In Canada Trudeau ha ridotto numerosi diritti fondamentali
A cura dell’ACS ITALIA – Aiuto alla Chiesa che Soffre*
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CANADA: QUADRO GIURIDICO RELATIVO ALLA LIBERTA’ RELIGIOSA ED EFFETTIVA APPLICAZIONE
La Costituzione e le leggi del Canada garantiscono le libertà di coscienza e di religione, così come quelle di pensiero, credo, opinione ed espressione1, fatte salve «le limitazioni ragionevoli prescritte dalla legge che possono essere giustificate in modo dimostrabile in una società libera e democratica». I canadesi hanno il diritto di «godere degli stessi benefici e tutele da parte della legge senza discriminazioni a sfondo religioso». Le leggi federali e provinciali proibiscono la discriminazione in base alla religione, permettono agli individui di fare causa per violazione della libertà religiosa e forniscono soluzioni per i reclami. I gruppi religiosi non sono tenuti a registrarsi presso il governo; tuttavia, per avere diritto all’esen zione fiscale, devono registrarsi come organizzazioni no-profit presso l’Agenzia delle Entrate del Canada (CRA). Lo status di ente di beneficenza garantisce al clero diversi benefici federali, come le detrazioni fiscali per il clero residente e procedure di immigrazione più rapide.
La Legge costituzionale del 1867 garantiva ai protestanti e ai cattolici il diritto di avere scuole confessionali finanziate pubblicamente (articolo 93, paragrafo 2-3)6. Tuttavia, gli emendamenti costituzionali hanno abrogato questa garanzia in Québec, Terranova e Labrador, sostituendoli con un sistema di istruzione pubblica laica. I finanziamenti pubblici costituzionalmente protetti per le scuole cattoliche rimangono in vigore in Ontario, Alberta e Saskatchewan. La legge federale protegge l’istruzione cattolica e protestante finanziata pubblicamente nei Territori del Nord-Ovest, nello Yukon e nel Nunavut. Sei delle 10 province riconoscono un finanziamento almeno parziale ad alcune scuole religiose. L’istruzione domiciliare è legale in tutto il Canada e viene assicurato un sostegno finanziario ai genitori in Saskatchewan, Alberta e British Columbia.
In Canada, la libertà religiosa è stata definita come «il diritto di scegliere il proprio credo religioso, il diritto di dichiarare apertamente il proprio credo religioso senza temere ostacoli o rappresaglie, e il diritto di manifestare il proprio credo religioso mediante il culto e la pratica o l’insegnamento e la propaganda».
Il termine “religione” non è stato espressamente definito, ma la Corte Suprema ha notato che le credenze o le pratiche secolari non sono protette dalla garanzia della libertà religiosa, osser vando che una religione è di solito intesa come un sistema particolare e completo di dogmi e pratiche che generalmente include una credenza nell’esistenza di un potere divino, sovrumano o dominante, e credenze o convinzioni personali che promuovono la comunicazione con l’essere divino o con il soggetto o l’oggetto di tale fede spirituale. È significativo notare che la Corte ha affermato come i diritti di atei, agnostici, scettici e indifferenti sono garantiti anche dall’articolo 2 (comma a) della Carta canadese dei diritti e delle libertà, che garantisce la libertà di coscienza e di religione.
La Corte Suprema del Canada ha interpretato tale comma in modo liberale, affermando che è preferibile equilibrare gli interessi statali concorrenti, sulla base di un’analisi dell’articolo 116 o dell’analisi di proporzionalità nel caso di revisione giudiziaria delle decisioni amministrative, piut tosto che porre limiti interni all’ambito della libertà religiosa. L’articolo 1 della Carta dei diritti e delle libertà è visto come uno strumento più flessibile per soppesare i diritti concorrenti, molto spesso quelli di uguaglianza. Tuttavia, nonostante l’ampia portata del diritto garantito, la Corte ha anche tracciato dei limiti, affermando che «la libertà di avere convinzioni è più ampia della libertà di agire in base ad esse». La Corte Suprema ha anche ripetutamente affermato che l’ambito della libertà religiosa può es sere limitato quando viola i diritti fondamentali degli altri. Quando i diritti di due individui sono in conflitto, questo deve essere risolto definendo correttamente i diritti e i valori coinvolti.
