Il pensiero di Divo Barsotti sulla presenza di Maria
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MARIA, UNA MADRE DA AMARE
Ci sono figure che attraversano la nostra storia come lampi di luce nella notte. È il caso di don Divo Barsotti, nato a Palaia (PI) nel 1914 e morto a Firenze nel 2006, sacerdote e fondatore della Comunità dei Figli di Dio. È dal suo pensiero che vogliamo lasciarci portare in questa breve riflessione su Maria, una Madre da amare.
Accostandosi alla poderosa produzione di don Divo, può dirsi particolarmente sentito il grande tema della «divina presenza», tradotta spesso nei termini della reale presenza del Cristo, e proprio nel seno di questo mistero si trovano splendide meditazioni sulla presenza di Maria, assieme a ripetute esortazioni a vivere quotidianamente in contatto con Lei.
Nel suo amore filiale per la Vergine, Barsotti annuncia Maria anzitutto come Madre, e Madre per noi, ancorando tale verità sulla salda roccia della sua maternità divina. Ciò accade nella sua predicazione, negli scritti di taglio spirituale e fin dalle prime pagine del libro Maria nel mistero del Cristo. Meditazioni del 1974. Più tardi, in Una Madre tra noi. Il Messaggio della Madonna del 1984, nello stillare gocce preziose di una bellissima dottrina delle lacrime di Maria, don Divo, meditando sulla celebre apparizione de La Salette, torna a ribadire l’importanza della presenza della Vergine in mezzo al Popolo di Dio.
Per padre Barsotti, «più che l’insegnamento che ci può dare la vita della Madonna, importa che noi ci rendiamo conto che la Vergine è presente, è con noi; che la Vergine, la Madre di Dio non solo vuole essere onorata da noi, ma può essere onorata perché ci si fa presente nella sua maternità […]. E la realtà che viviamo, è anche la presenza della Vergine» (Maria nel Mistero del Cristo, 11).
Ma qual è il modo della presenza di Maria secondo Divo Barsotti? Attingendo dai suoi scritti si rivela una presenza viva, reale, dinamica, attiva nella vita della Chiesa, una presenza amante, dialogante e trasformante, perché «quando ci si ama ci si trasforma». «Questa presenza della Vergine nella vita dell’uomo è cosa veramente impressionante», scrive Barsotti. «La Madonna si interessa delle minime cose, di ciascuno di noi […]. Nulla sfugge alla sua tenerezza di madre» (Una Madre tra noi, 14).
Tuttavia, non bisogna pensare che Ella provveda a tutto lasciando l’uomo passivo, perché in realtà Maria si dona, ma non si impone. È una presenza reale, sì, ma discreta, che lascia spazio alla libertà dell’uomo. Bisogna, dunque, invitarla ad entrare nella nostra vita, invocarla, desiderando che agisca, che guidi, consigli, consoli, ci corregga durante lo svolgersi degli eventi della nostra esistenza alla sequela di Cristo. Ecco perché don Divo esorta a «realizzare» la sua presenza materna, cioè a porre le condizioni affinché il rapporto con Maria possa divenire effettivo e affettivo, ci coinvolga personalmente e accresca l’amore per Lei e per Gesù.
Se si vuole conoscere, concretamente, quali siano queste condizioni da realizzare, la risposta viene, ancora una volta, dalle sue meditazioni: «la prima cosa […] che si impone è amarla; e la si ama soltanto se la si considera una persona vivente, concreta, reale, non come qualcosa di astratto. Ella è realmente a noi presente, ma non possiamo realizzare questa sua presenza che aiutandoci con le nostre potenze; per questo l’esperienza mistica del cristianesimo ripete un poco, sul piano più alto, l’esperienza sensibile e usa i termini propri dei sensi spirituali: vedere, toccare, ascoltare. Noi dobbiamo fare altrettanto con la Madonna, perché questa presenza è, sul piano spirituale, l’esperienza di una realtà» (Pensieri sulla Madonna per la festa dell’Immacolata, 171). E altrove spiega: «Dobbiamo avere degli occhi per poterla vedere, dobbiamo avere dei sensi spirituali che ci fanno entrare in qualche modo in rapporto con la realtà della sua presenza. Così dobbiamo ascoltarla, perché ella ci parla. Dipende certo da noi se non riusciamo ad ascoltare la sua voce. Non potrebbe essere realmente presente, se questa presenza non si traducesse per noi in un’esperienza che fa appello a tutti i sensi spirituali. Quanto più la fede è viva, tanto più avremo di fatto la percezione del mistero» (Maria nel Mistero del Cristo, 13).
