La domanda sulla fine dei tempi è inevitabile

La domanda sulla fine dei tempi è inevitabile

di don Ruggero Gorletti 

GIOVEDÌ DELLA TRENTADUESIMA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

Dal vangelo secondo Luca 17, 20-25

In quel tempo i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».

COMMENTO

La domanda sulla fine dei tempi è inevitabile. È inevitabile ma inutile. Non vi saranno segnali che ci preannunciano questa fine. La seconda venuta di Cristo, quando verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti sarà rapida e improvvisa come un fulmine. Perciò Gesù sembra invitarci a non perdere tempo con questioni irrilevanti. Cosa ci importa sapere quando verrà la fine del mondo? L’importante è farsi trovare pronti. Toglie interesse alla curiosità sugli ultimi tempi, e punta l’attenzione su ciò che conta per salvarsi, la croce: «prima è necessario che soffra molto e venga rifiutato da questa generazione». È la croce, cioè l’accettazione docile della volontà di Dio, che ci conduce a salvezza. Le domande sul come e sul quando cesserà di esistere la realtà così come la conosciamo non trovano spazio nei discorsi di Gesù, perché non servono alla nostra salvezza.

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