La follia green non si ferma

La follia green non si ferma

di Pietro Licciardi

GREENPEACE DICHIARA GUERRA A RUTTI E SCORREGGE

La follia green non si ferma e procede spedita verso il conseguimento dei propri obiettivi. Per farlo usa le associazioni che con le loro battaglie, qualche volta condivisibili, il più delle volte no, si sono costruite un consenso popolare e una autorevolezza quasi sempre malriposta, diventando uno strumento di manipolazione delle coscienze e di pressione sui governi. E’ questo il caso di Gereenpeace, che è passato dalle battaglie per la protezione delle balene a quelle per l’abolizione delle flatulenze animali.

Circola infatti una petizione per ridurre i rutti e le scorregge causate dalla digestione delle mucche e dal letame di mucche, maiali e polli degli allevamenti intensivi, che secondo gli “ambientalisti” sarebbero responsabili della immissione nell’atmosfera del 31% del metano; gas serra corresponsabile con la CO2, secondo loro, del famigerato riscaldamento globale.

Ma il vero obiettivo, se si legge il testo della petizione, sono proprio gli allevamenti di carni, che secondo Greenpeace dovrebbero venire sensibilmente ridotti, assieme agli allevatori. Se ciò avvenisse, il risultato ovviamente sarebbe un aumento esponenziale dei prezzi delle carni, che diventeranno nuovamente un genere di lusso, riservato alle élite. Quelle stesse élite che con i loro jet privati, i quali in un solo volo inquinano più di una Panda in tutta la sua vita operativa, si recano alle varie assise internazionali dove, dopo aver pasteggiato a filetto, caviale e champagne, diffondono inviti ad alimentarci con farine di vermi e di grilli. E naturalmente trovano burattini – magari in quel di Bruxelles – pronti ad emanare direttive comunitarie per riempire i nostri supermercati di paste a base di scarafaggi macinati o di “carni” sintetiche stampate in 3D dal signor Bill Gates.

Non ridere di questa ennesima scemenza “verde”, perché l’intento è chiarissimo: adesso si fanno petizioni per “sensibilizzare” su un problema immaginario, attorno al quale catalizzare il consenso; poi si passerà all’introduzione di regole sempre più stringenti e costose per gli allevatori, che saranno costretti a cambiare mestiere; infine arriveranno tasse sempre più esose che daranno il colpo di grazia a fettine, hamburger e bistecche. A quel punto per la stragrande maggioranza di noi non resterà che diventare vegetariani o cibarci di cavallette e scarafaggi; l’ultimo grido e idiozia della “sostenibilità” ambientale fatto proprio anche dall’Unione europea.

 

Foto di peacemedia_for_future da Pixabay

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