Aurelio Porfiri e la battaglia per la qualità della musica sacra nella liturgia cattolica

Aurelio Porfiri e la battaglia per la qualità della musica sacra nella liturgia cattolica

di Matteo Orlando

INTERVISTA AL MAESTRO ROMANO

Il Maestro Aurelio Porfiri – compositore, direttore di coro e autore romano – è una delle voci più veementi nella denuncia del declino della qualità della musica nella liturgia cattolica. Autore di più di 60 libri, ha composto numerosissimi brani per la liturgia cattolica: Oratori, Messe, Mottetti, canti per la liturgia in italiano, inglese, francese e cinese. È anche curatore di una seguitissima newsletter su liturgia e musica sacra (musicasacra.substack.com). È contributing editor per la popolare rivista americana Inside the Vatican.

Maestro, come ha iniziato ad interessarsi di musica sacra?

Ero poco più che adolescente e ho cominciato le mie esperienze in due belle Basiliche romane a cui penso sempre con affetto: santa Maria in Trastevere e san Crisogono. Ovviamente al tempo non avevo la formazione liturgica e musicale adeguata e facevo eseguire canti non adatti alla liturgia. Mi è servito anche quello, poi grazie a Dio ho potuto imparare molto.

Il Papa ha detto che le critiche, anche quelle negative, aiutano a migliorare. Lei ha impressione che le critiche nella Chiesa vengano supportate?

Non vengono supportate, vengono sopportate. Purtroppo spesso si preferiscono i servi sciocchi che spesso perseguono soltanto vantaggi personali piuttosto che coloro che fanno dei rilievi ma per amore della Chiesa e, almeno nel mio caso, della liturgia e della musica sacra.

Ma ci sono anche coloro che sembrano godere nel trovare errori ogni qual volta il Santo Padre apra bocca..

Ha ragione, chi lo fa è in grave torto. Detto questo, le critiche per il bene della Chiesa non sono solo necessarie, ma anche garantite ai fedeli dal codice di diritto canonico, canone 212 §3. Come diceva il filosofo Edmund Burke, “la sola cosa necessaria affinché il male trionfi e che gli uomini buoni non facciano nulla”. Non mi ritengo un uomo buono, purtroppo, ma almeno volenteroso.

Forse alcuni pensano che la liturgia e la sua musica non siano priorità nell’attuale situazione della Chiesa?

E sarebbero in gravissimo errore se pensassero in questo modo. È stato il Concilio Vaticano II a dire che la liturgia è il culmine e la fonte verso cui converge la vita della Chiesa. Ci crediamo ancora?

Ma sembra che alcuni organi ufficiali ecclesiali tentino di mettere riparo a questa situazione. O no?

Come dico da tempo, il problema è che non può essere una soluzione al problema chi è, in realtà, il problema stesso. Non in tutti i casi, ma spesso le persone chiamate a risolvere le cose o hanno una formazione inadeguata o sono prigionieri delle loro ideologie targate anni ‘60.

Quale pensa siano i problemi più urgenti per la liturgia?

Il clericalismo è uno di questi, ma non nel senso che penso che i laici dovrebbero fare le cose riservate ai sacerdoti, ma penso che i sacerdoti dovrebbero fare i sacerdoti piuttosto che corteggiare carriere di vario genere. Poi il sentimentalismo che ammorba tante composizioni usate nella liturgia. E poi la codardia dei buoni di cui si parlava sopra.

Qual è la sua speranza?

Che Dio saprà intervenire a modo suo e ispirare un rinascimento perché la Chiesa possa risplendere di nuovo nella bellezza dei riti, delle preghiere e dei canti. Chissà se mi sarà dato di vedere tutto questo.

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Oldest
Newest
Inline Feedbacks
View all comments