“Lo fanno tutti”, così si mette a tacere la coscienza
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RIFLETTIAMO!
Oggi, chi vuole giustificare il proprio comportamento non dice: “È giusto così”, cioè non si appella alla legge morale che ci dice cos’è buono e cos’è cattivo, cosa è giusto e cosa non lo è, ma si appella al comportamento degli altri e dice: “Lo fanno tutti…!”. In altre parole, vuol dire, se lo fanno tutti perché non posso farlo anch’io? Si mette così a tacere la voce della coscienza e si pensa di essere a posto, sol perché ci si conforma alla massa. Così per esempio, per le donne vestirsi con ampie scollature, con magliette molto aperte sul davanti o per le ragazzine indossare abiti succinti, pantaloni abbassati con ombelico scoperto, etc. facilmente si giustificano dicendo: “Lo fanno tutti! È questa la moda di oggi!”. Così per uomini e donne passare ore e ore alla Tv per vedere partite, corse di Formula Uno, Moto mondiale, o, secondo i gusti, “Grande fratello”, telenovele e simili intrattenimenti, si giustificano dicendo: li guardano tutti! Così per i giovani andare la sera al pub o in discoteca a bere, a fare incontri interessanti, a prendere cocktail eccitanti e pasticche di ecstasy, a “sballare” fino al mattino, si giustificano dicendo che se non fanno così, si sentiranno emarginati e persone non “normali”.
Senza dubbio l’esempio trascina e tutti tendono ad andare lì dove va la maggioranza. D’altro canto si sa che in democrazia la maggioranza vince. Se a questo poi si aggiunge il comportamento di solito trasgressivo dei personaggi dello spettacolo e dell’alta società, allora davanti agli occhi di tutti si stabilisce la nuova regola: si fa come fanno le persone di successo, quelli che tutti ammirano e che vorrebbero emulare. Questi, a loro volta, si credono lecito tutto: essi sono “divi”, “star”, “Vip”, non semplici persone, ma “personaggi”, artisti che hanno saputo creare cose nuove che piacciono, fanno epoca, segnano la storia del cinema, della musica, dello spettacolo, dello sport, della politica, del divertimento, dell’intrattenimento tele-visivo, dell’attualità, etc.
Bisogna però sapere che spesso “ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio” (Lc 16,15) e ricordarci che è per Dio che dobbiamo vivere. Il peccato più diffuso di oggi è quello di vivere come se Dio non ci fosse, come se mai dovessimo incontrarlo, neanche dopo la morte. Tolto Dio dall’orizzonte della vita, si cerca solo ciò che è del mondo, ciò che può rendere piacevole il nostro soggiorno sulla terra: denaro, salute, piaceri, amicizie, divertimenti, case, macchine, gioielli, abiti firmati, lusso, carriera, successo nei vari ambiti della società, evasione, etc. Così al posto dell’unico vero Dio, al posto di Colui che ci dà l’essere e tutti i beni veri ed eterni, si mette ora un idolo ora un altro e si vive tutta una vita per ciò che alla fine cadrà e non ti potrà salvare.
Per questo Gesù ci avverte, dicendo: “Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà” (Mc 8,35). La morte infatti arriverà per tutti, ma mentre coloro che hanno servito Dio saranno da Lui premiati con la vita eterna, coloro che si sono dati agli idoli subiranno una condanna eterna. E la ragione della condanna è questa: non hanno amato Colui che dava loro vita e beni; non Lo hanno cercato; Lo hanno disprezzato; Lo hanno cambiato con la vanità, col piacere del momento, con il culto al proprio io anziché a Dio. Essi si sono chiusi alla voce di Dio che chiedeva di entrare nel cuore e di far comunione con la Sua creatura e concederle altri doni ancora più belli; si sono chiusi alla Sua luce, che mostrava l’orizzonte dell’ eternità ormai vicina. Si sono illusi che si poteva essere felici senza Dio e che la libertà non poteva attuarsi sotto la Legge di Dio.
Sì, l’uomo vuole la libertà di peccare. Satana lo persuade che per essere veramente liberi bisogna trasgredire la Legge e fare ciò che si desidera. L’uomo o meglio il capriccio è legge a se stesso. Se uno si mette sotto la Legge di Dio, si pensa, perde la sua libertà e la sua felicità. Allora Dio è visto come “nemico”, come uno che limita o annulla la tua libertà e la Sua Legge come una palla al piede, come una proibizione di tutto ciò che ti piace e ti dà gioia di vivere: l’amore libero, la ricchezza, il successo, etc.
