Conosciamo San Giuseppe da Copertino
di Mariella Lentini*
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TRA I SANTI E I BEATI CHE SI FESTEGGIANO OGGI RICORDIAMO UN SANTO PUGLIESE
Giuseppe Maria Desa nasce a Copertino, in provincia di Lecce, nel 1603. Illetterato, dalle umili origini, ancora bambino abbandona gli studi per motivi di salute. Semplice e puro di cuore, Giuseppe desidera entrare in convento. Rifiutato più volte a causa della sua ignoranza, viene infine accolto dai frati di Grottella, vicino a Copertino. Accetta le mansioni disdegnate dai più: accudisce gli animali come inserviente di stalla tanto da essere soprannominato “Fratel Asino”, anche per la sua lentezza nel comprendere le cose. Giuseppe vorrebbe diventare sacerdote. Sembra impossibile per uno come lui che a stento sa leggere e scrivere, ma presentandosi all’esame finale, il vescovo, dopo avere ascoltato i primi quattro, promuove, senza interrogarli, tutti. Questo è per Giuseppe un segno della “Divina Provvidenza” che ha accolto le sue preghiere. La sua fama di frate umile e buono, dal sorriso gentile, si diffonde tra i fedeli che accorrono a lui per un consiglio e per la soave pace che da lui si espande.
Grazie alla sua opera di evangelizzazione si assiste a numerose conversioni. Fra Giuseppe insegna a cantare agli uccelli, capisce gli animali, guarisce le malattie ed ha una parola di conforto per tutti. Il prodigio per il quale passa alla storia è “la levitazione” (vale a dire essere sollevati da terra). Infatti quando viene pronunciato il nome di Gesù o di sua Madre Maria, “il Santo che vola”, così viene chiamato da tutti, inizia a levitare rimanendo sospeso in aria, mentre dal suo corpo emana un profumo che infonde nei presenti una gioiosa serenità. A causa di questo evento viene osteggiato dai suoi superiori che nel 1639 lo trasferiscono ad Assisi (Perugia) e per Fra Giuseppe iniziano disagiate peregrinazioni da un convento all’altro. Lui sopporta i sacrifici, in pace con se stesso e con gli altri, sorretto dalla sua fede e dagli angeli che sente aleggiare attorno a sé. Nel 1656 papa Alessandro VII dispone il suo definitivo trasferimento nelle Marche, presso i cappuccini di Osimo (Ancona) dove Fra Giuseppe si spegne il 18 settembre 1663. È patrono di chi viaggia in aereo, dei piloti, degli astronauti, anche di scolari e studenti, soprattutto gli esaminandi. Viene invocato da chi soffre di vertigini.
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