Nella causa Law Society of British Columbia contro Trinity Western University, e nel caso correlato Trinity Western University contro Law Society of Upper Canada, la Corte Suprema ha scelto di conciliare i diritti di libertà religiosa opposti dei membri evangelici della comunità della Trinity Western University (TWU) con i diritti di uguaglianza delle persone LGBTQ attraverso un’analisi di proporzionalità.
La maggioranza dei giudici ha ritenuto che l’impatto sulla libertà religiosa dei membri della co munità della TWU avesse «un’importanza limitata» e che le decisioni prese dalle società di diritto rappresentassero un bilanciamento proporzionato rispetto all’importante obiettivo giuridico di garantire l’uguaglianza dei membri della comunità LGBTQ e di conservare la fiducia dell’opinione pubblica nella professione legale. Il risultato è che a tutt’oggi, in Canada, non esistono scuole di legge di stampo prettamente cristiano. La sentenza della Trinity Western University potrebbe essere applicata a qualsiasi azienda canadese che cerchi di rimanere fedele alla propria etica religiosa, ma che sia soggetta alla supervisione di un organismo professionale incentrato sull’uguaglianza piuttosto che sul pluralismo.
È da notare che l’articolo 2 (comma a) della Carta canadese dei diritti e delle libertà non tutela tutte le manifestazioni di credo religioso. Nel caso Ktunaxa22, con una decisione di maggioranza, la Corte Suprema ha ritenuto che la richiesta di una comunità indigena di proteggere un luogo sacro rispetto al progetto di un impianto sciistico non rientrasse nell’ambito dell’articolo 2 (comma a). Per la Corte, quest’ultimo «non tutela l’oggetto delle credenze, né i luoghi di culto e il significato spirituale soggettivo ad essi collegato».
Nel maggio 2021, la Corte Suprema ha stabilito che la richiesta di cinque persone di essere reintegrate nell’appartenenza ad una Chiesa non avesse alcuna base giuridica. I cinque ex membri della Chiesa etiope ortodossa Tewahedo del Canada, St. Mary Cathedral, una chiesa dell’area di Toronto, hanno intentato una causa contro la stessa per essere stati esclusi dalla congregazione. L’allontanamento è stato deciso dopo che questi fedeli erano stati nominati a far parte di un co mitato investigativo che aveva il compito di verificare l’esistenza di un movimento interno che, secondo alcuni, andava contro le credenze della Chiesa e dopo che le raccomandazioni che ne erano scaturite erano state ignorate dall’arcivescovo e da altri vertici della Chiesa. I cinque membri, che avevano contestato questo atteggiamento, erano stati estromessi dalla congregazione e si erano rivolti al tribunale per avere il reintegro.
La Corte Superiore dell’Ontario ha respinto la loro richiesta, ritenendo che la loro esclusione non sollevasse alcuna questione giuridica che richiedesse l’apertura di un processo. Il Tribuna le ha fondato la sua decisione su una sentenza del 2018 della Corte Suprema del Canada nel caso Congregazione di Highwood dei Testimoni di Geova (Comitato giudiziario) contro Wall. In quell’occasione, i giudici hanno ritenuto che le decisioni di un’associazione religiosa riguardanti i suoi membri non possono essere riviste dai tribunali se non riguardano un diritto protetto dalla legge. Affinché un tribunale possa rivedere le procedure interne di un’associazione volontaria, come una Chiesa, deve essere in gioco un vero e proprio diritto protetto dalla legge. La sentenza è coerente con il principio di autonomia della Chiesa sancito in Europa e negli Stati Uniti.
Il 16 dicembre 2020, la Corte Suprema della Columbia Britannica ha emesso la Practice Direction 59 (Direttiva pratica 59). La direttiva «consiglia alle parti e ai loro avvocati, quando si presentano in tribunale, di fornire i loro “pronomi corretti”». I critici della decisione hanno affermato che i tri bunali della Columbia Britannica hanno iniziato ad adottare il “discorso obbligato”. Con l’attua zione della Practice Direction, i tribunali provinciali della Columbia Britannica hanno, in sostanza, imposto il credo dell’identità di genere senza tener conto dell’obiezione religiosa e di coscienza.
