Ecco cosa possiamo offrire che sia degno di Dio

Ecco cosa possiamo offrire che sia degno di Dio

 

di Padre Giuseppe Tagliareni 

CUORE E VITA

Nell’Antico Testamento si dice che gli Ebrei dovevano portare al tempio la decima di tutto quanto ogni anno producevano i campi e le greggi: orzo, olio, vino, mandorle, agnelli, vitelli, lana, formaggi, etc. E questo in segno di riconoscenza a Dio, sapendo che ogni bene da Lui viene. E l’offerta doveva essere fatta in proporzione al guadagno: la decima parte di tutto quanto si era ricavato. Questo serviva per i sacrifici da fare al tempio (culto) e per il mantenimento dei Sacerdoti, dedicati solo a Dio.

Per Pasqua poi, tutti dovevano presentare l’agnello, che veniva sacrificato e mangiato: segno dell’Alleanza. Noi cosa offriremo a Dio? (cfr. Mi 6,6). La cosa migliore è il Sacrificio di lode (Sal 50,14).

Quale sacrificio di lode offrire che sia degno di Dio?     

– L’Agnello di Dio che s’immola per noi in sacrificio.

Come?           

– Con la Santa Messa, secondo gli intenti della Chiesa cattolica.

Quali sono? Ecco:

– adorazione e lode per le meraviglie da Lui operate;

– ascolto obbedienziale della Sua Parola;

– sacrificio della vita in riparazione ed espiazione;

– supplica per le necessità di tutti gli uomini;

– ringraziamento per i benefici ricevuti.

Qual è la risposta di Dio?

– L’accoglienza benevola della nostra presenza e dei nostri doni

-LanLa risposta con i Suoi Doni:

. la luce della Sua Parola;

. il fuoco del Suo Spirito;

. il Pane eucaristico

– La Sua Benedizione.

Vediamo in dettaglio: “Nessuno venga a Me a mani vuote”: Dio non ha bisogno delle nostre offerte, perché essendo l’Assoluto non ha alcuna indigenza, anzi è Lui che crea tutte le cose e dà vita. Cosa offrire a Dio? A Dio dobbiamo offrire il cuore e la vita, per amarlo sopra ogni cosa con tutte le nostre forze. Ma poiché siamo peccatori, non siamo degni di offrirci a Dio; tanto meno sono offribili le cose del mondo o della nostra operosità, poiché Dio non ne ha bisogno e non sono degne di Lui.

L’unica cosa che possiamo offrire a Lui gradita è il Figlio Suo Gesù, nel mistero della sua incarnazione, passione, morte e risurrezione, per mezzo del Cuore immacolato di Maria Vergine sua Madre. Questa offerta venne fatta “una volta per tutte allo scopo di togliere il peccato di molti” (Eb 9,28) sul Calvario e viene rinnovata in ogni santa Messa, secondo il comando di Cristo: “fate questo in mio memoriale” (Lc 22,19). Pertanto non è a mani vuote chi offre a Dio la Santa Messa, ma gli offre la cosa a Lui più gradita, perché la Santa Messa ripresenta qui e adesso il Sacrificio del Calvario. Occorre però offrirla con gli stessi sentimenti di Cristo e secondo gli intenti della Chiesa.

Ecco quali sono:

a) l’adorazione e la lode per le meraviglie da Lui operate nella creazione, nella redenzione e nella santificazione degli esseri umani. La lode sgorga dalla contemplazione dell’agire di Dio, sempre pieno di amore, di verità, di bellezza, di potenza a salvezza dell’uomo. Dio ci ama immensamente e non si stanca di fare sempre cose nuove per noi, degne della sua grandezza e dei suoi fini eterni. È provvidente e benigno verso tutte le creature e fa cose grandi. La Santa Messa è di per sé la lode più grande (Eucaristia): si concretizza nei Salmi, nei Prefazi e nelle acclamazioni, nel Gloria e nel Santo, nei canti dei fedeli;

b) l’ascolto obbedienziale della Sua Parola. Dio parla: non solo attraverso la creazione, che porta il messaggio della Sua potenza, perfezione e amore, ma anche attraverso la Storia Sacra, i Profeti e il Figlio Suo Gesù: Verbo fatto carne. Le Sue parole sono “spirito e vita” (Gv 6,63), cioè sono una forza che dà vita eterna a coloro che le mettono in pratica. “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4). “Se uno osserva la mia parola non vedrà la morte in eterno” (Gv 8,51).

