazione ha contribuito a minare la credibilità della missione, alimentando il discredito da parte della popolazione locale e delle forze politiche libanesi che sostengono il gruppo. Inoltre, le ripetute violenze hanno anche messo a rischio la vita degli stessi soldati di UNIFIL, che si trovano a operare in un ambiente estremamente pericoloso, con attacchi da parte di milizie locali, nonché tensioni interne al Libano tra le diverse fazioni politiche e religiose.
In un contesto così complesso, durante il corso di un cessate il fuoco molto fragile, la missione UNIFIL è chiamata a rivedere le sue strategie e a intensificare gli sforzi per limitare le violenze di Hezbollah. Tuttavia, la sua capacità di operare con efficacia è ostacolata da una serie di fattori, tra cui la mancanza di una politica di disarmo coerente, l’assenza di un piano chiaro per il recupero delle armi di Hezbollah e l’influenza crescente del gruppo sulla politica interna libanese. Le Nazioni Unite e la comunità internazionale devono riconoscere che la situazione in Libano non è solo una questione di conflitto tra Israele e Hezbollah. È, piuttosto, un conflitto complesso che coinvolge questioni interne libanesi, come la corruzione, la gestione delle risorse e le alleanze politiche che sono fortemente influenzate dall’Iran e dalla Siria. Senza un impegno internazionale per affrontare le cause strutturali di questa instabilità e senza una soluzione politica duratura, la missione UNIFIL rischia di essere un palliativo inefficace piuttosto che una soluzione al conflitto.
La missione UNIFIL è chiamata a confrontarsi con un compito arduo: garantire la pace in un paese diviso, dove la violenza e la radicalizzazione sono all’ordine del giorno e dove gli interessi regionali e internazionali complicano ulteriormente ogni tentativo di risoluzione pacifica. Per questo temiamo che, senza un cambiamento fondamentale nel panorama politico del Libano e nella strategia di Hezbollah, la pace duratura rimarrà un obiettivo lontano e difficile da raggiungere.
chi ha scritto questo articolo mente sapendo di mentire!!! siete pagati dal mossad?
Ci faccia sapere come si fa a chiedere dei fondi al Mossad