Il Covid-19 ha continuato ad essere una questione molto divisiva in Canada, culminata nel “Freedom Convoy” (Convoglio della libertà), oggetto di attenzione a livello internazionale. Le notizie attendibili sulla controversa protesta dei camionisti suggerivano che un certo numero di cristiani avesse partecipato alla manifestazione e che le proteste fossero connotate da un elemento di fede tangibile. A dimostrazione di quanto l’opinione canadese possa essere divisa sulle questio ni religiose, alcuni opinionisti hanno identificato la presenza cristiana alla protesta come espressione del “nazionalismo cristiano bianco”. Il “Freedom Convoy” è stato infine interrotto quando il Primo Ministro Trudeau, per la prima volta nella storia del Canada, ha invocato la “Legge sulle Emergenze”, fornendo alle forze dell’ordine nuovi poteri esclusivi e riducendo numerosi diritti civili fondamentali.
Il pastore dell’Alberta Artur Pawlowski è stato multato, arrestato e incarcerato per numerose vio lazioni delle norme in materia di Covid-19, quali l’apertura della sua chiesa nonostante i lock down e la sua partecipazione al “Freedom Convoy”. Il suo terzo e ultimo processo si è svolto nel gennaio 2023. Al momento della stesura di questo Rapporto, la sentenza rimane in sospeso. Nel febbraio 2023, i tribunali di New Brunswick e Ontario hanno respinto le accuse penali contro i pastori per presunte violazioni delle norme anti Covid-19 nelle loro chiese durante il periodo di lockdown.
Episodi rilevanti e sviluppi
Uno studio recente ha rilevato che negli ultimi tre decenni il panorama religioso del Canada ha subìto una trasformazione significativa, e che le attività religiose collettive e personali, nonché le credenze religiose e spirituali, giocano oggi un ruolo minore nella vita delle persone. I cristiani di tutte le denominazioni rimangono la maggioranza con oltre il 60 per cento (la metà dei quali è composta da cattolici), seguiti da Islam (3,6 per cento), Induismo (1,4 per cento) e Sikhismo (1,4 per cento). L’appartenenza alle ultime tre religioni è più che raddoppiata negli ul timi 20 anni. Più di un terzo della popolazione canadese ha dichiarato di non avere alcuna affi liazione religiosa o di avere una prospettiva laica (atea, agnostica, umanistica o altro). Anche la quota di questo gruppo è più che raddoppiata in vent’anni. Tale tendenza è coerente con altre che indicano un calo dell’importanza data alle credenze religiose e spirituali nella vita delle persone, dal 71 per cento nel 2003 al 54,1 per cento nel 2019. Tale diminuzione probabilmente spiega perché non vi è stata una maggiore resistenza all’erosione della libertà religiosa avvenuta mediante normative e decisioni giudiziarie.
Secondo le proiezioni demografiche, la percentuale di canadesi appartenenti a una minoranza e di quelli affiliati a una religione non cristiana è destinata ad aumentare. Entro il 2036, le minoranze dovrebbero costituire più di un terzo dei canadesi in età lavorativa (dai 15 ai 64 anni). Allo stesso tempo, le proiezioni indicano che il numero di canadesi affiliati a una religione non cristiana passerà dal 9 per cento del 2011 al 13-16 per cento della popolazione nel 2036.
In un censimento del 2021, circa 81.000 persone – ovvero lo 0,2 per cento della popolazione – hanno dichiarato di appartenere alla spiritualità indigena tradizionale. La maggior parte di queste (90,2 per cento) appartiene a popoli indigeni, le cosiddette Prime Nazioni. Degli 1,8 milioni di persone con un’identità indigena in Canada, quasi la metà (47 per cento) non ha dichiarato alcuna affiliazione religiosa, mentre più di un quarto (26,9 per cento) ha dichiarato di essere cattolico.
La pandemia ha ulteriormente esposto ed esacerbato i problemi di sicurezza e discriminazione in Canada, in particolare i crimini di odio. Questi reati prendono di mira elementi fondamentali dell’identità delle persone e possono avere un impatto sproporzionato su intere comunità. Possono essere perpetrati contro una persona o una proprietà in base a razza, colore, origine nazio nale o etnica, religione, orientamento sessuale, identità o espressione di genere, lingua, sesso, età, disabilità mentale o fisica o altri fattori simili. Durante la pandemia, sono stati segnalati casi di discriminazione nei confronti delle comunità ebraiche e musulmane, basati sulla disinformazione e sulle teorie complottistiche legate alla crisi sanitaria, di solito riconducibili a più ampi atteggiamenti antiebraici e antislamici.
