La Danimarca multietnica sta per scoppiare
A cura dell’ACS ITALIA – Aiuto alla Chiesa che Soffre*
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DANIMARCA: QUADRO GIURIDICO RELATIVO ALLA LIBERTA’ RELIGIOSA ED EFFETTIVA APPLICAZIONE
La Costituzione danese garantisce il diritto degli individui di praticare il culto e costituire congregazioni in base alle loro convinzioni, purché queste non siano contrarie alla morale e non turbino l’ordine pubblico. Nessuno può essere privato dei suoi diritti civili e politici a causa delle sue convinzioni religiose (articolo 70) e nessuno può essere obbligato a elargire contributi a una denominazione diversa dalla propria (articolo 68).
La Chiesa Evangelica Luterana (ELC) è la Chiesa nazionale ed è sostenuta economicamente dallo Stato (articolo 4). Anche il sovrano regnante deve essere un membro della Chiesa evangelica luterana (articolo 6). Le altre denominazioni sono regolate dalla legge e sono libere di essere co stituite, di praticare i rispettivi riti, fedi e usanze, e di impartire la propria educazione religiosa. Ai fini del riconoscimento, la registrazione non è obbligatoria e anche i gruppi non riconosciuti han no il diritto di praticare la propria religione. La registrazione ufficiale conferisce tuttavia ai gruppi religiosi alcuni diritti speciali, quali il diritto di celebrare matrimoni e battesimi, la possibilità per il clero di ottenere permessi di soggiorno e accedere alle esenzioni fiscali.
Per registrarsi ed essere riconosciuta, una comunità religiosa deve contare «almeno cinquanta membri adulti che abbiano o la residenza permanente in Danimarca o la cittadinanza danese, e non deve in alcun modo incoraggiare o compiere azioni contrarie alle disposizioni di legge o alle disposizioni stabilite ai sensi della legge». Deve altresì fornire delle informazioni, tra le quali gli statuti o i regolamenti della comunità, una descrizione dei «princìpi di base della fede o degli insegnamenti religiosi tradizionali della comunità di fede» e dei suoi riti fondamentali, nonché un bilancio certificato.
Il Ministero della Cultura e degli Affari Ecclesiastici suddivide la lista delle comunità e delle con gregazioni religiose registrate nelle seguenti categorie: cristiane e di ispirazione cristiana; ebrai che; islamiche e di ispirazione islamica; buddiste; indù e di ispirazione indù; e altre comunità religiose.
Nel gennaio 2018, il governo danese ha istituito l’Ufficio del rappresentante speciale per la liber tà religiosa o di credo e la protezione delle minoranze religiose o di credo presso il Ministero degli Affari Esteri, con l’obiettivo di «promuovere la libertà di religione o di credo a livello globale con un approccio saldamente radicato nel diritto dell’individuo alla libertà di religione o di credo, così come stabilito dall’articolo 18 del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR), nonché dall’articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (UDHR)».
Vi sono diverse leggi riguardanti «i predicatori religiosi che cercano di minare le normative e i valori danesi e che promuovono concezioni parallele del diritto»8. Nel febbraio 2020 il governo ha presentato un disegno di legge, basato su un accordo parlamentare raggiunto nel 2019 con l’opposizione, volto a limitare le donazioni estere ricevute da entità «che si oppongono o minano i valori democratici, le libertà fondamentali e i diritti umani». All’inizio del 2021 la legge era ancora in esame. Il ministro degli Affari Esteri e dell’Integrazione ha annunciato nell’ottobre 2020 che sarebbe stato presentato un disegno di legge per criminalizzare i cosiddetti “contratti della sharia”.
