Il Signore ci mette in guardia da questi atteggiamenti

Il Signore ci mette in guardia da questi atteggiamenti

di Don Ruggero Gorletti

LUNEDÌ DELLA VENTISEIESIMA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

Dal vangelo secondo Luca 9,46-50

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

COMMENTO

«Chi non è contro di voi, è per voi». È una frase che sembra esprimere il concetto opposto di un’altra frase, tratta dal vangelo di Matteo; «Chi non è con me, è contro di me» (Mt. 12,30). In realtà tra le due frasi non c’è contraddizione. La prima è riferita ai discepoli, la seconda a Gesù stesso. Il discepolo non può pensare di essere l’unico depositario della grazia del Signore: Dio può agire anche al di fuori dei confini delle nostre comunità, per cui tutto quello che di buono viene fatto da altri, da persone che non sono partecipi delle nostre comunità, rimane comunque una cosa buona. Mentre invece la scelta per il Signore deve essere decisa e completa. Una via di mezzo non è concepibile: il Signore vuole tutto, come dice il Comandamento: «amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente». Oggi noi spesso facciamo il contrario: siamo molto decisi nel criticare chi non partecipa alle attività delle nostre comunità, chi non condivide il nostro stile, o il nostro modo di ragionare o di vedere le cose, e invece siamo molto tolleranti con chi, anche pubblicamente, fa scelte contrarie all’insegnamento del vangelo. Il Signore ci mette in guardia da questi atteggiamenti, che tolgono centralità al Signore e al suo insegnamento e alla fin fine mettono noi stessi al posto di Dio.

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