Come funziona il mandato di arresto internazionale?

Come funziona il mandato di arresto internazionale?

di Angelica La Rosa 

IL MANDATO DI ARRESTO INTERNAZIONALE DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE: COME FUNZIONA?

Nei giorni scorsi la Camera preliminare I della Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per il premier israeliano Benyamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant per “per crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi almeno dall’8 ottobre 2023 fino ad almeno il 20 maggio 2024, giorno in cui la Procura ha depositato le domande di mandato di arresto”. La Corte parla di “un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile di Gaza”.

Ma cos’è il mandato di arresto internazionale?

È uno degli strumenti più significativi a disposizione della Corte penale internazionale (CPI) per perseguire individui accusati di crimini gravi come genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

La sua funzione è centrale per garantire che la giustizia internazionale non sia ostacolata dai confini nazionali e che nessun individuo, indipendentemente dalla sua posizione, possa sfuggire alle proprie responsabilità legali. Ma come funziona esattamente questo meccanismo?

La CPI, istituita dal Trattato di Roma nel 1998 ed entrata in funzione nel 2002, è il primo tribunale internazionale permanente dedicato a perseguire i crimini più gravi che minacciano la pace e la sicurezza globale. Ha giurisdizione su individui, non Stati, e interviene solo quando i sistemi giudiziari nazionali non sono in grado o non vogliono processare tali crimini.

Il mandato di arresto internazionale è uno strumento fondamentale per il funzionamento della Corte. Quando i procuratori della CPI raccolgono prove sufficienti contro un individuo sospettato di aver commesso crimini sotto la giurisdizione della Corte, possono richiedere ai giudici l’emissione di un mandato di arresto. Tale mandato diventa operativo in tutti i paesi che hanno ratificato lo Statuto di Roma.

Il processo di emissione di un mandato di arresto inizia con un’indagine formale condotta dall’Ufficio del Procuratore della CPI. Questo può avvenire in tre modi principali:

1. Rinvio da parte di uno Stato membro: Un paese che ha ratificato lo Statuto di Roma può chiedere alla CPI di indagare su crimini commessi nel proprio territorio o da suoi cittadini.

2. Rinvio da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: Il Consiglio di Sicurezza può autorizzare un’indagine, anche se i crimini sono stati commessi in Stati che non sono membri della CPI.

3. Iniziativa del Procuratore: Il Procuratore della CPI può avviare un’indagine di propria iniziativa, con l’autorizzazione dei giudici, su presunti crimini commessi in Stati membri o da cittadini di Stati membri.

Se, al termine dell’indagine, ci sono prove sufficienti per ritenere che un individuo abbia commesso crimini di competenza della CPI, il Procuratore può chiedere ai giudici di emettere un mandato di arresto. I giudici analizzano le prove e, se le ritengono adeguate, emettono il mandato.

Il mandato di arresto internazionale della CPI è vincolante per tutti gli Stati membri dello Statuto di Roma, che sono obbligati a collaborare con la Corte nell’arresto e nella consegna del sospettato. Tuttavia, il mandato non ha forza esecutiva diretta: la CPI non dispone di una propria forza di polizia e si affida alla cooperazione degli Stati.

Gli Stati che ricevono il mandato devono arrestare il sospettato qualora si trovi nel loro territorio. Tuttavia, l’efficacia del mandato dipende fortemente dalla volontà politica degli Stati membri e dal rispetto degli obblighi internazionali. In alcuni casi, i sospettati riescono a evitare l’arresto sfruttando l’assenza di cooperazione o rifugiandosi in Stati non membri.

Nonostante la sua importanza, il mandato di arresto internazionale della CPI affronta numerose sfide:

1. Mancanza di universalità: Non tutti gli Stati hanno ratificato lo Statuto di Roma, tra cui grandi potenze come Stati Uniti, Cina e Russia. Ciò significa che la CPI non può obbligare questi Stati a collaborare, limitando la sua capacità di agire.

2. Resistenze politiche: In alcuni casi, Stati membri hanno rifiutato di eseguire i mandati, citando ragioni politiche o diplomatiche. Ad esempio, leader accusati continuano a viaggiare liberamente in paesi che non danno seguito al mandato.

3. Risorse limitate: La CPI si trova spesso a operare con risorse finanziarie e logistiche limitate, che ostacolano la capacità di condurre indagini e implementare i mandati.

Un caso emblematico è quello dell’ex presidente sudanese Omar al-Bashir, accusato di crimini contro l’umanità e genocidio per le atrocità commesse nel Darfur. Sebbene il mandato di arresto contro di lui sia stato emesso nel 2009, al-Bashir ha continuato a viaggiare in diversi Stati senza essere arrestato, dimostrando le difficoltà di applicazione del mandato.

Un altro esempio recente è il mandato emesso contro Vladimir Putin nel 2023, accusato di crimini di guerra per il trasferimento forzato di bambini ucraini durante il conflitto in Ucraina. Questo caso ha suscitato grande attenzione mediatica, ma ha anche evidenziato i limiti della CPI nell’agire contro leader di grandi potenze.

Nonostante le difficoltà, il mandato di arresto internazionale della CPI rimane un simbolo potente della lotta contro l’impunità. Rappresenta un monito per i responsabili di crimini internazionali, mostrando che nessuno è al di sopra della legge. Inoltre, invia un messaggio importante alle vittime, affermando che la giustizia, sebbene lenta e complessa, è possibile.

Per rafforzare l’efficacia del mandato, è necessario un maggiore impegno da parte della comunità internazionale. Gli Stati membri devono rispettare i loro obblighi di cooperazione, mentre la CPI deve continuare a migliorare le sue capacità investigative e operative.

Il mandato di arresto internazionale della CPI è un elemento cruciale nella lotta contro i crimini più gravi del mondo. Sebbene sia limitato da ostacoli politici e logistici, rappresenta un passo avanti nella costruzione di un sistema di giustizia globale. La sua efficacia dipenderà dalla volontà collettiva degli Stati di sostenere il principio secondo cui nessuno, nemmeno i leader più potenti, può sfuggire alla responsabilità per i propri crimini.

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Oldest
Newest
Inline Feedbacks
View all comments