L’affermazione dell’io come un vero assoluto, come un vero “dio”, toglie il posto a Dio, il quale se ne va dall’anima. Nel cuore dell’uomo resta un vuoto, che invano le cose del mondo cercheranno di colmare. Il nostro cuore infatti, ha fame d’infinito, perché è stato fatto per Dio. Solo Dio lo può saziare.
Quando Dio abbandona un cuore che si ostina a restare chiuso e ostile, nell’intimo dell’uomo nascono tre cose negative, che dovrebbero fargli cambiare strada. Esse sono: il senso di vuoto incolmabile, il rimorso e l’amarezza; il vuoto rende insaziabili, il rimorso infelici e l’amarezza rende brutta la vita. È lo scotto che si paga per aver abbandonato Dio ed essersi dati alla vanità delle creature. È la maledizione che si porta addosso per aver messo l’io al posto di Dio. L’Arcangelo giustiziere San Michele brandisce la spada fiammeggiante gridando: “Chi come Dio?”.
Satana sa molto bene che questi sono i tempi di Maria e perciò fa di tutto per oscurarne la presenza nella Chiesa e nella società. Ma le sue opere saranno rivoltate da Dio, che vuole glorificare la Vergine che non conobbe peccato, da cui Egli stesso ricevette la carne e tutte le cure materne. In questi ultimi cento anni la Madonna è apparsa tante volte e in diversi posti. Dappertutto suscita preghiere, pellegrinaggi, confessioni, ritorni a Dio dopo tanti anni passati nel peccato, gusto alla preghiera, bisogno della Santa Messa e della Santa Comunione, riscoperta del Vangelo, ritorno alla vita cristiana, amore al prossimo, pensiero alla vita eterna e a Gesù.
Oggi che Satana ha in mano i mezzi di comunicazione di massa (giornali, radio, tv, internet, cinema, stampa, etc.) e tutte le potenze del mondo (gente di comando, persone che contano, immensi capitali…) al suo servizio, si crede dominatore incontrastato. Pensa che tutta l’umanità è sua. Solo la Chiesa gli manca; ma anche qui ha collocato molti suoi servi, corrotti col denaro. Egli ha osato sfidare Gesù Cristo, ancora una volta. È la Madonna che, per comando divino, ha preso la sfida. Secondo il suo stile, lei predilige i piccoli, gli umili, le persone che non contano, i poveri, i miseri, i pochi rimasti fedeli a Gesù. Con questi lei si prenderà la rivincita contro Satana e i grandi della terra, perché “Dio abbatte i potenti dai troni e innalza gli umili” (Lc 1,52).
E quando il Maligno crederà di avere anche la Chiesa nelle sue grinfie, sarà lei a strappargliela. Perché la vittoria non potrà essere che di Colei che porta nel grembo il Figlio di Dio. Bisogna che tutti gli uomini lo sappiano, perché le conseguenze saranno immense. Ai vincitori è riservata la vita eterna, il banchetto celeste, la gloria dei figli di Dio, la risurrezione, il Regno dei cieli; ai malvagi invece, la pena eterna. Non ci si salva dunque, se si fa come fanno tutti, ma se si vive per Dio e se si accoglie Gesù per mezzo del Cuore Immacolato di Maria.
Suor Lucia di Fatima ha rivelato nel suo terzo segreto, che un Angelo dalla spada fulminante gridava sull’umanità peccatrice “Penitenza, penitenza, penitenza!” e che la mano delicata della Vergine Maria allontanava i fulmini della divina Giustizia e dava riparo a coloro che le stavano vicini. Questa scena ci fa capire quanto sia importante la presenza della Madonna nella vita sia della Chiesa, che della società. Poiché gli uomini di oggi non vogliono fare penitenza, cioè convertirsi e tornare a Dio, l’unica ancora di Salvezza rimane la Madonna: lei può ottenere da Dio altro tempo e altre grazie di conversione per tutti, anche se immeritate. D’altro canto lei stessa rivelò ai tre pastorelli che a Dio piace salvare l’umanità con la devozione al suo Cuore Immacolato. Cosa che richiese di nuovo a Tuy nel 1929, apparendo a Lucia. Dio vuole che ci affidiamo tutti a Maria, Sua Madre. Sarà poi lei che ci porterà a Gesù per essere salvati.