È nella Messa che noi ascoltiamo la Parola di Dio, con la spiegazione e applicazione del Sacerdote, come maestro di fede e di morale;

c) il sacrificio della vita in riparazione ed espiazione. È soprattutto il Sacrificio di Gesù che noi offriamo a Dio sull’altare. È questo l’unico, infinito ed eterno Sacrificio adeguato a soddisfare la Giustizia Divina e pagare per tutti i peccatori del mondo. Solo la Vittima Divina ci propizia la benevolenza del Padre. Ma a questa bisogna associare l’offerta della nostra vita in sacrificio, nell’intento di unirci a Cristo e fare come fece lui. Allora, il nostro lavoro, le prove, le tribolazioni, le malattie, le sofferenze diventano, unite a Cristo, offerte gradite a Dio e segno del nostro amore a Lui. Acquistano così un immenso valore e un grande merito che ci ottiene grazia;

d) la supplica. Dio si compiace di farci grazia, se siamo uniti a Cristo. Perciò innalziamo nel suo Nome la nostra supplica. E cosa chiedere a Dio, in modo che Egli possa esaudirci? La preghiera di Gesù (il “Padre nostro”) ce l’insegna: la santificazione del Suo Nome in tutti, l’avvento del Regno di Dio sulla terra, il compimento della Sua volontà da parte di tutti; e poi il pane quotidiano, cioè il lavoro e la provvidenza; il pane eucaristico; il perdono dei peccati, la difesa nelle tentazioni, la liberazione da ogni male. In questo spirito possiamo chiedere qualunque altra cosa: una guarigione, un posto di lavoro, la conversione dei peccatori, il Paradiso per i defunti, l’allon-tanamento dei castighi di Dio, etc.;

e) il ringraziamento per i benefici ricevuti dev’essere incessante. I doni ricevuti sono tanti: la vita, la fede e il Battesimo, la Chiesa stessa con i Sacerdoti, la famiglia e i talenti di nascita, le grazie particolari, la difesa dai nemici, le guarigioni e liberazioni, l’istruzione e il lavoro, la pace e la Provvidenza continua. Ma i doni di Dio più grandi sono: la Sua Parola, che è luce per la mente e lampada per la via della salvezza; il Suo Spirito Santo, che è fuoco d’amore e di comunione con Dio e tra di noi; la Sua Eucaristia, che è il “Pane vivo disceso dal Cielo”, Gesù in persona, che viene in noi per vivere la vita con noi.

Alla fine della Santa Messa Iddio ci benedice. Siamo stati come figli intorno alla Sua mensa, nella Sua casa; ora ci accomiatiamo ed Egli ci dà il Suo bacio. Il Sacerdote in Suo Nome ci benedice: stende le mani sopra di noi e invoca il Suo Nome sopra di noi, così come fece Aronne per ordine di Mosè, secondo la disposizione divina (cfr. Num 6,22-27). La Benedizione di Dio è portatrice di ogni bene: promuove la fioritura della vita, la fecondità, il benessere, la concordia e la pace, il superamento delle prove e delle tribolazioni, l’unità della famiglia, etc. allontana ogni male: le malattie, la disperazione, la miseria, la devastazione da parte dei nemici, la divisione, il dominio di Satana, il fallimento esistenziale. Ai Suoi eletti Dio promette Grazia e Misericordia, che si rinnovano ad ogni S Messa, fino alla fine (cfr. Sap 3,9). Ma la più grande Benedizione è avere Gesù nel cuore ogni giorno di vita.

 

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