Vaccini, Kennedy Jr. e gli attacchi al nuovo corso USA
di Attilio Negrini
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Il decreto Lorenzin, diventato legge nel luglio 2017, segna un punto di svolta nella fiducia mai messa in discussione fino ad allora nei vaccini. Quando di colpo fu stabilita l’obbligatorietà di oltre una decina di vaccinazioni per i minori, fu normale farsi venire qualche dubbio: come mai improvvisamente si avverte questa necessità, visto che non risulta che vi sia una reale emergenza in corso? Come mai tanta severità nell’imporre tale profilassi?
“Il rispetto degli obblighi vaccinali diventa un requisito per l’ammissione all’asilo nido e alle scuole dell’infanzia (per i bambini da 0 a 6 anni), mentre dalla scuola primaria (scuola elementare) in poi i bambini e i ragazzi possono accedere comunque a scuola e fare gli esami, ma, in caso non siano stati rispettati gli obblighi, viene attivato dalla Asl un percorso di recupero della vaccinazione ed è possibile incorrere in sanzioni amministrative da 100 a 500 euro”, questo è quanto si legge sul sito del Ministero della Salute. Vedere nella lista dei vaccini obbligatori quelli riguardanti alcune malattie esantematiche che tutti abbiamo più o meno contratto da bambini senza particolari conseguenze, fece sorgere dei dubbi sulla legge e sul Ministro Lorenzin. Quando da piccoli si prendeva il morbillo o la varicella, si stava a letto qualche giorno, venivamo coccolati, ci regalavano i dolci, i genitori erano contenti perchè “questa è fatta e non ci pensiamo più”.
L’unica preoccupazione era quella di infettarsi da bambini e non rimandare la malattia alla fase adulta con possibili conseguuenze, si diceva, soprattutto per le donne in gravidanza. Quindi, oltre a essere coccolati si cercava di metterci a contatto coi fratelli e coi cugini per infettare tutti e togliersi il pensiero per il futuro. Nessun dramma quindi e, pur non conoscendo le statistiche non ho mai sentito di nessun amichetto o compagno di scuola che avesse subito particolari danni da queste malattie. Quindi primo dubbio: perchè obbligare a vaccinarsi? Secondo dubbio che fece scattare in me l’allerta: si diceva che sarebbe diventata obbligatoria la vaccinazione contro il Papilloma Virus, malattia che può portare al cancro del collo dell’utero e che si contrae tramite rapporto sessuale.
L’imposizione si trasformò in consiglio, recapitato a domicilio con lettere dell’ASL che suggerivano di vaccinare le figlie minorenni, aggiugendo che si trattava di un’opportunità da non perdere, infatti chi avesse deciso di aspettare non avrebbe potuto godere della gratuità. Io non sono medico, mi consultai quindi con amici medici, tutti persone preparate, credibili e in buona fede, ma ognuno mi dava una risposta diversa. A me l’improvviso allarme HPV suonò come un messaggio: quasi tutte le ragazzine hanno rapporti sessuali in tenera età, dicevano, quindi meglio prevenire. Sembrava un’istigazione al sesso usa e getta, uno dei tanti messaggi più o meno subliminali che i media trasmettono da una cinquantina di anni.
Il Decreto Lorenzin fu disatroso, una minoranza alzò la voce e subito fu etichettata col termine “no vax”, un marchio che significava “tu sei ignorante e non accetti la scienza”. Qualcuno in effetti esagerò e mise in discussione l’indispensabile lavoro di chi come Edward Jenner trovò più di 200 anni fa la cura per contrastare il vaiolo e, soprattutto, di Pasteur che quasi un secolo dopo diede inizio all’era dei vaccini sull’uomo sperimetando quello antirabbico, sta di fatto che l’improvvisa decisione del ministro Lorenzin fu dannosa e fece sorgere degli inevitabili complottismi, alcuni molto probabilmente non del tutto infondati. Lo si scoprì col Covid 19, allorquando da un lato si cercava di boicottare, condannare, dileggiare, deridere chiunque osasse spiegare che la propria cura funzionava, dall’altro si invocava l’avvento del vaccino salvifico, il cui successo sarebbe stato esclusivo e accompagnato da obblighi sanitari soltanto se riconosciuto come unica via di uscita dall’emergenza pandemica.
