Suor Forcades, pro matrimoni gay, ospite di gesuiti e Agesci

Suor Forcades, pro matrimoni gay, ospite di gesuiti e Agesci

di Salvatore Carloni

AGESCI BOLOGNA E GESUITI DI VILLA SAN GIUSEPPE, SEMPRE A BOLOGNA, DIOCESI DEL CARDINAL ZUPPI, SOSTENGONO LE NOZZE GAY 

Premessa.

Ad agosto 2024 Suor Teresa Forcades era stata l’ospite d’onore della Route Agesci 2024 come si può leggere sul sito ufficiale Agesci.

Purtroppo presso il Centro gesuita Villa San Giuseppe a Bologna oggi, 8 novembre, ci terrà l’evento organizzato con l’Agesci Bologna dal titolo: “Siamo tutti diversi” e come si può vedere sulla locandina di questo evento pubblicata sul profilo ufficiale Facebook del suddetto Centro gesuita, l’unica persona cuore di questo evento, e in primo piano nella foto grande, è Suor Teresa Forcades appunto autrice del libro dal titolo: “Siamo tutti diversi” (Castelvecchi editore) che è ancora in vendita.

Riguardo il suddetto libro “Siamo tutti diversi”, all’interno della seguente recensione è riportato il seguente passo che si trova a pagina 125 in cui Suor Forcades afferma chiaramente di essere favorevole al sacramento del matrimonio per le coppie gay: “sono a favore del sacramento dell’amore tra due persone, sia etero sia omosessuali, a patto che fra loro vi sia un amore fatto del riconoscimento di quello spazio che circonda ogni persona e la comprensione che il matrimonio riguarda anche la comunità nella quale vivono. Il problema del matrimonio non è se sia etero o omosessuale, ma la qualità dell’amore che lo anima” (pag. 125 di “Siamo tutti diversi”).

Quindi nel suddetto evento organizzato con l’Agesci Bologna sembra proprio che:

a) il suddetto libro di Suor Forcades potrà essere venduto a quanti partecipano a questo evento;

b) uno dei temi centrali trattati da Suor Forcades potrà proprio essere la sua idea di impartire il sacramento del matrimonio alle coppie gay.

C’è da sottolineare che nel suddetto passo chiarissimo Suor Forcades ha affermato chiaramente che i rapporti sessuali omosessuali sono santificanti e non sono peccato perché non può esistere per la Chiesa Cattolica un matrimonio valido e indissolubile senza il compimento della copula al fine dell’adempimento del debito coniugale.

Infatti secondo il diritto canonico e la giurisprudenza canonica il sacramento del matrimonio rato non è valido se il matrimonio non è consumato con il rapporto sessuale completo.

In merito alla suddetta proposta di Suor Forcades riguardo il sacramento del matrimonio alle coppie gay ci sono invece:

l’art. 1867 dell’attuale Catechismo della Chiesa Cattolica pubblicato da Giovanni Paolo II nel 1992 in cui è scritto quanto segue: “La tradizione catechistica ricorda pure che esistono «peccati che gridano verso il cielo». Gridano verso il cielo: il sangue di Abele; il peccato dei Sodomiti; il lamento del popolo oppresso in Egitto; il lamento del forestiero, della vedova e dell’orfano; l’ingiustizia verso il salariato.”

La suddetta denominazione «peccati che gridano verso il cielo» è spiegata ulteriormente da Giovanni Paolo nel seguente passo di estrema condanna all’interno della sua Enciclica Evangelium Vitae, pubblicata nel 1995, in cui Giovanni Paolo II scrive: “Da questo testo la Chiesa ha ricavato la denominazione di «peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio» e …”.

Infatti al seguente link sul sito dipendente dal Dicastero del Clero la Santa Sede ha pubblicato la seguente pagina del Catechismo di San Pio X in cui ci sono gli art. 966 e 967 in cui è scritto:

“966 D. Quali sono i peccati che si dicono gridare vendetta nel cospetto di Dio?

R. I peccati che diconsi gridar vendetta nel cospetto di Dio sono quattro: 1.° omicidio volontario; 2.° peccato impuro contro l’ordine della natura; 3.° oppressione dei poveri; 4.° fraudare la mercede agli operai.

967 D. Perché si dice che questi peccati gridano vendetta al cospetto di Dio?

R. Questi peccati diconsi gridare vendetta al cospetto di Dio, perché lo dice lo Spirito Santo e perché la loro iniquità è cosi grave e manifesta che provoca Dio a punirli con più severi castighi” anche nell’inferno eterno per chi non si pente prima di morire.

Per capire ancora ulteriormente la gravità dei suddetti peccati si deve leggere anche il testo dell’art. 154 del Catechismo di San Pio X che è riportato poi nella: “Parte 1: LA FEDE” al “CAPO VII – Remissione dei peccati – Peccato”.

“154. I peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, perché sono dei più gravi e funesti? I peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, sono dei più gravi e funesti, perchè direttamente contrari al bene dell’umanità e odiosissimi, tanto che provocano, più degli altri, i castighi di Dio.”

Come è riportato poi dal teologo docente domenicano Don Angelo Bellon, nella sua risposta al seguente link ufficiale sul sito AmiciDomenicani.it, la suddetta denominazione di “peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio” è ripresa esattamente dalla Sacra Scrittura in vari passi e San Pio X l’ha riproposta sul Catechismo della Chiesa Cattolica.

Proprio a proposito di questi peccati c’è la seguente pagina in cui c’è un approfondimento in base al celebre libro di Padre Dragone dal titolo: “Catechismo di san Pio X commentato” in cui sono spiegate le motivazioni teologiche e bibliche per cui ognuno dei suddetti peccati è appunto gravissimo e funestissimo.

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E il cap.18 del “Libro dei Numeri,” dove lo mettiamo ?
Guai a chi osa dirlo!