Utero in affitto, il giurista Loiodice: “Averlo reso reato universale è buonsenso”
di Bruno Volpe
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INTERVISTA AL PROFESSOR ALDO LOIODICE
“Una normativa improntata a buonsenso e rispettosa della Costituzione”. Non ha dubbi il noto costituzionalista barese della Uniba professor Aldo Loiodice, commentando la scelta dello Stato Italiano di dichiarare la maternità surrogata o comunemente conosciuta come “utero in affitto”, “delitto universale”. cioè punibile non solo in Italia, ma anche se commesso fuori dei confini nazionali, come spesso avviene utlizzando giovani dell’est Europa o dell’Africa.
Professor Loiodice, mettendo da parte le posizioni da credenti che cosa pensa della dichiarazione della maternità surrogata quale reato universale punibile anche se commesso all’estero?
“Se ci fate caso, in Italia non vediamo giovani donne noleggiare, passatemi questo brutto termine, il loro utero per fini di maternità. Questo significa una cosa precisa: che nei Paesi della opulenza la donna rimane rispettosa della sua dignità, mentre viene sfruttata in Paesi poveri o sottosviluppati, insomma come al solito chi ha soldi ed è danaroso può concedersi di tutto, del resto sta accadendo così anche nella sanità dove i ricchi campano più dei poveri potendosi concedere cure rapide ed efficaci pagando senza aspettare i tempi lunghi del SSN”.
La scelta operata dallo Stato italiano è rispettosa della Costituzione?
“Certamente sì e la finalità mi sembra condivisibile, cioè mettere fine per quanto possibile al mercato degli esseri viventi e dei bambini dimenticando che il figlio è un dono e non un diritto o capriccio da comprare ed esaudire a tutti i costi. La pratica dell’utero in affitto invece crea un autentico ed avvilente mercato della vita e trovo insolito sul punto il silenzio delle femministe davanti ad uno schiavismo o sfruttamento tanto chiaro”.
Perchè giuridicamente la pratica della maternità surrogata è violativa della Costituzione italiana?
“E’ contraria prima di tutto all’articolo 2 della Costituzione che protegge lo sviluppo della personalità e comunque tutta la carta è ispirata al favor per la vita e la tutela della maternità. Il bambino ha tutto il diritto a sapere chi sono i genitori naturali e il fatto di essere sradicato dalla madre naturale per essere affidaoi ad altri, potrebbe causare un trauma specie se verrà a saperlo in età avanzatae vorrà conoscere la sua madre biologica. Tra l’altro non sono rare le controversie giudiziali in mteria. Il bimbo nato in questo modo in sintesi potrebbe anzi spesso accade, subire traumi, perchè essere tolto violentemente dalla madre biologica e poi affidato ad altri scientificamente è considerato causa di traumi e di possibili conseguenze sul carattere. Ne danneggia la crescita armoniosa, appunto lo sviluppo che è un bene protetto dalla Costituzione”.
Eppure c’è l’istituto dell’adozione…
“Prima di tutto è in forte calo, perchè manca la materia prima, i bambini. Poi l’ adozione è un atto di reale generosità e l’ adottato sa dall’inizio chi è l’adottante. Mentre nell’ utero in affitto assistiamo alla compravendita di una vita umana. E se è vietato per legge il commercio degli organi, io non posso vendere un rene o un fegato, ma solo donarlo, a maggior ragione non è ammissibile la compravendita della vita. Mi permetto di ricordare che l’embrione in ogni caso è una forma di vita, è vita e va rispettato e tutelato”.
L’utero in affitto è contrario a quali altre norme?
“All’articolo 3 della Costituzione che regola il sacrosanto principio della uguaglianza dei cittadini senza differenze di religione, sesso o censo. Ora, una coppia di disoccupati o una famiglia monoreddito pur volendo comprarsi il figlio con questa pratica, non potrà per mancanza di denaro. Mentre una famiglia ricca e benestante, al contrario sì, e basta andare in Ucraina o in altre parti dell’Est Europa per esaudure il desiderio. Qui ci sono dei veri pensionati dove le ragazze sono tenute al meglio e bene per evitare al bimbo malformazioni o malattie dovute a cattiva alimentazione, droga o alcol assunti dalla madre che viene vigilata e curata. In poche parole sono delle galline dalle uova di oro tenute in gabbia”.
Chi volesse obiettare potrebbe però dire che così passa una posizione cattolica e siamo in uno stato laico…
“Non è ua obiezione corretta. Lo ripeto: se non è possibile commerciare organi a maggior ragione questo non è ammesso per la vita e non stiamo entrando in questioni religiose, come del resto non è tale la tutela dello sviluppo della persona. Poi mi permetto di ricordare che la Costituzione Italiana è stata scritta anche con il consenso e il contributo dei cattolici e questo smonta ogni obiezione”.