Si può essere beati, mentre si attende?
A cura della Redazione
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L’ULTIMO LIBRO DI STEFANIA PERNA
Ancora un libro dalla copertina accattivante, il dodicesimo lavoro di Stefania Perna (Un’attesa beata, edizioni Segno 2024): ad una prima occhiata, sembra alludere ad una storia d’amore e di attesa.
In copertina si trova infatti una ragazza che guarda dalla finestra un uomo per strada, che si allontana: particolare in primo piano, è una chitarra accanto alla giovane.
Tuttavia a ben guardare, anche l’uomo, ha in mano una chitarra…e ritorneremo ad approfondire il significato di tale strumento.
Si tratta di un dipinto di Mark Keller, pittore del quale la Perna si era già “servita” per la copertina del suo “Un pellegrino russo alla stazione”, nel 2022, evidentemente perché si tratta di quadri molto simbolici ed evocativi, e che quindi ben si adattano al contenuto dei suoi libri.
La Perna, è tra l’altro convinta che pittura e poesia sono profondamente legate, soprattutto se il pittore fa sua la famosa affermazione di Hopper: “io non dipingo ciò che vedo, ma ciò che provo”.
E si provano, dei sentimenti: in questo caso il sentimento dell’attesa, che è il tema fondamentale del libro.
Una attesa beata: ma si può essere beati, mentre si attende? Quante paure invadono il cuore, soprattutto se l’attesa si prolunga?
Nella quarta di copertina, si leggono delle parole che probabilmente il lettore, avrà a volte sentito e ripetuto, magari distrattamente: “Vivremo sicuri da ogni turbamento, nell’ATTESA che si compia la BEATA speranza e venga il nostro salvatore Gesu’”: parole che ripetiamo a messa…ma nel nostro tempo, l’attesa non è qualcosa di gradito…”
L’autrice sa bene che nascono nel cuore tante paure! E nella prima parte del libro (che si intitola proprio “Paure”), ne presenta alcune: dalla paura della solitudine, a quella dei propri limiti e della propria indegnità, dal silenzio di Dio alla mancanza di segni e alla paura della morte.
Per ogni tema, sono riportate delle riflessioni illuminanti di vari autori (da Barsotti a Venier, da Rosini a Edith Stein, da Epicoco al cardinal Martini etc etc): sono tanti brani ma molto concisi e brevi, facili da leggere per chiunque, anche perché l’autrice ha apposto dei titoli che le sembravano adatti e che colgono subito l’essenziale di ogni brano.
La seconda parte invece si intitola PREGHIERE ed ha come sottotitolo, un versetto del libro di Tobia (Gli dò lode, nel paese del mio esilio): questo riporta alle chitarre presenti in copertina!
La preghiera per eccellenza, è la lode, scrive Cantalamessa: e la lode vale ancora di più, se nasce in esilio, in condizioni precarie ed incerte, come lo sono quelle della vita umana. E quindi la ragazza con la chitarra, può simboleggiare ognuno di noi che attende il Suo ritorno ed intanto cerca di pregare/lodare…“Qui sulla terra, è l’uomo che attende il ritorno del Signore. Lassù, nel cielo, è il Signore che attende il ritorno dell’uomo”. (Don Tonino Bello)
Anche l’uomo che si allontana ha però in mano una chitarra: forse vi si può simbolicamente vedere Gesù stesso che è partito per un lungo viaggio e ci ha lasciato dei talenti, come si legge nella famosa parabola (“Avverrà come un uomo che partendo per un lungo viaggio…”)
Ma perché anche Lui ha in mano la chitarra? Perché tutta la vita di Gesù e’ stata un rendere lode al Padre (“Ti rendo lode perché ai piccoli hai rivelato” …) ed anche la grande offerta finale che Gesù fa di se stesso, l’Eucarestia è rendimento di lode…
Dunque, lode e preghiera, indissolubilmente legate: e in questa seconda sezione del libro, (Preghiere) ritroviamo un genere di componimenti tipici dei tanti libri della Perna.
Sono brani dal carattere straordinariamente poetico, ma non certo intendendo una poesia fatta di rime o di versi ritmati, quanto uno sguardo sulla realtà che ne coglie i significati nascosti e profondi…e pertanto diviene preghiera.
“Un certo tipo d poesia è a suo modo una preghiera, in grado di distogliere lo sguardo dalla orizzontalità del nostro vivere e guardare un po’ al di sopra” (M Luisa Speziani)
Le “preghiere” della Perna, oltre ad essere molto originali, sono davvero ricche: sono imbevute di espressioni tratte dai Salmi e dalla Scrittura, e come se non bastasse, alla fine di ognuna si trovano brevi citazioni di santi e grandi autori spirituali.
Un libro, insomma, da gustare e centellinare, ogni qualvolta ci si ferma un attimo a riflettere sul vero senso della vita umana, che è continua attesa: di crescere, di finire gli studi, di innamorarsi, di trovare un lavoro…
Tutte attese di qualcosa: ma …“prima si attende qualcosa. Poi si capisce che si attendeva Qualcuno”.