Ecco i 5 principali nemici dell’uomo
–
L’IGNORANZA E’ IL PEGGIOR NEMICO DELL’UOMO
I principali nemici dell’uomo sono:
– l’ignoranza su Dio, sul senso della vita, sull’aldilà… Ci vuole la rivelazione e la fede.
-la mala volontà: si ostina sulla ribellione e sul capriccio… Ci vuole la conversione.
-la carne: desidera ogni appagamento immediato e il piacere… Ci vuole il dominio di sé e la giusta misura.
-il mondo: esalta il lusso, la moda, il successo, il vizio… Ci vuole il Vangelo.
–Satana: col peccato rende schiavi e perseguita i figli di Dio… Ci vuole Gesù, che ci redime e ci trasferisce nel suo Regno.
L’ignoranza è il primo nemico dell’uomo. Conoscere tutte le cose e scoprire la verità è indispensabile per ben dirigersi nella vita. Continuamente facciamo delle scelte, delle decisioni, allo scopo di raggiungere qualche bene. Ma a volte ci sbagliamo, proprio per difetto di conoscenza. Se gli ebrei avessero saputo che Gesù era veramente il Cristo, non l’avrebbero messo in croce e sfidato dicen-do: “Scenda dalla croce e gli crederemo!” (Mt 27,40). L’ignoranza su Dio, sul Messia, sull’aldilà, sul senso della vita è penosissima, indegna dell’uomo e terribile per le sue conseguenze. Poiché una sola volta si vive. E alla fine si può guadagnare Dio o perderlo per sempre. Per questo Dio prende l’iniziativa e si rivela all’uomo che cerca la verità delle cose e ama trovarsi nel giusto sentiero della vita. Alla rivelazione divina, che si prolunga nel tempo mediante la Chiesa, custode fedele della verità rivelata (cfr. 1 Tim 3,15), si risponde con la fede, con l’accettazione fiduciosa e ragionevole, che si traduce nella vita concreta, nelle scelte, nelle decisioni, fatte seguendo i criteri della fede e non gli inganni del mondo o di Satana, che invece, occultano la verità o la deformano.
Il secondo nemico dell’uomo è la mala volontà. Se l’ignoranza è pericolosa, la cattiva volontà è rovinosa. Alla fine, ci sarà dato ciò che avremo voluto: o la vita o la morte, o l’acqua o il fuoco, o la benedizione o la maledizione (cfr. Deut 30,15-20). Siccome Iddio ci ha creati liberi, in grado di deciderci da soli, Egli prende le nostre decisioni, con tutto ciò che ne deriva. La volontà è buona se vuole il bene, è cattiva se vuole il male. E ciò secondo la Legge di Dio e non secondo il capriccio umano. Oggi si tende a giustificare tutto ciò che uno sceglie per il solo fatto che lo vuole o perché “lo fanno tutti” o perché così gli piace. Siamo alla dittatura del relativismo o del capriccio. Ma Dio c’è e alla fine di tutto chiederà conto, anche di una parola detta senza fondamento (cfr. Mt 12,36). La bontà o malizia di una scelta si vede dalle sue conseguenze. Per salvarsi è necessario convertirsi a Dio, alla Sua Parola, al Suo Regno eterno, altrimenti si rischia la condanna. Non si può amare Dio se non si stacca la volontà dal male, dai propri capricci, dagli amori disonesti, dal denaro, dalla ricerca di sé. Per questo ci è richiesto per primo: “Rinuncia a te stesso…”. La conversione comincia da qui, dallo staccare la volontà dal proprio io con l’attaccarla a Dio, quale Bene supremo e infinito, per raggiungere il quale vale la pena rinunziare a tutto.
Il terzo nemico dell’uomo è la “carne”, il corpo con tutte le sue fami e passioni, la natura umana corrotta con le sue debolezze e desideri. Chi vive secondo la carne, non può piacere a Dio (cfr. Rom 8,1-12). “19Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, 20idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, 21invidie, ubriachezze, orge e cose del genere” (Gal 5,19-21). L’errore di fondo è quello di vivere esaltando la carne sullo spirito. In pratica si nega di avere un’anima spirituale, destinata all’eterno; si negano i bisogni spirituali, come il bisogno di verità, di gioia piena, di perdono e di salvezza, di grazia e di misericordia o di giustizia, di comunione perenne, di fedeltà, di amicizia vera… E si vive come bestie, come animali destinati alla terra, mettendo il bavaglio all’anima che grida il suo diritto di appartenere a Dio e di avere il Suo Spirito.
Affrancarsi del tutto dalle fami della carne non si può. Ci vuole il dominio di sé e la giusta misura: la temperanza e le altre virtù morali tra cui la castità, oggi tanto ridicolizzata. Bisogna sviluppare le virtù teologali (fede, speranza e carità) e lasciarsi guidare dallo Spirito di Dio, seguendo Cristo come hanno fatto tutti i Santi, fino a crocifig-gere la carne e i suoi desideri.
