Il modo corretto di intendere la parola di Dio

Il modo corretto di intendere la parola di Dio

di Don Ruggero Gorletti

MARTEDÌ DELLA VENTICINQUESIMA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

Dal vangelo secondo Luca 8, 19-21

In quel tempo, andarono a trovare Gesù la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

COMMENTO

 C’è un modo utile e un modo inutile di ascoltare la parola di Dio. Il modo inutile è quello di chi ascolta e non mette in pratica, ritenendo la parola di Dio (e l’insegnamento autentico della Chiesa, che della parola di Dio è l’unica vera interprete) non è l’unica vera rivelazione di Dio, e quindi anche l’unica parola in grado di farci guardare con verità alla nostra vita, ma è soltanto una parola tra le tante, magari anche interessante e saggia in molti punti, ma solamente qualcosa da cui trarre uno spunto di riflessione. Ciò che il Signore ci dice viene considerato un consiglio, non un comando necessario per la nostra salvezza. Questo modo di intendere la parola di Dio non serve a nulla. La partecipazione alla liturgia, alla vita della Chiesa, la stessa preghiera sono utili e necessarie se ci spingono a vivere come piace a Dio, altrimenti sono del tutto sterili. «Non chi dice “Signore Signore” entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre» ci dice il vangelo di Matteo (Matteo 7,21). Quando l’ascolto della parola di Dio, la partecipazione alla vita della Chiesa, la preghiera, ci spingono a pensare a vivere come piace a Dio, ecco che entriamo in un contatto così intimo con il Signore da far sì che egli ci paragoni agli affetti più cari.

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