La Slovenia e gli atti di intolleranza religiosa
A cura dell’ACS ITALIA – Aiuto alla Chiesa che Soffre*
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SLOVENIA: QUADRO GIURIDICO RELATIVO ALLA LIBERTA’ RELIGIOSA ED EFFETTIVA APPLICAZIONE
La Costituzione slovena garantisce la libertà religiosa e la separazione tra Chiesa e Stato (articolo 7). Tutti sono uguali davanti alla legge e a tutti sono garantiti pari diritti e libertà (articolo 14). L’articolo 41 tutela la libertà di coscienza e prevede che «le convinzioni religiose e di altro tipo possano essere liberamente professate nella vita privata e in quella pubblica». I genitori hanno il diritto di educare i figli secondo le proprie convinzioni. L’incitamento alla discriminazione religiosa o all’odio e all’intolleranza sono proibiti dall’articolo 63. L’obiezione di coscienza al servizio militare obbligatorio è consentita dall’articolo 123.
La “Legge slovena sulla libertà religiosa” ribadisce le tutele costituzionali e garantisce ulterior mente le libertà religiose individuali e collettive, così come lo status giuridico e i diritti delle co munità religiose. L’articolo 3 proibisce «la discriminazione sulla base del credo religioso, dell’e spressione o dell’esercizio di tale credo». L’articolo 5 definisce le Chiese e le comunità religiose come «organizzazioni di pubblica utilità», e l’articolo 29 stabilisce che lo Stato può offrire so stegno materiale alle comunità religiose registrate, in ragione dei benefici che esse apportano alla società. Le Chiese e le comunità religiose non sono tenute a registrarsi (articolo 6), tuttavia lo stesso articolo richiede che le attività dei gruppi religiosi non siano contrarie «alla morale o all’ordine pubblico», mentre l’articolo 12 proibisce le violenze, l’incitamento alla disuguaglianza religiosa e lo scopo di lucro. L’articolo 13 stabilisce che, per essere registrata, una comunità religiosa deve operare in Slovenia da almeno dieci anni e avere non meno di 100 membri adulti.
Secondo l’Ufficio per le Comunità Religiose, all’inizio del 2023 vi erano 58 Chiese e comunità reli giose registrate in Slovenia, tra cui la Chiesa Cattolica Romana, diverse Chiese protestanti, Chiese ortodosse (serba, copta e macedone), la comunità ebraica della Slovenia e vari gruppi di musul mani, bahá’í, buddisti e indù. Anche i Testimoni di Geova e gli scientologisti sono registrati nel Paese. Dall’ultimo periodo di riferimento, cinque nuove comunità religiose sono state aggiunte al registro, mentre una è stata cancellata su richiesta del Ministero della Cultura con sentenza del 28 marzo 2022.
Nel 2004, la Slovenia ha ratificato un accordo del 2001 con la Santa Sede che regola le questioni di diritto tra lo Stato e la Chiesa Cattolica.
La “Legge sulla Denazionalizzazione” del 1991 regola il processo delle restituzioni delle proprietà confiscate dopo il 1945 sotto l’ex regime comunista della Jugoslavia. Tuttavia, questa normati va non si applica alle proprietà ebraiche confiscate dai nazisti, poiché queste furono confiscate prima del 1945, mentre la maggior parte della popolazione ebraica locale fu uccisa o fuggì dal Paese durante l’Olocausto, lasciando le proprietà «prive di eredi». L’Organizzazione Mondiale per la Restituzione Ebraica e il Ministero della Giustizia hanno lanciato un progetto congiunto per determinare la portata delle potenziali richieste di risarcimento, con la speranza che il progetto venga concluso nel 20228. Alla data di chiusura di questo Rapporto, i risultati del progetto non erano ancora stati resi pubblici.
Cinquant’anni dopo la richiesta iniziale, il 3 febbraio 2020 è stata inaugurata la prima moschea di Lubiana. Dopo aver ricevuto il permesso di iniziare la costruzione nel 2013, il progetto ha dovuto affrontare l’opposizione dei gruppi di destra e le difficoltà finanziarie. Il centro culturale islamico, che comprende sei edifici, è costato 34 milioni di euro (41 milioni di dollari statunitensi), di cui 28 milioni sono stati donati dal Qatar.
Secondo il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, i gruppi musulmani ed ebraici hanno conti nuato a incontrare difficoltà nel far circoncidere i bambini e spesso hanno scelto di far eseguire la procedura all’estero. Il Dipartimento di Stato ha inoltre riferito che alcune religioni minoritarie continuano a non avere spazi o personale che permettano loro di ricevere assistenza religiosa negli ospedali, nelle carceri e nell’esercito. La comunità musulmana ha inoltre difficoltà nel far accettare le proprie credenze per quanto riguarda i funerali e la carne halal nelle scuole.
