Magia, occultismo, stregoneria, esoterismo, tarocchi: le ragioni di una perenne condanna
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LA MAGIA SOSTITUISCE DIO CON DELLE CREATURE
Il termine magia deriva dal greco “magheia”, che significa scienza, saggezza; i «magi» erano gli antichi sacerdoti persiani. Anche il Nuovo Testamento parla di maghi e magia: i Magi che, secondo il racconto di Matteo 2, si recano alla ricerca del Bambino Gesù guidati dalla stella, non sono però maghi nell’accezione moderna del termine, ma piuttosto scienziati o sapienti. Negli Atti degli Apostoli, si trova l’episodio di Simon Mago che, come molti altri, aderisce alla predicazione degli Apostoli e si fa battezzare 3. Meravigliato per i prodigi da loro compiuti, offre del denaro per ottenere quel potere, ma Pietro risponde: «Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai osato di acquistare con denaro il dono di Dio» . Da questo episodio deriva il termine «simonia» riferito al commercio di cose sacre.
La magia tende a ricercare il contatto con forze «occulte, considerate superiori al singolo uomo, che possono però essere manipolate e controllate accrescendo la potenza del mago e dei suoi seguaci. Lo scopo per cui si vogliono acquisire i poteri magici può essere materiale (acquisizione della ricchezza o del dominio sulle altre persone) o nobili (miglioramento di se stessi e dell’umanità). Per raggiungere tali fini si mobiliteranno soprattutto una serie di divinità «intermedie» – spiriti, angeli, demoni, fluidi, energie, potenze – mentre, almeno in Occidente, l’influenza della corrente anti magica che percorre il cristianesimo renderà meno credibile la pretesa di «catturare» Dio stesso per porlo al servizio dei propri progetti magici.
Il contesto della magia è dunque caratterizzato da una pretesa di appropriarsi e possedere con la volontà ciò che nell’esperienza religiosa può essere concepito solo come dono. Quindi, la magia parte dal presupposto di voler dominare le forze occulte attribuendosi un potere sovrumano e cercando di affermare il proprio desiderio di potenza sulla natura, il presente, il futuro, il prossimo, gli oggetti, gli eventi della storia e lo stesso mondo ultraterreno; in sostanza non è altro che il tentare di impadronirsi del potere stesso di Dio e di tutti i Suoi requisiti e cioè la vera e propria pretesa di sostituirsi a Dio. (Tratto dal testo di Andrea Menegotto, “Magia, Magie, Maghi”).
La condanna della magia è stata costante e inequivocabile, in linea con quanto insegna la Sacra Scrittura. È nota l’estrema durezza dell’Antico Testamento contro chi pratica la magia (Es 22,17); (Lv 20,27). La ragione di tanta severità risiede nel fatto che la magia è un rifiuto del vero e unico Dio. «Non vi rivolgete né ai negromanti né agli indovini; non li consultate… Io sono il Signore, vostro Dio» (Lv 19,31). «Se un uomo si rivolge ai negromanti e agli indovini per darsi alle superstizioni dietro a loro, io volgerò la faccia contro quella persona… perché io sono il Signore, vostro Dio» (Lv 20,6-7).
La magia, nella visione biblica, rappresenta un atto di apostasia dal Signore, unico salvatore del suo popolo (Dt 13,6), ed equivale ad un gesto di ribellione nei confronti di Dio e della sua parola (1 Sam 15,23). «Io, io sono il Signore, fuori di me non v’è salvatore. Io ho proclamato in anticipo e ho salvato» (Is 43,11-12). Altro è la profezia, annunciatrice della salvezza del Signore, altro i presagi degli indovini e dei maghi, portatori di falsità e di inganno (Ger 27,9); (Ger 29,8); (Is 44,25); (Is 47,12-15). Darsi alla magia è come consegnarsi alla prostituzione.
«Il mio popolo consulta il suo pezzo dileguo e il suo bastone gli dà il responso, poiché uno spirito di prostituzione li svia, e si prostituiscono allontanandosi dal loro Dio» (Os 4,12); (Is 2,6); (Is 3,2-3). Il Libro della Sapienza rileva ironicamente come i riti magici, anziché salvare, conducano ad una situazione addirittura peggiore. «Fallivano i ritrovati della magia e la loro baldanzosa pretesa di sapienza. I maghi promettevano di cacciare timore e inquietudine dall’anima malata, e cadevano malati per uno spavento ridicolo» (Sap 17,7-8).
