Sovranisti per un giorno
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LA SINISTRA CHE HA SVENDUTO IL NOSTRO PAESE SI È (RI)SCOPERTA PER UNA MANCIATA DI ORE “SOVRANISTA”
È bastato un post su X di Elon Musk in cui il patron di X e Tesla attaccava i giudici italiani per le decisioni sui migranti, per dare vita a una surreale polemica.
Senza entrare nel merito della vicenda e senza parteggiare per Musk, noto transumanista le cui ombre superano le luci e gli innegabili guizzi di genialità, è doveroso essere obiettivi e riconoscere quando questi ha ragione o viene inutilmente linciato da quel distillato di propaganda che sono i media mainstream.
È inoltre curioso osservare come la sinistra che ha svenduto il nostro Paese si è (ri)scoperta per una manciata di ore “sovranista”, urlando istericamente alla luna di fantomatiche “ingerenze” esterne.
Mentre infervora la polemica, un esercito di vip per caso – da Piero Pelù a Elio di Elio e le storie tese – ha deciso di salire sulle barricate ed esprimere il proprio “dissenso” abbandonando X, rea di essere una “cloaca” di odio, violenza e disinformazione.
Ora, a parte le idee e i valori a corrente alternata che vengono sbandierati solo quando fa evidentemente comodo, ci dovremmo interrogare su dove fossero i paladini delle libertà e della democrazia, quando, durante la pandemia, le leggi liberticide e i provvedimenti draconiani mettevano sotto ricatto milioni di cittadini, costringendoli a sottoporsi a trattamenti sanitari o escludendoli dalla vita sociale e persino dal lavoro.
Silenzio assordante da parte dei sovranisti per un giorno.
Anzi, molti di lorsignori erano in prima linea a recitare il mantra della propaganda tragicamente corretta e hanno incarnato le peggiori devianze dell’epoca pandemica: terrorismo mediatico, delazione, censura e criminalizzazione del dissenso.
Potremmo dedurre che quello sbandierato da certi personaggi blasonati oggi non sia altro che un comodo “dissenso da divano”, l’ennesima forma di un conformismo felpato di chi non accetta che il vento stia cambiando.
Ora, la vittoria alle presidenziali americane di Donal Trump ha inferto un colpo mortale al politicamente corretto e al sistema di criminalizzazione del dissenso.
Vedremo nei prossimi mesi in che modo la nuova amministrazione Trump sarà (se lo sarà) in grado di invertire la rotta e di tornare a garantire la libertà di opinione nell’era digitale e se il declino del politicamente corretto tornerà a far soffiare i venti di libertà anche in Europa.
Per ora non possiamo far altro che assistere a questo tragico spettacolo di burattini, ipocriti e giullari, che segnala la fine di un ciclo.