Scienza e fede concordano sull’ineludibile esistenza di Dio

Scienza e fede concordano sull’ineludibile esistenza di Dio

di Matteo Castagna

DIO, LA SCIENZA E LE PROVE DELLA SUA ESISTENZA

Dio, la Scienza, le Prove, l’alba di una Rivoluzione” è un libro edito da Sonda nel 2024, che mira a dimostrare che la Scienza non può prescindere dall’esistenza di Dio. Scritto dall’Ingegnere informatico Michel-Yves Bolloré e dal teologo e imprenditore Olivier Bonnassies, vede la prefazione del Premio Nobel per la Fisica Robert W. Wilson e, nell’edizione italiana, del Prof. Antonino Zichichi. fisico al CERN, professore emerito all’Università di Bologna, fondatore e presidente del Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana di Erice.

“Esiste una logica – sostiene il Prof. Zichichi – che noi proviamo a decifrare con i nostri esperimenti e le nostre teorie, ma non esiste nessuna scoperta scientifica che possa essere usata per mettere in dubbio o negare l’esistenza di Dio. E la scoperta delle prime leggi fondamentali della natura da parte di Galilei nasce proprio da un atto di fede nel Creatore” (06/01/2024). Questo volume è un lavoro di ricerca durato più di tre anni e svolto con l’aiuto di 20 specialisti.

Fino a poco tempo fa, credere in Dio sembrava incompatibile con la scienza. Negli ultimi tempi, e in modo inatteso, quest’ultima sembra divenuta alleata di Dio e l’approccio materialista vacilla ogni giorno di più.

Lo dimostra il capitolo “21”: “Tutto è permesso?” in cui gli autori portano il lettore a sentire Dio dentro se stessi, a “udire l’eco della sua voce nella propria coscienza”. Sarà allora utile ricordarsi delle parole di Sant’Agostino; “Non cercate fuori, rientra in te stesso: la verità dimora all’interno dell’uomo”. L’assunto principale, a questo punto, è: “da dove viene la morale comune? Ossia ciò che in coscienza ci fa dire ciò che è Bene e ciò che è male? Poiché se Dio non esistesse, non esisterebbe neppure il male come concetto assoluto, e allora tutto è permesso.

Il grande filosofo russo Fedor Dostoevsky scrisse nei “Fratelli Karamazov”: “E se Dio non esistesse? Che succederebbe se avesse ragione Rakitin e l’idea di Dio fosse un’invenzione dell’umanità? Allora, se Dio non esistesse, l’uomo sarebbe il padrone della terra, del Creato. Magnifico! Solo che come farà a essere virtuoso, senza Dio?” E’ un principio assoluto, non relativo. Pertanto, “se Dio non esiste, tutto è permesso” – ne conclude Dostoevsky.

Se Dio non esiste, ognuno di noi è il suo proprio dio, il che sembra implicare che possiamo “scegliere i nostri valori” e le eventuali religioni che più ci aggradano. “Ognuno vale uno, nessuno di più di uno” sosteneva la celebre massima di Jeremy Bentham. Dunque, perché ci poniamo dei limiti? Se il materialismo è vero, il bene e il male assoluto non esistono, esistono soltanto i forti e i deboli, i vincitori e i vinti, i fortunati e gli sfortunati. C’è chi risponde che “è solo una questione di istinto”. Benissimo. Ma da dove viene questo istinto? Di che natura è? Chi ce l’ha messo nell’animo?

La risposta, cui anche la scienza, mondata dalle ideologie, si arrende, è: un essere assoluto, superiore all’uomo, che è Dio. Anche perché l’uomo non è in grado di creare alcuna materia dal nulla, nemmeno l’istinto, il sentimento, l’etica.

Oggi viviamo in un mondo decadente e relativista, liberale e social-comunista perché chi comanda ha ucciso Dio e chi è cittadino l’accetta. Ciascuno, Dio di se stesso, si fa le sue regole, oppure non fa regole. I frutti sono l’anarchia, i conflitti sociali, l’egoismo, il soggettivismo, l’irrealismo, il nichilismo, la follia. Ecco perché ciò che sempre, tutti, ad immagine di Dio, hanno sempre considerato anormale, viene proposto come nuova normalità.

Tolto Dio, tutto è possibile. Insultare la natura, il panteismo green, tantissimi credi diversi, tutti rispettati come veri “per me”. Ricordiamo il Santo Padre Pio X quando ammoniva: “la tolleranza non è rispettare le convinzioni erronee” bensì usare la carità per cercare di raddrizzarle.

 

Foto di Jonas da Pixabay

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