Il numero di crimini d’odio segnalati alla polizia canadese è aumentato del 27 per cento, passan do da 2.646 incidenti nel 2020 a 3.360 incidenti nel 2021. Ciò fa seguito ad una crescita del 36 per cento registrata nel 2020. In generale, il numero di crimini d’odio segnalati dalla polizia è aumentato del 72 per cento dal 2019 al 2021. L’incremento generale è dovuto principalmente a quello dei crimini d’odio relativi alla religione (+67 per cento, 884 incidenti), all’orientamento sessuale (+64 per cento, 423 incidenti), all’appartenenza razziale o etnica (+6 per cento, 1.723 incidenti). Il numero di crimini d’odio è aumentato in ogni provincia e territorio nel 2021, ad eccezione dello Yukon, dove è rimasto invariato.
I dati della polizia sui crimini d’odio riflettono solo ciò che viene portato alla loro attenzione e che può essere classificato come crimine d’odio. Pertanto, le variazioni nel numero di incidenti segnalati potrebbero riflettere un reale cambiamento quantitativo, oppure indicare mutamenti nel tasso di denuncia pubblica di tali crimini. Il dato potrebbe anche riflettere una maggiore discrezionalità nel modo in cui coloro che denunciano i crimini definiscono il concetto di “odio”.
Secondo i dati riportati dalla polizia, nel periodo in esame sono aumentati i crimini di odio contro gli ebrei (+47 per cento), i musulmani (+71 per cento) e i cattolici (+260 per cento). L’incremento dei crimini d’odio contro la popolazione musulmana ha fatto seguito a un calo commisurato nel 2020. Sebbene non sia possibile collegare i crimini d’odio segnalati dalla polizia a eventi specifici, la copertura mediatica e la discussione pubblica possono aumentare la consapevolezza e suscitare reazioni negative tra le persone con atteggiamenti d’odio o che potrebbero sentirsi altrimenti escluse, come nel caso delle tombe anonime scoperte nelle ex scuole residenziali nel 2021.
A seguito delle scoperte, sono stati segnalati crimini d’odio contro gli indigeni, le chiese e altre istituzioni religiose. Qualsiasi caso criminale che la polizia ritiene motivato dall’odio è incluso nel le statistiche. Un’analisi dettagliata di “Juristat” sui crimini di odio segnalati dalla polizia in Canada per l’anno 2021 è prevista per l’inizio del 2023.
Tra la metà di giugno e la fine di luglio 2021, molte chiese cristiane sono state incendiate in Canada, nella Columbia Britannica, l’Alberta e il Saskatchewan. In altre zone del Paese, gli edifici parrocchiali sono stati vandalizzati. Sono stati segnalati 68 attacchi a luoghi di culto.
Sebbene vi siano solo vaghi indizi che colleghino gli attacchi incendiari alla scoperta di tombe anonime nei pressi di ex scuole residenziali gestite da congregazioni religiose, le comunità indi gene hanno chiesto di porre fine agli atti di vandalismo, «che non fanno altro che accrescere il dolore delle Prime Nazioni».
Nell’aprile 2021, la Corte Superiore del Québec si è pronunciata sul caso della legge provinciale sulla laicità, nota anche come Disegno di Legge 2147. La decisione ha finito per scontentare tut ti. Tuttavia, dopo diverse udienze, il Presidente della Corte ha ampiamente confermato la nor mativa. Pur notando che quest’ultima violava libertà fondamentali come la libertà religiosa, il giudice Marc-André Blanchard ha concluso che non poteva revocare la legge perché rientrava nell’articolo 33 della Carta dei Diritti e delle Libertà, comunemente noto come clausola di non deroga, che conferisce al Parlamento federale e alle legislature provinciali e territoriali il diritto di annullare temporaneamente l’articolo 2 della Carta per cinque anni. Il giudice ha tuttavia dichia rato incostituzionali esclusivamente le disposizioni che riguardavano i consigli scolastici in lingua inglese e i membri eletti dell’Assemblea Nazionale del Québec.
