Trump 2, la vendetta
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VEDIAMO COME SI COMPORTERA’ IL TYCOON ISOLAZIONISTA E ANTIABORTISTA, SPAURACCHIO DELLA SINISTRA NON SOLO USA
Come influirà sulle vicende internazionali, e anche su quelle che riguardano l’Italia, la vittoria di Donald Trump, eletto nuovamente alla Casa Bianca? Ovviamente è presto per dirlo, nonostante il tycoon repubblicano sia stato passato negli anni ai raggi X.
Noi infatti conosciamo, almeno in parte, il Trump del primo mandato presidenziale e quello delle due campagne elettorali che lo hanno visto protagonista: quella per il secondo mandato e quella appena conclusa della rielezione, ma non sappiamo quanto e come è cambiato nel corso di questi ultimi quattro anni.
Il nostro infatti, se pure sembra aver mantenuto il suo atteggiamento aggressivo e guascone, si è presentato ai suoi elettori con una squadra in cui figurava tra gli altri Robert Kennedy Jr – il nipote del democratico John Fitzgerlad assassinato nel 1963 a Dallas – e con al fianco in veste di convinto sostenitore Elon Musk, magnate dell’elettronica e dell’Hi Tek. Il primo è il rappresentante di una influente famiglia con estesi rapporti nell’America che conta, mentre Musk per il ruolo che si è ritagliato in questa campagna elettorale è sicuramente in grado di influenzare la politica trumpiana.
A questo riguardo occorre riflettere sul fatto che nonostante si sia portati a considerare il presidente Usa come una sorta di monarca, libero di attuare una sua personale politica sul piano interno e internazionale in realtà egli è in buona parte espressione delle lobby, dei comitati di affari, dei gruppi di potere che lo hanno sostenuto e finanziato. Poiché a noi comuni mortali non è dato di sapere, se non a grandi linee e per quello che possiamo indovinare cercando di leggere tra le righe, l’esatta geografia degli interessi che muovono il presidente Usa meglio quindi astenersi dal puerile tifo da stadio che ormai accompagna ogni evento e avventurarsi in prematuri giudizi.
Tuttavia lascia ben sperare il fatto che Trump sia stato il primo Presidente americano a schierarsi in maniera esplicita contro l’aborto, che la sua luciferina concorrente voleva rendere legale fino al nono mese; in pratica un infanticidio. Inoltre lui e soprattutto Elon Musk sono contro quelle ideologia woke che sta distruggendo la cultura americana e rischia di fare seri danno anche in casa nostra, per quanto non abbia del tutto attecchito raggiungendo i livelli di virulenza di olteoceano.
Purtroppo quello dell’aborto è un tema ancora caldo negli Usa e forse Donald Trump dovrà su questo tirare un po’ il freno a mano per non alienarsi le simpatie e il voto delle donne, tuttavia il movimento pro-vita è in forte ascesa e in grado di “pesare” almeno quanto quello pro-choice e in più conforta la presenza in veste di vice presidente di J D Vance, un cattolico convintamente antiabortista.
Se Trump riuscirà mettere un deciso freno alla piaga degli aborti, che negli Stati Uniti dal 1973 a oggi sono stimati in oltre 61 milioni, sarà sicuramente ricordato come il miglior presidente degli Stati Uniti, indipendentemente da quello che riuscirà a fare in ambito interno e internazionale.
Taluni osservatori arrivano anche ad ipotizzare una sua probabile condotta in ambito internazionale, a cominciare dalla guerra russo-ucraina.
La tendenza isolazionista manifestata da Donal Trump (Make America Great Again, ovvero: pensiamo prima a rimettere in sesto casa nostra e occupiamoci meno di quel che succede nel mondo) se da una parte lascerà gli alleati degli Usa maggiore sovranità, dall’altra li costringerà ad assumersi maggiori responsabilità in ambito internazionale. Questo potrebbe riguardare l’Europa, che potrebbe essere chiamata ad accollarsi la sicurezza dell’Ucraina e a un maggiore impegno in ambito Nato, ma anche l’estremo Oriente, in cui Paesi come Giappone, Filippine, Taiwan e altri potrebbero dar vita ad una Nato asiatica, come proposto dal primo ministro nipponico Shigeru Ishiba.
Infine Trump potrebbe davvero mettere fine al conflitto ucraino in una maniera soddisfacente per la Russia e il suo potente e ingombrante alleato cinese, che comunque ha bisogno di pace e stabilità per poter crescere economicamente e di conseguenza anche militarmente. In che modo? Portando le due potenze mondiali – anche se la Russia ha dimostrato di non esserlo più così tanto – ad un tavolo per delineare una nuova spartizione del Mondo. Una seconda Yalta per intendersi. Il che potrebbe rassicurare i timori della Russia riguardo una ulteriore espansione occidentale verso i suoi confini, anche se molto probabilmente questo getterà nello sconforto quelle ex repubbliche sovietiche per nulla desiderose di tornare sotto la cappa di Mosca.
Detto questo non resta che salutare l’elezione del primo presidente americano esplicitamente antiabortista e mettersi alla finestra per vedere come si muoveranno gli Stati Uniti in questa delicata fase della storia.