Nella prima settimana di febbraio 2021, il Parlamento avrebbe dovuto discutere una proposta di legge in cui si chiede a tutte le «organizzazioni religiose» di tradurre e presentare preventiva mente alle autorità statali i propri sermoni, omelie e discorsi pubblici tenuti in lingue diverse dal danese. I leader religiosi di varie denominazioni aventi comunità della diaspora in Danimarca si sono opposti al provvedimento. Tra questi vi erano la Commissione Cattolica Romana delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (COMECE), la Federazione luterana mondiale, i leader musulmani e quelli ebraici. La Conferenza delle Chiese europee ha scritto al governo danese, sostenendo che la legge sulla traduzione obbligatoria rappresenterebbe «un segnale irragionevolmente negativo per quanto riguarda la religione e il ruolo delle comunità religiose nella società danese».
L’insegnamento della teologia evangelica luterana è obbligatorio nelle scuole pubbliche, così come quello relativo alle religioni del mondo, alle filosofie di vita e all’etica. I genitori possono comunque richiedere che i loro figli siano esentati dal seguire tali corsi. Tutte le scuole pubbliche e private, incluse quelle religiose, sono finanziate dallo Stato. La preghiera nelle scuole è consentita, a discrezione degli istituti stessi.
Le pratiche di macellazione non precedute da stordimento (che includono le pratiche halal e ko sher) sono illegali, senza alcun tipo di eccezione per motivi religiosi. I cibi halal e kosher possono tuttavia essere importati.
I giudici hanno il divieto di indossare qualsiasi simbolo religioso durante i procedimenti giudiziari. Nell’agosto 2018 è entrato in vigore in Danimarca il divieto di coprire interamente il viso in pubblico. Sebbene la normativa sia neutrale da un punto di vista religioso, questa ha conseguen ze prevalentemente per le donne islamiche che indossano il burqa e il niqab. Durante il primo anno di applicazione della legge, sono state 23 le persone multate.
La circoncisione degli individui di sesso maschile è legale, purché sia eseguita da un medico e in modo conforme alla legge danese. Nel 2020, per il terzo anno consecutivo, 11 parlamentari, tutti appartenenti a partiti di minoranza, hanno presentato una risoluzione per vietare la circoncisione religiosa dei ragazzi di età inferiore ai 18 anni.
Episodi rilevanti e sviluppi
Dal 2018, il governo danese è attivamente impegnato in una politica nota come “Pacchetto Ghetto”, recentemente emendata in modo da sostituire la parola “ghetto” con “società parallela”. I critici sostengono che la politica e le leggi ad essa associate cerchino di ridurre a meno del 30 per cento il numero di residenti di «origine non occidentale» nelle «aree vulnerabili» designate, attraverso sfratti, inasprimento delle pene, eccesso di controlli di polizia e asili nido obbligatori. Durante il periodo di riferimento, la Corte Suprema Orientale della Danimarca ha iniziato a deliberare sui casi di alcune persone che sostengono di essere state discriminate dal la legge. I ricorrenti provengono dal Mjølnerparken, dove oltre l’80 per cento della comunità è classificata come «non occidentale». Circa il 95 per cento di queste persone sono di origine mediorientale o nordafricana. Nel 2021, è stata adottata un’ulteriore legge con l’obiettivo di estendere la politica del governo alle comunità non occidentali. Il Comitato delle Nazioni Unite per i Diritti Economici, Sociali e Culturali ha condannato tale normativa in quanto ha un effetto discriminatorio diretto e indiretto su rifugiati, migranti e residenti delle comunità in questione.
L’ultimo rapporto del governo danese sui crimini d’odio, i cui dati sono stati inclusi nel Rapporto OSCE sui crimini d’odio 2020, indicava che erano stati registrati 87 crimini d’odio anti-islamici, 79 antisemiti, 25 anti-cristiani e tre relativi ad altre religioni o credenze. Sebbene il governo non abbia fornito dati all’OSCE per il 2021, altre fonti riportano due incidenti contro i testimoni di Geova, uno dei quali riguarda le minacce di un uomo contro una testimone di Geova, che parlava di questioni religiose al telefono, e un caso di graffiti sul muro di una Sala del Regno.