Il quarto nemico dell’uomo è il mondo, inteso non come ambiente di vita creato buono da Dio, ma come società umana fondata sul peccato, sulla ricchezza sfacciata, sulla potenza materiale o militare o culturale. Il mondo valuta come grande chi ha successo, chi si impone sugli altri, chi pesa sulle grandi decisioni, chi arriva alla gloria. Il mondo non stima la virtù né la santità. Tutto quello che parla dell’aldilà non ha diritto di cittadinanza in questo mondo, perché porta fuori dal mondo visibile. E perciò il mondo rigetta la Parola di Dio e tutto ciò che sa di vera religione, mentre non disprezza tutte le false religioni, le quali, sotto il pretesto di Dio (vedi Islam) vogliono affermare la propria superiorità e potenza (anche militare). Tipico del mondo è tutto ciò che è “mondano”: il piacere, il lusso, la vanagloria, il successo, la potenza e quindi il peccato. Qui il “peccato” è quello di non aver saputo divertirsi abbastanza, di non avercela fatta ad emergere, di non poter continuare a godere e vincere anche la morte… Che peccato! Così dicono i mondani. Ma chi accoglie il Vangelo, sa bene che ciò che gli uomini esaltano è “cosa detestabile davanti a Dio” (Lc 16,15). Solo la verità del Vangelo vince le menzogne e le vanità del mondo, che tanto affascinano i mortali, e getta una luce così intensa che vince le tenebre.
Ultimo e implacabile nemico dell’uomo è Satana. Dal peccato di Adamo ed Eva in poi, egli ha il dominio del mondo, cioè della società degli uomini e li oppone a Dio con la ribellione, la bestemmia, l’empietà, l’indurimento del cuore, la schiavitù al denaro e al vizio. Satana suggestiona gli uomini con i suoi miraggi e li seduce con le sue menzogne, per portarli a peccare calpestando la Legge di Dio. Suo scopo è farsi un regno, alternativo a quello di Dio, in cui egli solo sia il capo e il signore incontrastato. Egli fa coincidere la libertà con la trasgressione e il capriccio. L’unico tra gli uomini che può vincere Satana è Gesù, Verbo fatto carne per la nostra salvezza. Di fatti, Gesù l’ha vinto in tutte le sue tentazioni e persecuzioni, rimanendo fedele al Padre fino alla morte di croce. “Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre” (Fil 2,9-11). Assistiamo alla vittoria di Gesù in tutti i suoi esorcismi, in cui il demonio è stato costretto a riconoscere la superiorità di Cristo e la fine del suo regno sugli uomini (cfr. Mc 1,21-28). La Pasqua di risurrezione mostra la vittoria sulla morte, che è frutto del peccato e aculeo di Satana. Un giorno Gesù farà risorgere gli uomini, secondo la sua parola (cfr. Gv 5,28-29) e instaurerà il suo Regno in cui avrà stabile dimora la giustizia (cfr. 2 Piet 3,13).
Con la risurrezione Satana vedrà la totale disfatta.
La vittoria di Cristo è anche dei veri cristiani che seguono Gesù e il suo Vangelo, fino a testimoniarlo con il sacrificio della vita, come fecero i martiri o con una vita di penitenza come i monaci e gli eremiti, o con la pratica letterale del Vangelo, come i Santi. La santità è come luce che abbaglia Satana, re delle tenebre, e lo mette in fuga. Con Gesù, è la Vergine Maria che vince Satana e gli schiaccia la testa, secondo l’antica promessa (cfr. Gen 3,15). È lei la “Donna vestita di sole” (Ap 12,1) che sbaraglia le schiere infernali, come esercito schierato a battaglia. La Madonna ci porta a Gesù presente soprattutto nell’Eucaristia e nella Santa Messa, dove Egli offre al Padre il Suo divino Sacrificio, col quale tutto ci ottiene. Satana teme come la peste la Messa e cerca di far calpestare l’Eucaristia. Maria fa il contrario. Per questo i veri devoti della Vergine sono amanti della Santa Messa e dell’adorazione. È lì che Gesù splende come sole che dà vita e santità.
Per non essere ignoranti, abbiamo bisogno di ri-conoscere Gesù Cristo reale, storico, come ci è testimoniato soprattutto dai Vangeli di Luca e di Giovanni. Il Vangelo di Matteo, invece, è una rielaborazione dei fatti in cinque grandi discorsi e non è pienamente storico.
Con i mezzi di indagine che possediamo oggi, possiamo ambientare storicamente sia la vita di Gesù Cristo, sia i Vangeli che ne danno testimonianza e testimonianza di valore universale.
All’inizio del Vangelo di Luca ci sono due che rendono testimonianza: L’autore e l’eccellentissimo Teofilo. Questa è la certificazione che tutto questo Vangelo è testimonianza storica.
Nel Vangelo di Giovanni ci sono più passaggi con certificazione di due o più persone, per garantirci che tutto questo Vangelo racconta fatti veri e riferisce letteralmente alcuni discorsi di Gesù originali in greco.
Contano i fatti, per guidarci a Cristo, per aiutarci a credere in lui e mettere alla prova della realtà le sue parole.