Il fallico Pulcinella e la pessima “arte”

Il fallico Pulcinella e la pessima “arte”

di Pietro Licciardi

L’ARTE SACRA SE LA PASSA, MALE MA ANCHE QUELLA LAICA STA POCO BENE

Nei giorni scorsi ha ricevuto l’onore della cronaca l’istallazione “artistica” dello scultore e designer Gaetano Pesce, intitolata Tu si ‘na cosa grande, che dovrebbe rappresentare una rivisitazione dell’abito di Pulcinella, suscitando le maliziose risate di non pochi napoletani che si sono trovati a passare da Piazza del Municipio a Napoli.

Siamo stati indecisi se scrivere a proposito di questo ennesimo insulto al buon gusto, all’arte e ai cittadini, che ancora una volta hanno dovuto pagare con le loro tasse certi furbeschi commerci di amministrazioni comunali che, evidentemente popolate da pseudo acculturati, si prestano consapevolmente o meno a sovvenzionare circuiti che di “culturale” hanno, forse, solo il nome.

Indecisi, perché ormai certa “arte” ormai non campa più sulla creazione del bello ma sulla provocazione, che critici e galleristi riescono a pubblicizzare e trasformare in quattrini sonanti, anche con la complicità di gonzi che di arte non ci capiscono un’acca ma sono pronti a sborsare fior di soldi per qualsiasi cosa possa essere rivenduta ovviamente congruamente maggiorata. E quindi non ci sembrava il caso di far pubblicità a nostra volta.

Tuttavia città piccole e grandi sono sempre più infestate da roba che troverebbe migliore collocazione in qualche discarica o deposito di cianfrusaglie, fatta passare per arte senza che nessuno abbia da ridire per non fare la figura dell’ignorantone. E così prosperano gli affari di chi senza alcuno sforzo artistico e creativo fa ghirigori colorati su una tela o schiaccia lattine di birra, come quelle esposte da Alexander Lavet al museo olandese LAM di Lisse.

Da qui la decisione di prendere a pretesto l’ennesima schifezza “artistica” per dire: adesso basta! L’arte, quella vera, non ha niente a che fare con certe cervellotiche e autoreferenziali “creazioni” che solo pochi autonominati “esperti” e intenditori si piccano di apprezzare e comprendere.

La vera arte è quella che sa farsi ammirare da chiunque, dalla massaia della porta accanto, alla persona colta e raffinata, potendo esprimere o suscitare emozioni, e sentimenti. Oggi invece in epoca di decadenza e di barbarie anche nell’”arte” ha fatto irruzione il brutto, il deforme e il non senso del nostro tempo, che ha respinto la Verità.

Anche in questo ambito dunque se non ci si deciderà a riprende fedelmente in mano il sacro cattolico non vedremo per chissà quanto tempo ancora qualcosa di buono ma soltanto falli di 15 e più metri spacciati per Pulcinella.

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