Quanti prima di lui hanno vissuto ed esortato a un rapporto filiale con la Madre di Dio, fino a fare di Lei una ragione di cristiana speranza (san Bernardo); fino a incoraggiare la consacrazione a Maria di tutta la propria persona, per vivere ogni istante con Maria, per Maria e in Maria (san Luigi M. Grignion di Montfort), consegnandosi a Lei totalmente, per totalmente vivere in dipendenza dal suo amore! Certamente in continuità con essi, ma andando anche oltre, don Divo, con l’originalità che sempre lo distingue, afferma: «Maria santissima è presente nella vita del cristiano, non solo perché il cristiano la riconosce Madre di Dio […] ma perché il suo essere stesso di cristiano dipende dalla Vergine. Un legame ontologico precede la libertà di una scelta e l’impegno dell’uomo». Un legame nell’essere cristiano, dunque, precede la volontà personale di risposta e affidamento a Lei. Un legame gratuitamente donato dal Signore a ogni uomo, che rende possibile la scelta d’amore del cristiano. Stando alla rivelazione del Vangelo di Giovanni, per Barsotti è «certissimo» che un tale legame stringe l’uomo a Maria, dal momento che Gesù stesso «ha voluto che avessimo con Lui una medesima Madre» (La Madonna nella vita e nella pietà del popolo cristiano, 21).
Parole che incoraggiano a gioire del dono di Maria, che lasciano intravedere il privilegio universale di poter costruire con Lei un rapporto consapevole, per lasciarsi avvolgere dalla sua presenza, camminare insieme verso l’eternità. È proprio per questa via che si giunge all’intimità con Gesù risorto. Afferma don Divo che «nell’esperienza di fede di questo mistero, il popolo cristiano vive la più intima unione col Cristo» (La Madonna nella vita e nella pietà del popolo cristiano, 21).
Realmente presente, dunque, è Maria nelle vicende della nostra vita: lo dimostrano anche le continue apparizioni nel mondo e ne dà conferma la pietà popolare, risposta del cuore ricca di espressioni di venerazione filiale. In ultima istanza, però, questo rapporto d’amore è radicato nell’evento pasquale del Figlio, in quello che Barsotti chiama l’«Atto del Cristo», sempre attuale nella Santa Messa: «il nostro tempo precipita in quell’atto che è l’evento pasquale […]. Siamo noi che viviamo nel tempo, che entriamo, mediante la fede, nella presenza dell’evento pasquale» (Una Madre tra noi, p. 37). E, se le apparizioni mariane rendono consapevoli della presenza viva di Maria in mezzo a noi, è pur vero, afferma Barsotti, che solo la liturgia della Chiesa può gettare ogni tempo nell’eterno Atto del Cristo, dove incontriamo anche Maria, il suo amore, che è l’amore stesso di Gesù al quale Lei partecipa e al quale noi stessi prendiamo parte per poterlo a nostra volta donare.
Si comprende, allora, che esperire la presenza di Maria è possibile ordinariamente grazie al mistero celebrato: «Io entro in rapporto con Lei attraverso il mistero: perché attraverso il mistero liturgico veramente la Chiesa entra in rapporto col mondo divino» (Pensieri sulla Madonna nella festa dell’Immacolata, 170). È, dunque, qui la sorgente di quella fede viva, che pone le condizioni per vivere in Cristo con Maria; fede che, vissuta, consente alla nostra sensibilità di essere trasformata dallo Spirito Santo, per poter crescere nell’esperienza di Dio.
È evidente, così, che la “realizzazione” di questa presenza non è una questione emotiva, né si tratta di acquisire particolari abilità umane per entrare in rapporto con Maria, troppo effimero sarebbe un tal genere di legame se fondato sulle sabbie mobili delle emozioni. Tuttavia, poiché è necessaria anche la risposta personale al dono di Dio (grazia), un tale legame con la Vergine non è neppure realizzabile coltivando una fede individualistica, vissuta isolatamente, privatamente, lontano dalla vita ecclesiale: grande illusione diabolica del nostro secolo, che inganna molti per separarli eternamente da Cristo. È sempre in comunione con la Chiesa, quindi, che si fa realmente esperienza della Madre.
Infine, insegna Divo Barsotti, vivere con Maria non resterà senza conseguenze per chi si donerà a questa Madre: «sarà questo rapporto personale con Lei che mi trasformerà, perché quando ci si ama ci si trasforma, e io non posso mantenermi vicino alla Vergine senza in qualche modo imitarla» (Pensieri sulla Madonna per la festa dell’Immacolata, 170).