Così com’è la missione Unifil non ha senso
di Daniele Dell’Orco
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L’ATTACCO DI ISRAELE CONTRO LA BASE UNIFIL DI NAQURA È INACCETTABILE
L’attacco di Israele contro la base Unifil di Naqura è inaccettabile, pur non essendo certo “la più inaccettabile” tra le azioni messe in atto da Israele/Hamas/Hezbollah da ottobre 2023 ad oggi.
Ciò che racconta questo attacco è che Israele non riconosce più ufficialmente anche dal punto di vista pratico, non solo verbale e politico come già accaduto nei decenni, l’autorità delle Nazioni Unite.
In sostanza, per Tel Aviv i caschi blu, compresi gli oltre 2mila italiani che di fatto guidano la missione da tempo immemore, sono considerati quando va bene un intralcio, quando va male complici di Hezbollah.
Si è parlato molto negli anni del cambio di regole di ingaggio per i partecipanti alla “missione di pace” Unifil, senza mai troppo successo. Ma ciò che è certo è che da quando esiste, Unifil non è riuscita ad assurgere al suo scopo.
Hezbollah si è armato pesantemente senza che Unifil potesse fare granché, l’Esercito del Sud non ha molto controllo sui territori di confine con Israele, e gli stessi israeliani non si sentono meno minacciati di prima grazie al contributo di Unifil.
Ciò che queste missioni svolgono, alla grande, è un ruolo socio-umanitario, come racconto ad esempio in “Città divise” per quanto riguarda il Kosovo. L’Italia nella fattispecie lavora così bene che il nostro contingente è diventato il primo a cui viene richiesto supporto di questo tipo.
È accaduto anche in Iraq, sta accadendo in Niger, accadrà a Gaza semmai dovesse finire questo conflitto, visto che gli americani hanno già sondato con i Carabinieri la disponibilità di fare patrolling nella Striscia.
Il problema però è che a queste missioni andrebbe cambiato nome, e andrebbero affidate nuove responsabilità.
Sono missioni umanitarie?
Bene, allora che non si pretenda di dover trattare con miliziani armati fino ai denti mettendogli i fiori negli Ak.
Sono missioni militari di messa in sicurezza delle zone cuscinetto?
Bene, allora che vengano investite ed equipaggiate di tutto punto per fare in modo che la loro autorità non venga soverchiata non solo da una, ma da entrambe le parti in causa.
Comprese clausole severissime da imporre in caso di attacchi subiti.
Così come sono, fanno sicuramente il bene della popolazione civile ma mentre tutto intorno le crisi proliferano e, in molti casi, precipitano, vanificando quanto di buono fatto fino a quel momento e mettendo a repentaglio la vita di chi ne prende parte.
Israele ed Hezbollah non ne riconoscono più il ruolo, ammesso che l’abbiano mai fatto.
Quindi la missione così com’è non ha senso.