La controversa legislazione, adottata nel giugno 2019 dal governo della Coalition Avenir Québec, vieta l’uso di simboli religiosi da parte di alcuni dipendenti pubblici nell’esercizio delle loro fun zioni, tra cui gli insegnanti di scuola elementare e secondaria nelle scuole pubbliche, gli agenti di polizia, i giudici e gli avvocati della Corona (pubblici ministeri).
La decisione del giudice Blanchard riflette il delicato equilibrio tra i diritti dei vari gruppi della società. In particolare, ha accolto le argomentazioni secondo cui la legge causava gravi pre giudizi alle minoranze religiose e avrebbe avuto un impatto negativo sui diritti delle donne musulmane.
Infatti, uno studio pubblicato nell’agosto 2022 dall’Associazione per gli Studi Canadesi (ACS) ha evidenziato gli effetti devastanti della “Legge sul rispetto della laicità dello Stato”, il nome formale della legge sulla laicità. Secondo quanto riferito, gli episodi di odio contro le minoranze religiose in Québec sono aumentati notevolmente dopo l’adozione della norma. Un sondaggio condotto per l’Associazione per gli Studi Canadesi dalla società di analisi e ricerca di mercato Léger ha rivelato che, in seguito all’approvazione della legge, due donne musulmane su tre erano state vittime o testimoni di un episodio di odio. Nel giugno 2021, quasi tutti i componenti di una famiglia musulmana sono rimasti uccisi a London, in Ontario. Si ritiene che le cinque vittime, quattro delle quali morte sul colpo, siano state deliberatamente investite da un folle alla guida di un camion. Secondo il capo della polizia, tutto fa pensare che la famiglia sia stata travolta a causa della propria fede.
Nell’aprile 2022, cinque fedeli musulmani sono stati feriti da colpi di pistola sparati indiscrimina tamente all’esterno di una moschea a Scarborough, nell’Ontario, vicino alla città di Toronto, dopo che avevano finito di pregare. Papa Francesco ha visitato il Canada nel luglio 2022 per quello che egli stesso ha definito un “pellegrinaggio penitenziale”, durante il quale ha chiesto formalmente scusa «alle Prime Nazioni, ai Métis e agli Inuit, che hanno subìto l’oppressione» […] inferta «da parte delle autorità religiose e governative». Alla luce di ciò, Mathieu Lavigne, responsabile di “Mission Chez Nous” (un’organizzazione che la vora con le popolazioni indigene), ha scritto un articolo, Laissez les mots se deposer (Lascia decan tare le parole), in cui ha affermato: «Il pellegrinaggio penitenziale di Papa Francesco ha generato diverse reazioni tra le popolazioni indigene, che vanno da un senso di rassicurazione a una rinno vata sofferenza, dalla gratitudine alla delusione, da lacrime di guarigione a lacrime di rabbia. Non sarebbe più saggio lasciare che il tempo faccia il proprio corso?». Istituito come parte della Strategia antirazzista del Canada, il Segretariato federale per la lotta al razzismo ha ospitato due vertici nazionali nel 2021: uno sull’islamofobia e l’altro sull’antisemitismo. Entrambi gli incontri avevano lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui pregiudizi e sulle strategie antidiscriminatorie nei confronti della religione e della fede.
Prospettive per la libertà religiosa
Il divario culturale in Canada continua a crescere, il che ha portato ad alcuni stereotipi negativi sulle convinzioni religiose e sui credenti religiosi. Anche il panorama socio-religioso continua a modificarsi a causa dei cambiamenti demografici e del declino di coloro che si riconoscono come cristiani. Il Canada continua ad essere un luogo in cui lo Stato di diritto è rispettato, ma in generale negli ultimi anni vi è stata una riduzione palpabile del rispetto per la libertà religiosa, in particolare quando questa entra in conflitto con le opinioni radicate relative all’uguaglianza, alla diversità e alla salute pubblica.
* Estratto da: Libertà religiosa nel mondo, Rapporto 2023
Il Rapporto 2023 è la XVI edizione del Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo di Aiuto alla Chiesa che Soffre, che viene realizzato ogni due anni.
È pubblicato in inglese, francese, tedesco, italiano, portoghese e spagnolo