Niente di nuovo sul fronte orientale

Niente di nuovo sul fronte orientale

di Pietro Licciardi

IN UCRAINA LA GUERRA CONTINUA E NESSUNO DEI DUE CONTENDENTI SEMBRA DISPOSTO A CEDERE

Come scrivemmo all’inizio del conflitto russo-ucraino Kiev difficilmente avrebbe potuto vincere la guerra con la Russia. Innanzitutto perchè essendo priva di una propria consistente industria bellica dipende in tutto e per tutto dall’Occidente, in particolare dagli Stati Uniti. Ma, come abbiamo visto, specialmente con l’ondivaga, disunita e inconsistente Unione Europea, l’invio di armi ed equipaggiamenti avviene lentamente, e mai nelle quantità necessarie, dovendo passare al vaglio della politica e fare pure i conti con il fatto che gli arsenali europei si sono praticamente svuotati dopo la caduta del Muro e la fine della guerra fredda. Gi americani da parte loro pur avendo i magazzini pieni sono assai parsimoniosi nelle forniture non volendo trovarsi impreparati in questa fase di instabilità internazionale.

In secondo luogo pesa il fattore demografico. L’Ucraina ha circa 35 milioni di abitanti, considerata la massiccia emigrazione che ha avuto ben prima dello scoppio del conflitto e se la deve vedere con circa 145 milioni di russi, i quali ancora una volta hanno dimostrato di essere disposti a combattere e morire per la loro “santa madre Russia” indipendentemente da chi glielo chiede e dal motivo.

Chi pensava ad un collasso del regime di Mosca dopo il sostanziale fallimento della “operazione speciale”, la perdita di terreno in seguito alla offensiva ucraina lanciata su Charkiv nel settembre 2022  – che sembrava aver messo in difficoltà l’esercito russo – e le grosse perdite subite è rimasto deluso. Tuttavia i nodi della debolezza ucraina sono tutti venuti al pettine, specialmente dopo alcuni errori tattico-strategici dovuti probabilmente alla volontà politica di Zelenzky di puntare alla riconquista di tutto quanto è stato perduto, Crimea compresa. Obiettivo palesemente irrealistico ma che ha spinto l’esercito ucraino a dissanguarsi in battaglie di logoramento e in una offensiva largamente annunciata lanciata il 4 giugno dello scorso anno che però ha fallito tutti i suoi obiettivi.

Adesso gli ucraini sono a corto di uomini e di armi, soprattutto munizioni di artiglieria e si trovano a dover subire l’iniziativa russa, che sta puntando ad eliminare i salienti ucraini sul fronte nord, dove si sta combattendo nell’area di Kurakhove. I Russi stanno avanzando contrastati solamente dal fuoco delle armi leggere scarsamente appoggiate da artiglieria e mortai. Tuttavia i progressi sono lenti e l’esercito di Kiev non mostra segni di cedimento contendendo ogni palmo di terreno.

Anche la conquista ucraina di Karkov, dopo aver esaurito il successo politico – la conquista di un lembo di Russia ottenuto con una operazione a sorpresa e la dimostrazione che le famose “linee rosse” messe da Putin, prima tra tutte portare la guerra sul suolo russo, sono un nulla di fatto – sta consumando uomini e mezzi senza un apparente obiettivo strategico se non, forse, avere qualcosa in mano da scambiare ad un ipotetico tavolo di pace.

Al momento la guerra nonostante stia volgendo a favore di Mosca non sembra voler finire, a meno che si verifichino eventi straordinari da una parte o dall’altra. Tutto sembra essere ancora una volta nelle mani della nuova presidenza Usa e in particolare di Donald Trump, il quale ha detto di voler mantenere le sue promesse elettorali. Tra le quali la fine del conflitto russo-ucraino.

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