Quando il vaccino anti Covid arrivò in Italia scortato dai carabinieri, il giorno di Natale del 2020, accolto quasi fosse il vero Messia, i media si sperticarono in canti di giubilo e la gente intervistata per strada piangeva dall’emozione, personalmente provai dei sentimenti che andavano oltre il complottismo. Un giorno venni a sapere che un medico che sta sul lago di Garda aveva messo a punto uno spray in grado di negativizzare dal virus in pochi giorni. Un amico lo intervistò, un importante quotidiano nazionale ne diede notizia. Nel giro di pochi giorni, anche grazie a un servizio televisivo che con la tecnica del taglia – cuci lo ridicolizzò, l’aura positva intorno al farmaco si dileguò: si era deciso a tavolino che solo il vaccino fosse la strada maestra per tornare alla normalità, pur non essendoci tempo a sufficienza per terminare con successo la severa fase della sperimentazione? Questa fu l’impressione di molti, eppure quello spray come altre cure respinte e tacciate come antiscientifiche funzionavano. Il caso De Donno è emblematico, anche se qualcuno ancora nega che la cura del plasma iperimmune, la cui sperimentazione risale a più di un secolo fa potesse funzionare.
Un altro motivo di dubbio, nonché foriero di complottismo, fu il rifiuto del vaccino russo Sputnik. All’inizio dell’emergenza Covid i media apprezzarono l’arrivo in Lombardia di medici russi che volevano studiare il virus e dare una mano all’Italia: “In concreto si tratta dell’arrivo in Italia di 122 medici militari, virologi ed epidemiologi” scriveva una nota agenzia di stampa, di “mezzi speciali… macchine di analisi biologica e patogena… un nuovissimo laboratorio di cui dispongono le forze di Difesa NBC”. Vladimir Putin espresse all’allora premier Giuseppe Conte il desiderio di “unire le forze per combattere nuove sfide e minacce globali…”. Tutto bene, grazie Russia! Ma poi quel vaccino non fu considerato “valido” per ottenere il “diritto” al lavoro, cioè la concessione del famigerato “green pass”, probabilmente perchè non portava interessi a determinate case farmaceutiche, e i medici russi da benefattori furono dai media trasformati in pericolose spie russe, meglio, sovietiche.
Un altro elemento indispensabile per alimentare complottismi fu la decisione del “Centers for Disease Control and Prevention”, l’ente che insieme alla Fda controlla la sanità pubblica USA, che nell’agosto 2020 cambiò la definizione di “vaccino” che, guarda caso, nello stesso periodo in cui la Food and Drug Administration dava il via libera definitivo al siero di Pfizer-BioNTech, da “prodotto che stimola il sistema immunitario di una persona a produrre immunità a una malattia specifica, proteggendo la persona da quella malattia”, diventava “una preparazione che viene usata per stimolare la risposta immunitaria del corpo contro le malattie” (a questo punto non solo i nuovi preparati a mRNA, pure le spremute d’arancia potrebbero essere definite vaccini!).
Ma veniamo a oggi, novembre 2024: Donald Trump vince per distacco le elezioni americane e subito annuncia le nomine nei posti di comando. Alla Sanità, come preannunciato in campagna elettorale, viene designato Robert Kennedy, figlio di Bob, ucciso nel 1968 mentre era candidato alla Casa Bianca, e i media a reti unificate globali, come già fatto prima dell’election day lo attaccano senza limite alcuno: nomina choc, paladino dei no vax, complottista, già accusato di stupro. Avvenire lo inserisce pure nella lista dei creduloni che sostengono la teoria della cospirazione aliena, solo per aver detto di non credere agli UFO ma che non per questo bisogna negare a qualcuno di parlarne, in pratica una frase innocua e condivisibile credo da tutti, ma ciò che conta è attaccarlo. In Borsa i titoli del settore farmaceutico perdono quota, tutti contro Kennedy reo di essere un traditore passato dai democratici ai repubblicani, di aver contribuito alla vittoria di Trump e di essere nemico della scienza, essendosi pronunciato contro i vaccini e avendo promosso false notizie sul Covid 19.