Il Nuovo Testamento si situa nella stessa linea quando, nel richiedere la fede nell’unico Signore Gesù e il battesimo nel suo nome, esige il rifiuto di ogni mentalità e comportamento magici (At 8,9-13); (At 19,18-20). Sussiste, infatti, una netta opposizione tra l’annuncio della fede e la magia (At 13,6-12); (At 16,16-24). I veri credenti sono chiamati ad affidarsi all’unico profeta, il Signore Gesù, Figlio prediletto del Padre (Mc 1,11) e alle Sacre Scritture donate dallo Spirito alla sua Chiesa (2 Pt 1,16-21). La «stregoneria», in qualunque forma si manifesti, fa parte delle opere che estromettono dall’eredità del Regno di Dio (Gal 5,20), tanto che l’Apocalisse esclude dalla Gerusalemme celeste i «menzogneri» e «fattucchieri» di qualsiasi genere (Ap 9,21); (Ap 18,23); (Ap 21,8); (Ap 22,15).
La magia infatti sostituisce Dio con delle creature e rappresenta una ripresa di quella tentazione diabolica a cui Gesù stesso si è voluto sottoporre, vincendola: «Il diavolo.., gli disse: “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni… Se ti prostri dinanzi a me, tutto sarà tuo”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai”» (Lc 4,6-8).
E tale è l’insegnamento costante della tradizione cattolica. Già la «Didaché», tra le vie che conducono alla morte, accanto all’idolatria, pone la magia e gli incantesimi. Taziano, verso la fine del II secolo, elabora una dura polemica contro il fatalismo astrale nel quale vede una forma di potere del demonio sull’umanità. Ippolito, nella «Tradizione apostolica», esclude dal battesimo maghi, astrologi e indovini. Tertulliano pronuncia parole severissime verso tutti gli operatori di magia: «Di astrologi, di stregoni, di ciarlatani d’ogni risma, non si dovrebbe nemmeno parlare. Eppure, recentemente, un astrologo che dichiara di essere cristiano ha avuto la sfacciataggine di fare l’apologia del suo mestiere! È dunque necessario ricordare, sia pure brevemente, a lui e ai suoi simili, ch’essi offendono Dio, mettendo gli astri sotto la protezione degli idoli e facendo dipendere da loro la sorte degli uomini. L’astrologia e la magia sono turpi invenzioni dei demoni».
Un giudizio questo condiviso dalla maggioranza dei padri della Chiesa. Secondo Sant’Agostino, la magia è demoniaca; la religione cristiana all’opposto è vittoria sul potere del demonio e rottura completa con tale mondo.
Le stesse ricerche di fenomeni paranormali o di poteri «eccezionali», come visioni a distanza, «viaggi» nell’aldilà o produzione di «fluidi», in quanto atti fini a se stessi, possono essere svianti e pericolose per il giusto equilibrio umano e per l’autentico vissuto della fede battesimale. Molti di questi fenomeni appartengono all’ambito della parapsicologia e quindi al dominio della scienza, anche se rimangono di difficile spiegazione. Talvolta presentano un margine di misteriosità che può generare degli interrogativi sul senso della vita e della morte. In genere tuttavia sono utilizzati per fini ambiguamente e falsamente religiosi o addirittura per scopi di guadagno, come è successo in alcuni casi avvenuti nella nostra stessa Regione. Mettiamo in guardia i fedeli dal cadere in simili forme di strumentalizzazione e dai pericoli che vi sono connessi.
L’autentico senso della fede non ha bisogno di simili riferimenti. Il discepolato descritto dal Vangelo richiede l’incontro semplice e autentico con Gesù Signore e Maestro, e rifugge da forme di ricerca dello «straordinario». Credere in Gesù, convertirsi alla sua parola e mettersi alla sua sequela, in comunione con tutta la Chiesa, è il paradigma di riferimento essenziale da cercare e perseguire, come hanno fatto milioni e milioni di credenti dalle origini ad oggi, senza lasciarsi sviare da concezioni e comportamenti miracolistici e vani.