Tra storie di cadute e di resurrezione
A cura della Redazione
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“NON VI GUARDO PERCHÉ RISCHIO DI FIDARMI”, L’ULTIMO LIBRO DI DON CLAUDIO BURGIO
Nel tempo delle baby gang, della criminalità giovanile che inonda le pagine di cronaca e di un’emergenza educativa che nel nostro Paese sembra avere raggiunto proporzioni inquietanti e sempre più vaste, c’è una domanda che attraversa il cuore e la mente di tanti genitori e educatori: c’è ancora spazio per la fiducia nel rapporto educativo con le nuove generazioni? Le condotte adolescenziali sempre più aggressive non pretendono forse piuttosto un atteggiamento adulto di tipo più repressivo e contenitivo?
In “NON VI GUARDO perché RISCHIO DI FIDARMI” (Edizioni San Paolo 2024, 157 pagine, euro 15) don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano e fondatore della comunità Kayròs, ribadisce che non è una legge più dura e severa a fare da deterrente per contrastare la criminalità e il disagio giovanile.
Non è la paura dell’arresto, il terrore del carcere a scoraggiare un ragazzo dal commettere reati; un adolescente cambia se si sente investito di fiducia, se incontra un adulto affidabile capace di offrire reali opportunità di crescita.
Attraverso il racconto delle storie dei suoi ragazzi (tra i quali i noti rapper Baby Gang, Simba La Rue e Sacky), don Claudio accompagna il lettore nel cammino imprevedibile e rischioso della fiducia, il solo capace di alimentare la speranza educativa.
CLAUDIO BURGIO
Nasce a Milano il 29 maggio 1969; dopo gli studi classici, a ventun anni entra nel seminario della Diocesi ambrosiana, dove completa la formazione filosofica e teologica. L’8 giugno 1996 è ordinato sacerdote, nel Duomo di Milano, dal cardinale Carlo Maria Martini. Fondatore e presidente dell’associazione Kayròs, che dal 2000 gestisce comunità di accoglienza per minori e servizi educativi per adolescenti, don Claudio, dopo dieci anni di parrocchia coinvolto nella pastorale giovanile degli oratori, diventa collaboratore di don Gino Rigoldi come cappellano dell’Istituto penale minorile Cesare Beccaria di Milano. Accanto all’attività pedagogica che lo vede impegnato quotidianamente con i ragazzi delle comunità, numerosi sono i suoi interventi in dibattiti e incontri pubblici su temi sociali di attualità, su spiritualità, educazione, famiglia, tossicodipendenza, emarginazione giova-nile. È autore di Non esistono ragazzi cattivi (2010), racconto-testimonianza dei primi anni vissuti a fianco dei ragazzi del carcere minorile e delle comunità Kayròs.