Ma che cosa aveva affermato Kennedy di tanto grave? Nel 2015 entrò a far parte dell’organizzazione no profit Children’s Health Defense che sostiene che autismo, disturbo da deficit di attenzione e iperattività siano causati da diversi fattori, tra i quali i vaccini. Come se non bastasse Kennedy lanciò lo slogan Make America Healthy Again, promettendo di eliminare i veleni dall’agricoltura, quindi dal cibo, dall’acqua e dall’aria. Se un Bonelli qualsiasi dicesse queste cose in Italia gli farebbero un monumento sulla fiducia. Ma Kennedy ha toccato un tasto assai dolente: Nel luglio 2023, quando ancora era in corsa come candidato alle primarie del partito democraico per le elezioni presidenziali, parlando davanti ad una sotto-commissione della Camera creata dai repubblicani per condurre un’indagine sulle forze dell’ordine federali e sulle agenzie per la sicurezza nazionale dichiarò tra le altre cose di non essere mai stato contro i vaccini ma di non essersi sottoposto a quello contro il Covid, ipotizzando che la morte di una leggenda del baseball fosse stata causata proprio da quel vaccino, sollevando le proteste del partito democratico che, tramite la deputata Stacey Plaskett precisò che “la libertà di parola non è un valore assoluto”, dove probabilmente per libertà di parola intendeva che si possa esprimere esclusivamente ciò che il partito vuole che si affermi.
Le perdite in borsa dei titoli farmaceutici non sono nulla, anzi, per gli investitori questi sono i momenti migliori per guadagnare. Il vero timore pare quindi essere che si faccia luce sul Covid 19, sull’OMS, che Donald Trump già 4 anni fa aveva accusato di avere fornito informazioni errate sul virus e di essere di fatto governata dalla Cina. In buona sostanza gli allarmi suonati in coro da coloro che gestirono la fase Covid – vaccini denotano un certo timore che venga riscritta la storia di quel periodo e che crollino i totem della vulgata vaccinista. Emblematica la reazione della coppia Burioni – Bassetti che in riferimento a Kennedy hanno parlato di “tempi bui”… La sua nomina invece, a mio parere, servirà per fare luce sul passato, per evitare che si ripetano gli errori commessi, seppur negati, e quindi per restituire dignità e credibilità alle aziende farmaceutiche che, non dimentichiamolo, è giusto attaccare per la prepotenza e il potere di influenza sui governi mondiali, ma che sono pur sempre indispensabili per produrre farmaci senza i quali l’umanità sarebbe a rischio estinzione.
Queste conclusioni sono secondo me la risposta a una domanda che i detrattori di Kennedy e Trump dovrebbero porsi: che interesse avrebbero costoro a distruggere la Sanità e a mettere a repentaglio la salute di miliardi di persone nel mondo? Non è che invece le reazioni contro di essi alimentino i dubbi e i complottismi rigurdanti, per esempio, certe dichiarazioni di stampo neo malthusiano sulla necessità di ridurre la popolazione mondiale? Un articolo apparso su Le Monde un paio di anni fa sentenziava che per mitigare il riscaldamento globale sia necessario ridurre la popolazione. Questa teoria, già presente nel Rapporto sui limiti dello sviluppo, redatto nel 1972 su impulso del Club di Roma, tanto caro ai radicali e perennemente citato ed esaltato da Marco Pannella, si è sviluppata nel tempo fino a raggiungere i nostri giorni e si manifesta nella teoria del Global Warming per cause antropiche, nella promozione dei cosiddetti “diritti”, dall’aborto, eutanasia, contraccezione, all’ambientalismo esasperato, fondato sulla teoria di Gaia che considera l’uomo cancro del pianeta.
Il vero motivo per cui Donald Trump è stato attaccato in questi anni è proprio l’essersi dimostrato come il granello di sabbia che fa saltare questi ingranaggi che ormai sembravano inarrestabili. E’ quindi paradossale e contraddittorio addebitargli da un lato di volersi togliere dagli accordi di Parigi sul clima e di voler rallentare la cosiddetta “transizione energetica” (tra l’altro avendo in squadra l’altrettanto contestatissimo Elon Musk, maggior produttore di auto elettriche al mondo) e dall’altro di progettare la demolzione della Sanità tramite il pericolosissimo no-vax Robert Kennedy Jr.