Nell’aprile 2019, Rasmus Paludan, avvocato e fondatore del partito di estrema destra Stram Kurs (Linea dura), si è candidato al Parlamento, forte delle oltre 20.000 firme raccolte. Il partito si è presentato con un programma che prevede la messa al bando dell’Islam e l’espulsione dei musulmani. Il partito ha ottenuto l’1,8 per cento dei voti alle elezioni di giugno, appena sotto il 2 per cento necessario per entrare in Parlamento. Paludan ha guidato manifestazioni nelle aree a mag gioranza musulmana di tutto il Paese – durante le quali sono state bruciate copie del Corano – ed è stato arrestato nel giugno 2020 con l’accusa di razzismo e diffamazione.
Nel 2021, il Movimento di Resistenza Nordica (NRM), un gruppo che secondo le ultime stime conterebbe 196 membri attivi, ha continuato a commettere vili atti antisemiti contro la comunità ebraica danese. Nel marzo 2021, nei giorni precedenti la Pasqua, la sinagoga di Norrköping è stata presa di mira dal movimento con cartelli e bambole che simboleggiavano bambini morti. Tra gli slogan denigratori riportati sui cartelli, vi erano espressioni come «Oggi inizia la Pasqua ebraica, celebrata ogni anno in memoria dell’assassinio da parte degli ebrei di decine di migliaia di neonati in Egitto», oppure «Decine di migliaia di bambini vengono uccisi ogni giorno sotto l’occupazione ebraica della Palestina. Organizziamoci nella lotta contro il sionismo!».
Il 25 gennaio 2022, il governo ha pubblicato un piano d’azione nazionale contro l’antisemitismo30.
I discorsi d’odio contro i musulmani continuano a circolare sui social media, ma il governo, a differenza di quanto avviene per l’antisemitismo, non ha proposto alcuna azione specifica a tal riguardo. Il Primo Ministro avrebbe respinto qualsiasi proposta di azione contro i discorsi d’odio rivolti ai musulmani. Tuttavia, il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha elogiato la Danimarca per aver prestato particolare attenzione a condurre indagini efficaci sui crimini d’odio e per aver adottato misure aggiuntive per rafforzare la formazione professionale della polizia e dell’ufficio del pubblico ministero nella gestione dei casi di crimini d’odio e nell’assistenza alle vittime. L’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali ha anche riferito che il Ministero della Giustizia danese sta sviluppando una nuova politica sui crimini d’odio.
Durante il periodo di riferimento, non vi sono state sentenze o casi presentati contro la Danimarca presso la Corte Europea dei Diritti Umani in tema di libertà religiosa.
Prospettive per la libertà religiosa
Nel periodo analizzato, sono stati segnalati pochi incidenti significativi. Poiché la polizia non ha pubblicato i dati sui crimini d’odio in questo lasso di tempo, è difficile valutare il livello di animosità religiosa nel Paese, che tuttavia è aumentato negli ultimi anni. È in ogni caso evidente come all’interno della cultura danese vi sia una diversità di vedute nei confronti degli immigrati, principalmente musulmani, evidenziata dalla politica del governo nei confronti delle “società parallele”.
Sebbene il Pew Research Center abbia inserito per la prima volta la Danimarca nella categoria dei Paesi con restrizioni governative elevate in materia di libertà religiosa, i rinnovati sforzi dell’esecutivo nel combattere i crimini d’odio e l’antisemitismo, così come la nomina di un Rappresentante speciale per la libertà religiosa o di credo e la protezione delle minoranze religiose o di credo, suggeriscono che le prospettive per la libertà religiosa in futuro nel Paese sono più positive che negative.
* Estratto da: Libertà religiosa nel mondo, Rapporto 2023
Il Rapporto 2023 è la XVI edizione del Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo di Aiuto alla Chiesa che Soffre, che viene realizzato ogni due anni. È pubblicato in inglese, francese, tedesco, italiano, portoghese e spagnolo