Episodi rilevanti e sviluppi
Le autorità slovene non hanno fornito alcun dato sui crimini d’odio segnalati al database dei cri mini d’odio dell’OSCE durante il periodo di riferimento12. E non hanno neanche comunicato i dati relativi al periodo di riferimento all’Agenzia per i Diritti Fondamentali per il suo rapporto sull’an tisemitismo13. La Santa Sede ha invece segnalato tre incidenti di odio al database dell’OSCE per il periodo di riferimento, che riguardano tutti atti di vandalismo ai danni di chiese o edifici attigui con graffiti neonazisti o anticattolici.
Nel gennaio 2021, un affresco antico di 300 anni, situato nella Cattedrale di San Nicola a Lubiana, è stato danneggiato con un palloncino riempito di vernice. I danni ammontano a diverse migliaia di euro e i vandali sono ancora in libertà. Un edificio appartenente alla ONG cristiana “Zavod Iskreni” è stato deturpato il 2 febbraio 2021 da ignoti che hanno tracciato con lo spray due svastiche e la parola “Corruzione” sulla facciata dell’edificio. Il 13 febbraio 2021, ignoti hanno apposto immagini del Ministro della Difesa Matej Tonin sulla facciata della chiesa cattolica Visitazione di Maria a Roznik.
Il 12 marzo, una chiesa cattolica in Piazza Prešeren a Lubiana è stata vandalizzata da presunti at tivisti LGBT e che hanno dipinto con vernice spray il messaggio «Maria è stata immacolatamente violentata». A maggio, tre lapidi musulmane di un cimitero di Domzale sono state profanate con del liquido rosso e sulle tombe è stata posta della carne di maiale. Il 19 maggio, il governo ha annunciato la decisione di istituire un Consiglio per le questioni in sospeso con la Chiesa Cattolica. Istituito in base all’articolo 21 della “Legge sul governo”, lo scopo del Consiglio è quello di promuovere il dialogo e gli sforzi congiunti tra la più grande comunità religiosa della Slovenia e le autorità.
Il 4 giugno, il governo ha annunciato l’abolizione dell’Ufficio per le Comunità Religiose, che era responsabile della promozione del dialogo tra le comunità religiose e lo Stato, così come delle registrazioni delle Chiesa e delle organizzazioni religiose. Oggi, invece, la registrazione viene ef fettuata principalmente dal Ministero della Cultura. La chiusura dell’ufficio, unita al fatto che le autorità stanno rafforzando i propri legami con la Chiesa Cattolica, è fonte di preoccupazione per alcuni gruppi religiosi minoritari.
L’11 giugno, il Ministero della Cultura ha rilasciato un comunicato stampa per condannare un atto di vandalismo avvenuto la notte precedente, durante il quale erano state disegnate delle svastiche sulla facciata di vetro e sull’ingresso principale del Ministero. La Chiesa di San Jozef di Lubiana è stata vandalizzata il 16 giugno 2021 con graffiti anticattolici e volgari. Il 4 agosto, il Ministero della Cultura ha rilasciato una dichiarazione di condanna del Presidente dell’Associazione per i Valori Tradizionali per aver twittato che Adolf Hitler era un eroe. Il 15 ottobre, il Primo Ministro sloveno Janez Jansa ha pubblicato un tweet sostenendo che diver si membri di una delegazione del Parlamento europeo sulla libertà di stampa, in visita in Slove nia, fossero dei «burattini» del miliardario ebreo George Soros. Il messaggio ha suscitato critiche internazionali per le sue sfumature antisemite.
Il 13 ottobre 2022, il governo sloveno ha partecipato alla prima Conferenza Regionale del Gruppo di Visegrád (V4) sulla libertà religiosa, tenutasi a Bratislava sotto gli auspici del plenipotenziario slovacco per la protezione della libertà religiosa o di credo.
Prospettive per la libertà religiosa
Durante il periodo in esame, non vi sono state nuove o maggiori restrizioni governative significative alla libertà religiosa e gli atti di intolleranza per motivi religiosi sono stati affrontati con gli strumenti legislativi esistenti. Le prospettive per la libertà religiosa rimangono positive.
* Estratto da: Libertà religiosa nel mondo, Rapporto 2023
Il Rapporto 2023 è la XVI edizione del Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo di Aiuto alla Chiesa che Soffre, che viene realizzato ogni due anni.
È pubblicato in inglese, francese, tedesco, italiano, portoghese e spagnolo
Foto di Franz Bachinger da Pixabay